Silvia è nata nel 2004 ed è una bambina autistica. Frequenta la scuola primaria con buon profitto, accompagnata da un’insegnante di sostegno, e ha una passione per il disegno. Rigorosamente al computer, come potete vedere nella foto qui sopra. Chiara, sua mamma, ha raccolto le opere della figlia (ne vedete alcune nella fotogallery) sul sito icoloridisilvia.it e ne racconta la vita – le passioni, le gioie, le conquiste, ma anche i momenti più difficili – su una pagina facebook. Oggi, in occasione della Giornata mondiale dell’autismo, scrive per ilfattoquotidiano.it una lettera indirizzata idealmente a un’altra mamma che scopre di avere un bambino autistico.
Cara mamma di Luca,
il nostro è stato un incontro di cuori. Due madri di ragazzi con autismo, nel mare di mamme di ragazzi normali davanti a scuola: non potevamo non trovarci, ti pare? Al tuo Luca hanno posto la diagnosi da poco e vorrei provare a rispondere alle tue tante domande.
Tu mi chiedi: Silvia è diventata autistica o è nata così? Non lo sapremo mai, temo. Ho sentito troppi pareri discordanti su questo argomento. Io so solo che quando è nata, mia figlia mi ha guardato con degli occhioni incredibili, che sprizzavano furbizia e voglia di vivere. Mangiava poco, faceva sempre di testa sua, odiava esser presa in braccio. Ma sorrideva sempre. A poco meno di due anni il suo sguardo ha cominciato a spegnersi, diventava sempre più isolata. Da allora la girandola di specialisti, esami, ricoveri per valutazione, ci ha trascinato verso un abisso di preoccupazione ed angoscia. La diagnosi di autismo ci è stata comunicata con molto tatto, da un neuropsichiatra che stimiamo. Ma è stato pur sempre un colpo duro.
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Lucia a Parigi
Cos’era l’autismo? Un trafiletto della dispensa per l’esame di psichiatria a Medicina. Il film Rain Man. Null’altro, se non un presagio sinistro, cioè che la nostra vita sarebbe cambiata per sempre. Poi incontrammo Viola, per caso (o no?). Una psicomotricista che si era specializzata con corsi sull’autismo. Con lei abbiamo intrapreso un percorso che con pazienza ha trasformato la nostra piccola selvaggia in una bambina. E così’ è iniziata la nostra rinascita. Grazie a lei e ad educatori specializzati abbiamo scoperto il metodo della Comunicazione aumentativa alternativa, per interagire con lei attraverso immagini. Una modalità che diminuiva molto la sua ansia.
Tu mi chiedi: che cosa posso fare per aiutare mio figlio? Partiamo con lo sfatare una credenza molto radicata: l’autismo non è una malattia. E’ un diverso hardware cerebrale, un diverso modo di percepire la realtà e di elaborare i dati. Ma ti occorre una diagnosi, perché ti servirà per aiutare tuo figlio ad ottenere un adeguato sostegno a scuola, ad impostare un programma educativo e comportamentale che lo aiuti a superare le sue difficoltà, a far valere i suoi diritti anche sul piano degli aiuti economici, che, credimi, non sono scontati, in questo Paese. Io ho dovuto quasi sempre appoggiarmi a strutture private, perché nella zona dove vivo nessuna struttura pubblica fornisce programmi terapeutici efficaci. Ma non tutti possono permetterselo. Quindi contatta un bravo neuropsichiatra.
Come fare a riconoscerlo? E’ una persona che non ti giudica, che ti ascolta, ti valorizza comprendendo che tu sei il libretto di istruzioni per entrare in contatto con lui. E’ di estrema importanza che lo specialista compili una relazione che sottolinei le carenze di tuo figlio. Non temere questo. Purtroppo ha bisogno di ottenere le massime ore possibili di sostegno. E purtroppo non è ancora scontato che riesca ad ottenerle!
Mi chiedevi anche dei farmaci: io so solo che l’autismo non è una psicosi, quindi l’antipsicotico a mia figlia non l’ho mai dato. Sono convinta che alla base della sua iperattività e dei suoi momenti di rabbia distruttiva ci sia un forte disagio, dovuta al fatto di non riuscire a comunicare al meglio. Da medico non escludo l’utilizzo di farmaci che possano aiutarla a contenere la sua ansia. La terapia, se di terapia si può parlare, è di tipo educativo e comportamentale. Un buon centro specializzato in autismo ti potrà aiutare. Fortunatamente ora ce ne sono. Non so se ci sia un metodo migliore di un altro. Spero solo sia finito il tempo della psicoanalisi propinata a bambini di quattro anni ed ai loro poveri genitori, spesso colpevolizzati di essere dei frigoriferi affettivi. Se l’autismo viene individuato precocemente, si dice che si può risalire lo spettro autistico, si può migliorare l’autonomia personale e la comunicazione. Preparati ad affrontare momenti molto duri, a cui forse non ti abituerai mai.
Dovrai spiegare nel minimo dettaglio a Luca ciò che lo aspetta durante la giornata, soprattutto se quel giorno andrà incontro a variazioni del suo programma abituale: in tal modo ridurrai i rischi di una crisi. Prova tu ad essere condotta a destra e a sinistra senza sapere quello che dovrai fare. Un’agenda visiva lo tranquillizzerà e lo farà collaborare meglio. Dovrai prepararti a calmare le sue crisi nei posti più impensati, imparando a sostenere lo sguardo impietosito o infastidito della gente, che non comprende come mai quel bellissimo bambino, all’apparenza assolutamente normale, tocca ogni cosa che vede, non rispetta la fila, si agita per un nonnulla e ad un certo punto si getta per terra urlando e togliendosi i vestiti. Capricci, senza dubbio. No, alterazioni sensoriali: ma come spiegarlo in quei momenti?
Dovrai imparare a gestire le differenze che intercorrono tra Luca e Paolo, suo fratello, come a me è capitato con la mia figlia maggiore Irene. Capirà presto anche lui che non è possibile educare con le stesse modalità un bambino neurotipico e un bambino autistico. Imparerà a nascondersi per giocare ai videogame perché per suo fratello è deleterio, in pochi minuti lo manderebbe in sovraccarico sensoriale, rendendolo irritabile. Imparerà che certi suoni e certe luci Luca non li tollera, così come alcuni odori, per cui Luca spesso vuole mangiare da solo sul divano, mentre Paolo, da bravo bambino educato, deve mangiare a tavola con voi. Forse prima o poi uscirà con la frase “perché non sono autistico anche io?”, per ottenere quella diversa attenzione che riservate, senza volerlo, a suo fratello.
Se “ogni bambino ha il suo cestino”, quello di Paolo e Irene è diventato a poco a poco uno zaino, un po’ pesante da portare, ma che al cui interno, in futuro, troveranno risorse che altri ragazzi non hanno. Ma ti accorgerai, piano piano, che anche un figlio autistico è un regalo. Quale compagno di tuo figlio legge una volta la lezione e la sa? E credimi, la capisce. Mia figlia Silvia attualmente controlla meglio gli stati di ansia che le causavano le crisi, a scuola riesce molto bene con l’aiuto della sua insegnante di sostegno che le fa da guida, ma che ormai sempre più raramente si sostituisce a lei.
Cosa ti posso dire di lei? Silvia ha molte qualità proprio perché è autistica. I suoi disegni ipercolorati sono delle vere carezze per gli occhi. Il suo orecchio musicale assoluto le permette di ricreare al pianoforte delle melodie ascoltate solo poche volte, ed in diverse tonalità. Ha una fantasia sfrenata che le permette di creare racconti incredibili, magari un po’ sconclusionati…ma ha solo dieci anni. Ho aneddoti incredibilmente divertenti che puoi trovare sulla mia pagina Facebook o sul mio sito. Cosa spero per lei per il futuro? Il mio orizzonte si è aperto da quando, anni fa, ho scoperto la figura della dottoressa Temple Grandin, guardando il film sulla sua vita e leggendo alcuni suoi libri.
Temple è un’ingegnere americano, nata negli anni Cinquanta, specializzata in costruzioni di ranch, grazie alla sua capacità di intuire il comportamento animale. Due terzi delle strutture per l’allevamento degli animali negli States sono costruiti seguendo le sue teorie. Temple è autistica. Non un autismo di quelli leggeri, se mai ne esistessero, ma veramente dentro al problema. Ha parlato a cinque anni, si dondolava sulle altalene tutto il giorno. Ma la madre non si è rassegnata a rinchiuderla in un istituto, come era prassi in quel periodo. L’ha mandata a scuola non appena ha capito che lei era “diversa, ma non da meno”. L’ha spronata ad andare al college e all’università. Temple ha sempre combattuto contro i lati negativi del suo autismo, insieme a sua madre e ed un insegnante che l’ha capita e le ha cambiato la vita. Ma riconosce anche che grazie al suo autismo ha un modo di percepire le cose che altri non hanno e che le permette di eccellere nel suo lavoro.
Lei, come ha scritto, non rinuncerebbe ad essere come è. Ho scoperto che molti personaggi famosi della storia sono autistici: lo erano Leonardo, Michelangelo, Einstein, Emily Dickinson, Steve Jobs e tanti altri. Il mondo ha bisogno anche degli autistici, nonostante non sia ancora pronto a valorizzarli. Sono certa però che qualcosa stia cambiando. Mi auguro che per quando il tuo Luca e la mia Silvia saranno adulti, ci sarà un posto nel mondo anche per loro. E che venga riconosciuto il loro valore.
Ti abbraccio forte
Chiara
Società
Autismo, una mamma racconta la storia di sua figlia: “Diversa, ma non da meno”
Silvia è nata nel 2004 ed è una bambina autistica. Frequenta la scuola primaria con buon profitto, accompagnata da un’insegnante di sostegno, e ha una passione per il disegno. Rigorosamente al computer, come potete vedere nella foto qui sopra. Chiara, sua mamma, ha raccolto le opere della figlia (ne vedete alcune nella fotogallery) sul sito icoloridisilvia.it e ne racconta la vita – le passioni, le gioie, le conquiste, ma anche i momenti più difficili – su una pagina facebook. Oggi, in occasione della Giornata mondiale dell’autismo, scrive per ilfattoquotidiano.it una lettera indirizzata idealmente a un’altra mamma che scopre di avere un bambino autistico.
Cara mamma di Luca,
il nostro è stato un incontro di cuori. Due madri di ragazzi con autismo, nel mare di mamme di ragazzi normali davanti a scuola: non potevamo non trovarci, ti pare? Al tuo Luca hanno posto la diagnosi da poco e vorrei provare a rispondere alle tue tante domande.
Tu mi chiedi: Silvia è diventata autistica o è nata così? Non lo sapremo mai, temo. Ho sentito troppi pareri discordanti su questo argomento. Io so solo che quando è nata, mia figlia mi ha guardato con degli occhioni incredibili, che sprizzavano furbizia e voglia di vivere. Mangiava poco, faceva sempre di testa sua, odiava esser presa in braccio. Ma sorrideva sempre. A poco meno di due anni il suo sguardo ha cominciato a spegnersi, diventava sempre più isolata. Da allora la girandola di specialisti, esami, ricoveri per valutazione, ci ha trascinato verso un abisso di preoccupazione ed angoscia. La diagnosi di autismo ci è stata comunicata con molto tatto, da un neuropsichiatra che stimiamo. Ma è stato pur sempre un colpo duro.
1 /15 Lucia a Parigi
Cos’era l’autismo? Un trafiletto della dispensa per l’esame di psichiatria a Medicina. Il film Rain Man. Null’altro, se non un presagio sinistro, cioè che la nostra vita sarebbe cambiata per sempre. Poi incontrammo Viola, per caso (o no?). Una psicomotricista che si era specializzata con corsi sull’autismo. Con lei abbiamo intrapreso un percorso che con pazienza ha trasformato la nostra piccola selvaggia in una bambina. E così’ è iniziata la nostra rinascita. Grazie a lei e ad educatori specializzati abbiamo scoperto il metodo della Comunicazione aumentativa alternativa, per interagire con lei attraverso immagini. Una modalità che diminuiva molto la sua ansia.
Tu mi chiedi: che cosa posso fare per aiutare mio figlio? Partiamo con lo sfatare una credenza molto radicata: l’autismo non è una malattia. E’ un diverso hardware cerebrale, un diverso modo di percepire la realtà e di elaborare i dati. Ma ti occorre una diagnosi, perché ti servirà per aiutare tuo figlio ad ottenere un adeguato sostegno a scuola, ad impostare un programma educativo e comportamentale che lo aiuti a superare le sue difficoltà, a far valere i suoi diritti anche sul piano degli aiuti economici, che, credimi, non sono scontati, in questo Paese. Io ho dovuto quasi sempre appoggiarmi a strutture private, perché nella zona dove vivo nessuna struttura pubblica fornisce programmi terapeutici efficaci. Ma non tutti possono permetterselo. Quindi contatta un bravo neuropsichiatra.
Come fare a riconoscerlo? E’ una persona che non ti giudica, che ti ascolta, ti valorizza comprendendo che tu sei il libretto di istruzioni per entrare in contatto con lui. E’ di estrema importanza che lo specialista compili una relazione che sottolinei le carenze di tuo figlio. Non temere questo. Purtroppo ha bisogno di ottenere le massime ore possibili di sostegno. E purtroppo non è ancora scontato che riesca ad ottenerle!
Mi chiedevi anche dei farmaci: io so solo che l’autismo non è una psicosi, quindi l’antipsicotico a mia figlia non l’ho mai dato. Sono convinta che alla base della sua iperattività e dei suoi momenti di rabbia distruttiva ci sia un forte disagio, dovuta al fatto di non riuscire a comunicare al meglio. Da medico non escludo l’utilizzo di farmaci che possano aiutarla a contenere la sua ansia. La terapia, se di terapia si può parlare, è di tipo educativo e comportamentale. Un buon centro specializzato in autismo ti potrà aiutare. Fortunatamente ora ce ne sono. Non so se ci sia un metodo migliore di un altro. Spero solo sia finito il tempo della psicoanalisi propinata a bambini di quattro anni ed ai loro poveri genitori, spesso colpevolizzati di essere dei frigoriferi affettivi. Se l’autismo viene individuato precocemente, si dice che si può risalire lo spettro autistico, si può migliorare l’autonomia personale e la comunicazione. Preparati ad affrontare momenti molto duri, a cui forse non ti abituerai mai.
Dovrai spiegare nel minimo dettaglio a Luca ciò che lo aspetta durante la giornata, soprattutto se quel giorno andrà incontro a variazioni del suo programma abituale: in tal modo ridurrai i rischi di una crisi. Prova tu ad essere condotta a destra e a sinistra senza sapere quello che dovrai fare. Un’agenda visiva lo tranquillizzerà e lo farà collaborare meglio. Dovrai prepararti a calmare le sue crisi nei posti più impensati, imparando a sostenere lo sguardo impietosito o infastidito della gente, che non comprende come mai quel bellissimo bambino, all’apparenza assolutamente normale, tocca ogni cosa che vede, non rispetta la fila, si agita per un nonnulla e ad un certo punto si getta per terra urlando e togliendosi i vestiti. Capricci, senza dubbio. No, alterazioni sensoriali: ma come spiegarlo in quei momenti?
Dovrai imparare a gestire le differenze che intercorrono tra Luca e Paolo, suo fratello, come a me è capitato con la mia figlia maggiore Irene. Capirà presto anche lui che non è possibile educare con le stesse modalità un bambino neurotipico e un bambino autistico. Imparerà a nascondersi per giocare ai videogame perché per suo fratello è deleterio, in pochi minuti lo manderebbe in sovraccarico sensoriale, rendendolo irritabile. Imparerà che certi suoni e certe luci Luca non li tollera, così come alcuni odori, per cui Luca spesso vuole mangiare da solo sul divano, mentre Paolo, da bravo bambino educato, deve mangiare a tavola con voi. Forse prima o poi uscirà con la frase “perché non sono autistico anche io?”, per ottenere quella diversa attenzione che riservate, senza volerlo, a suo fratello.
Se “ogni bambino ha il suo cestino”, quello di Paolo e Irene è diventato a poco a poco uno zaino, un po’ pesante da portare, ma che al cui interno, in futuro, troveranno risorse che altri ragazzi non hanno. Ma ti accorgerai, piano piano, che anche un figlio autistico è un regalo. Quale compagno di tuo figlio legge una volta la lezione e la sa? E credimi, la capisce. Mia figlia Silvia attualmente controlla meglio gli stati di ansia che le causavano le crisi, a scuola riesce molto bene con l’aiuto della sua insegnante di sostegno che le fa da guida, ma che ormai sempre più raramente si sostituisce a lei.
Cosa ti posso dire di lei? Silvia ha molte qualità proprio perché è autistica. I suoi disegni ipercolorati sono delle vere carezze per gli occhi. Il suo orecchio musicale assoluto le permette di ricreare al pianoforte delle melodie ascoltate solo poche volte, ed in diverse tonalità. Ha una fantasia sfrenata che le permette di creare racconti incredibili, magari un po’ sconclusionati…ma ha solo dieci anni. Ho aneddoti incredibilmente divertenti che puoi trovare sulla mia pagina Facebook o sul mio sito. Cosa spero per lei per il futuro? Il mio orizzonte si è aperto da quando, anni fa, ho scoperto la figura della dottoressa Temple Grandin, guardando il film sulla sua vita e leggendo alcuni suoi libri.
Temple è un’ingegnere americano, nata negli anni Cinquanta, specializzata in costruzioni di ranch, grazie alla sua capacità di intuire il comportamento animale. Due terzi delle strutture per l’allevamento degli animali negli States sono costruiti seguendo le sue teorie. Temple è autistica. Non un autismo di quelli leggeri, se mai ne esistessero, ma veramente dentro al problema. Ha parlato a cinque anni, si dondolava sulle altalene tutto il giorno. Ma la madre non si è rassegnata a rinchiuderla in un istituto, come era prassi in quel periodo. L’ha mandata a scuola non appena ha capito che lei era “diversa, ma non da meno”. L’ha spronata ad andare al college e all’università. Temple ha sempre combattuto contro i lati negativi del suo autismo, insieme a sua madre e ed un insegnante che l’ha capita e le ha cambiato la vita. Ma riconosce anche che grazie al suo autismo ha un modo di percepire le cose che altri non hanno e che le permette di eccellere nel suo lavoro.
Lei, come ha scritto, non rinuncerebbe ad essere come è. Ho scoperto che molti personaggi famosi della storia sono autistici: lo erano Leonardo, Michelangelo, Einstein, Emily Dickinson, Steve Jobs e tanti altri. Il mondo ha bisogno anche degli autistici, nonostante non sia ancora pronto a valorizzarli. Sono certa però che qualcosa stia cambiando. Mi auguro che per quando il tuo Luca e la mia Silvia saranno adulti, ci sarà un posto nel mondo anche per loro. E che venga riconosciuto il loro valore.
Ti abbraccio forte
Chiara
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Mondo
Gaza, raid israeliano vicino a un ospedale: 50 morti. Media: “L’Idf è entrata nella struttura”. Goldberg: “E’ genocidio” – English Version
Media & Regime
L’informazione silenziata nel sangue: le storie dei cronisti uccisi nel 2024. Rsf: “Uno su tre ammazzato a Gaza. Giornalismo a rischio estinzione nella Striscia”
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
Salva-abusi, il testo al Senato. E Sala minaccia Schlein: “Se il Pd non lo vota mi dimetto”
Tel Aviv, 27 dic. (Adnkronos) - E' morta la donna che era stata accoltellata nel centro di Israele. Secondo la polizia, l'accoltellamento avvenuto a Herzliya, è stato un attacco terroristico. L'eggressore era stato colpito dalle guardie di sicurezza e arrestato.
Seul, 27 dic. (Adnkronos/Afp) - Il primo soldato nordcoreano catturato dalle forze ucraine, da quando Pyongyang ha schierato le proprie truppe affianco di quelle russe, è morto a causa delle gravi ferite riportate. Lo ha riferito l'agenzia di spionaggio della Corea del Sud, precisando in una nota che "è stato confermato tramite un'agenzia di intelligence alleata che il soldato nordcoreano catturato vivo il 26 dicembre è appena morto a causa del peggioramento delle ferite".
(Adnkronos) - Un cane a sei zampe, volto verso la sinistra di chi guarda, con la testa che guarda all’indietro e una fiamma rossa che esce dalla bocca spalancata. Quello di Eni non è solo uno dei marchi più riconoscibili che esistano, ma è anche il simbolo di un’Italia che negli anni ’50 riuscì a riaccendersi di entusiasmo, ottimismo e voglia di fare dopo gli anni bui della guerra. Il ‘cane a sei zampe’ racchiude una storia di innovazione, intuizione e lungimiranza.
L’Italia era da poco uscita dalla Seconda Guerra Mondiale, era alle prese con la ricostruzione e il boom economico non è ancora cominciato, quando Enrico Mattei, presidente di Eni, comprende che il consumo delle famiglie italiane sta per cambiare e che il modo in cui le aziende sapranno raccontarsi ai consumatori farà la differenza.
Mattei capisce che la motorizzazione dell’Italia è appena agli inizi e che, in quel momento, le benzine prodotte mancano completamente di appeal presso una clientela di automobilisti in via di espansione. Ecco perché, con una visione molto lucida del prossimo futuro, decide di investire nella pubblicità, convinto che sia fondamentale colpire l’immaginazione delle famiglie italiane, rendendo il proprio prodotto riconoscibile e familiare.
Mattei individua nell’italianità il punto di forza della campagna pubblicitaria il prodotto Supercortemaggiore va accompagnato allo slogan “la potente benzina italiana” mentre quello dell’Agipgas con “il gas liquido del sottosuolo italiano”.
Proprio per la consapevolezza dell’importanza della pubblicità Mattei decide di affidare l’ufficio competente non ad un esperto ma a un uomo di fiducia. Si tratta di Alberto Alì, segretario particolare di Marcello Boldrini, presidente dell’Agip, uomo allora di nessuna competenza nel campo della comunicazione ma soggetto affidabile e in grado di realizzare quanto di volta in volta Mattei avrebbe richiesto. Ricorda Alì che Mattei, nel conferirgli l’incarico, gli disse: “la pubblicità presto avrà un grosso sviluppo e io intendo seguirla personalmente e dare personalmente le direttive”.
L’arrivo di Alberto Alì segna dunque uno spartiacque tra una vecchia concezione dell’impiego della pubblicità ed una realmente funzionale alla vendita di un prodotto. Prima di questa data infatti l’ufficio pubblicità, collocato nell’area della direzione commerciale, era composto da un responsabile, Diego Dusmet, e da una segretaria. Il budget era di 300 milioni, sostanzialmente necessari a comprare qualche spazio pubblicitario su alcune riviste di settore e occasionalmente sui settimanali più diffusi. Nel corso dei cinque anni successivi il budget dell’ufficio arriva a 3 miliardi e mezzo ottenendo come risultato quello di aver fatto conoscere il nome di Agip e di Eni ed averlo legato a prodotti di qualità.
Fino a quel momento, prodotti ed azienda non hanno un marchio. La loro riconoscibilità è affidata esclusivamente al nome, nessun segno grafico aiuta il cliente a richiamare alla memoria la benzina italiana. Agli inizi del 1952 Mattei, ben cosciente di dover risolvere questa mancanza, decide di fare un investimento economico importante per l’epoca: un concorso con un montepremi di dieci milioni di lire per i due marchi dei due prodotti di punta (Supercortemaggiore e Agipgas), i relativi cartelloni pubblicitari e la colorazione della colonnina di distribuzione del carburante.
Il bando, pubblicato sulla rivista di architettura e arredamento Domus, chiede ai partecipanti di creare qualcosa che stupisca, i cartelloni pubblicitari dei due prodotti dovranno avere eccezionali valori grafici, essere moderni ed efficaci e rappresentare un emblema che diventi popolare.
La giuria vanta un parterre di grande qualità: oltre a due rappresentanti dell’Agip e al segretario Dante Ferrari, giornalista, compaiono Mario Sironi, pittore e parte attiva del gruppo Novecento; Mino Maccari, incisore che ha animato con i suoi disegni numerosi periodici tra i quali la rivista aziendale Eni ‘Il Gatto Selvatico’; Gio Ponti, architetto e designer cui sarà affidata successivamente la progettazione di alcuni oggetti d’arredo dei MotelAgip; Antonio Baldini, scrittore e presidente in quegli anni della esposizione Quadriennale d’Arte di Roma; e Silvio Negro, giornalista e curatore di numerose mostre fotografiche. Per l’Agip Mattei chiama la moglie di Marcello Boldrini, Renata, esperta d’arte responsabile delle scelte di investimenti in arte di Enrico Mattei e il professor Faleschini.
Tra il maggio e il luglio del 1952 arrivano alla segreteria del concorso oltre 4.000 elaborati.
Il marchio scelto è diventato col tempo una vera e propria icona. Al presidente di Eni il cane disegnato da Luigi Broggini, la sua forma strana e aggressiva, le sei zampe, la colorazione forte, la fiamma rossa piacciono talmente tanto da decidere di utilizzare questa grafica non solo per i cartelloni pubblicitari ma anche per il marchio.
Già alla fine del 1952 infatti, il cane a sei zampe rappresenta “la potente benzina italiana” sulle pagine dei principali quotidiani e su molte riviste di vario contenuto, a tiratura nazionale.
Il cane, per il quale a breve Ettore Scola (allora all’ufficio pubblicità dell’Agipgas) conia il fortunato slogan “cane a sei zampe fedele amico dell’uomo a quattro ruote”, andrà rapidamente a identificare non solo i prodotti ma, più in generale, l’azienda.
E continua a farlo, senza rinunciare alla modernità. Il primo rebranding avvenne nel 1972, ad opera di Bob Noorda della Unimark. Sempre Bob Noorda rimise mano al logo nel 1992, in occasione della trasformazione di Eni in Società per Azioni. Poi ancora nel 2010, quando si decise di abbandonare il marchio Agip, fino ad arrivare al rinnovamento del 2022. Oggi il marchio Eni si presenta in una forma grafica nuova: una composizione rivista che dichiara l’evoluzione dell’approccio all’energia verso servizi e prodotti differenti ma tra loro complementari.
Washington, 27 dic. (Adnkronos) - Un invito a Sandringham per il principe Harry e Meghan Markle avrebbe messo "a disagio" gli altri membri della famiglia reale. Lo ha detto al Mirror la biografa reale Ingrid Seward, secondo cui "re Carlo avrebbe adorato l'opportunità di vedere i suoi nipoti Archie e Lilibet, ma sapeva che invitare Harry e Meghan sarebbe stato imbarazzante per il resto della famiglia. Quindi, non c'è stato un invito ufficiale".
Si pensa che il principe Harry e Meghan Markle si stiano godendo le festività natalizie a Los Angeles con i loro due figli e la mamma di Meghan, Doria Ragland. Invece di una funzione religiosa e un pranzo di Natale tradizionale, il Natale di Harry sarebbe stato completamente diverso da quelli passati. La Seward ritiene inoltre che Meghan abbia personalmente addobbato la loro casa di Montecito per Natale. Ha aggiunto: "Non sarebbe una bella cosa se Meghan, che si pubblicizza come la casalinga americana per eccellenza, assumesse qualcuno per addobbare la sua casa e decorare il suo albero. L'avrà fatto lei stessa e avrà realizzato la casa di pan di zenzero come da tradizione americana".
"Avranno scelto un albero tra le file di pini natalizi in uno dei negozi locali. La loro casa e il giardino saranno addobbati con luci natalizie. I ricchi residenti di Montecito assumono interior designer per decorare le loro case e i loro alberi alla perfezione". Dal suo matrimonio con Meghan Markle nel 2018, Harry ha trascorso, nello stesso anno, solo un Natale a Sandringham. Quest'anno, quello nel Norfolk è stato un Natale movimentato, poiché re Carlo ha riunito 45 membri della sua famiglia per i festeggiamenti nel Norfolk.
Astana, 27 dic. (Adnkronos) - Le prime indicazioni suggeriscono che un sistema antiaereo russo potrebbe aver abbattuto l'aereo passeggeri precipitato in Kazakistan il giorno di Natale. Lo ha detto un funzionario statunitense alla Cnn, mentre le autorità hanno recuperato una seconda scatola nera che potrebbe far luce sulla causa del disastro in cui hanno perso la vita 38 persone.
Washington, 27 dic. (Adnkronos) - Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha condannato l'escalation tra Israele e Yemen. Gli attacchi aerei israeliani all'aeroporto internazionale di Sana'a, ai porti del Mar Rosso e alle centrali elettriche in Yemen sono particolarmente allarmanti - si legge in una dichiarazione dell'Onu - "Gli attacchi aerei avrebbero causato numerose vittime, tra cui almeno tre morti e decine di feriti".
"Il Segretario generale - prosegue il comunicato - resta profondamente preoccupato per il rischio di un'ulteriore escalation nella regione e ribadisce il suo appello a tutte le parti interessate a cessare tutte le azioni militari e ad esercitare la massima moderazione".
Mosca, 27 dic. (Adnkronos) - I sistemi di difesa aerea hanno abbattuto durante la notte 13 droni ucraini sul territorio russo. Lo ha riferito il Ministero della Difesa russo, precisando che cinque velivoli senza pilota sono stati eliminati nella regione di Bryansk , tre nella regione di Kursk, due ciascuno nelle regioni di Belgorod e Tula e uno nella regione di Astrakhan.
Le autorità regionali non segnalano vittime o danni nei luoghi in cui sono stati intercettati i droni. Negli aeroporti di Volgograd e Astrakhan sono state introdotte brevi restrizioni sull'uso dello spazio aereo.