Il tribunale di Tel Aviv ha riconosciuto l’ex premier israeliano Ehud Olmert (69 anni) colpevole di corruzione per la costruzione del complesso edilizio Holyland a Gerusalemme, che nel 2008 costrinse l’esponente del Likud alle dimissioni dalla guida del governo israeliano.

Secondo l’accusa, diversi milioni di dollari passarono illegalmente di mano in mano in una serie di progetti edili. Uno di questi riguardava la costruzione di abitazioni che avrebbero costretto a modificare le leggi sulla zonizzazione e i cui realizzatori avrebbero goduto di sgravi fiscali e altri vantaggi. Al tempo Olmert era sindaco di Gerusalemme e ministro dell’Industria e del Commercio. Oltre a Olmert sono stati condannati anche l’ex sindaco della città Uri Lupoliansky, l’ex presidente della banca Hapoalim Dan Dankner, l’ex capo dello staff Shula Zaken che negli ultimi tempi si è distaccata da Olmert diventando una sua accusatrice, e altri imputati. Secondo l’accusa l’ex premier ha anche mentito in tribunale. Il giudice David Rozen ha descritto il meccanismo attorno ad Holyland come “un sistema politico corrotto protrattosi per anni (…) e nel quale centinaia di migliaia di shekel sono stati trasferiti ai politici”. Olmert è il primo ex ministro israeliano a essere condannato per corruzione e per questa vicenda fu costretto a dimettersi nel 2008.

Per l’ex premier questa è la seconda condanna per corruzione. Nel luglio 2012 venne ritenuto colpevole, ma in forma più lieve perché non fu riconosciuto lo scambio di tangenti, per favori concessi al suo braccio destro Uri Messer ai tempi in cui era ministro del Commercio. Due anni fa Olmert fu condannato a quattro mesi di lavori socialmente utili.

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