La Corte suprema indiana ha accolto il ricorso dei due marò contro l’utilizzo della polizia Nia antiterrorismo e ha sospeso il processo a loro carico presso il tribunale speciale. La prossima udienza si terrà tra quattro settimane. Ma il governo italiano rimarca la propria linea: “Chiediamo l’immediato ritorno dei nostri militari in Italia e continueremo a svolgere tutte le azioni internazionali utili a raggiungere quanto prima entrambi gli obiettivi””, si legge in una nota di Palazzo Chigi. Si apre uno spiraglio per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Con l’ambasciatore Daniele Mancini da tempo a Roma richiamato per consultazioni, con le notizie trapelate di molteplici note verbali inviate dall’Italia al ministero degli Esteri indiano per manifestare insoddisfazione e rivendicare la giurisdizione sul caso, Latorre e Girone avevano comunque presentato giorni fa a nome loro una nuova ‘petition’ (ricorso).
In essa contestavano l’utilizzazione della polizia Nia (operante nell’anti-terrorismo) per investigare l’incidente sottoponevano all’attenzione dei giudici la mancanza di specifici capi d’accusa nonostante siano passati oltre due anni dall’incidente, e chiedevano potersi trasferire in Italia in attesa che si sbrogliasse la matassa dell’inizio di un eventuale processo. Il ricorso accolto oggi dalla Corte Suprema indiana “contesta in toto il diritto dell’India a condurre l’inchiesta e a giudicare i marò” hanno spiegato fonti legali all’Ansa al termine dell’udienza. “Sono molto soddisfatto perché siamo riusciti a far accogliere la nostra posizione e a bloccare la presentazione dei capi di accusa da parte della polizia antiterrorismo Nia” ha spiegato l’avvocato dei marò Mukul Rohatgi.
Due giorni fa dall’Italia era arrivato un no secco alla giurisdizione indiana sul caso e il messaggio dell’inviato speciale del governo per la questione dei due fucilieri, Staffan De Mistura, rientrato da New Delhi, era che sarebbe stato rifiutato il processo e non avrebbe fatto presentare i suoi fucilieri in tribunale. Una questione quella dei marò sollevata ieri dal premier Matteo Renzi anche con il presidente Usa Barack Obama. “Abbiamo parlato della vicenda dei due marò illegalmente trattenuti in India. Ho ringraziato il governo degli Usa per il supporto dato in questa fase di discussione internazionale e ho chiesto al presidente Obama di poter contare su un ulteriore appoggio e sostegno” ha detto Renzi in conferenza stampa. Schierata al fianco dell’Italia c’è anche l’Ue: “L’Europa – aveva assicurato il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani – è pienamente impegnata per risolvere il problema e dovrà continuare a farlo perché credo che la sua voce può dare un contributo importante rafforzando la posizione di uno Stato membro”.