Libretti postali con fondi vincolati per sapere quando si investe dove vanno a finire i propri soldi. E’ la proposta concreta emersa nel convegno organizzato alla Camera dal Movimento 5 Stelle sul futuro della Cassa Depositi e prestiti, ultima cassaforte dello Stato perché custode di circa 240 miliardi di risparmi postali degli italiani.
L’idea lanciata da Marco Bersani di Attac Italia, filiale nazionale del movimento di “autoeducazione popolare finalizzata all’azione” , è stata recepita dal M5S. Per i pentastellati Sebastiano Barbanti, Federica Daga e Daniele Pesco, promotori dell’incontro sulla Cdp, si tratta di una proposta da cui partire per raggiungere l’obiettivo di garantire il corretto utilizzo dei fondi in mano alla Cassa di Franco Bassanini.
Del resto anche per il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, bisogna ripensare il ruolo della Cassa a servizio degli enti locali. E poi se si vuole una banca a sostegno dell’economia, crearne una con questo specifico compito. E’ l’inizio di un dibattito sul futuro di Cdp che non mancherà di far discutere. Anche per via della presenza nel capitale della Cassa di soci ingombranti come le fondazioni bancarie, che, come ha spiegato, il consigliere Cdp e presidente della Fondazione Tercas, Mario Nuzzo, sono pronte ad uscire. A patto di una corretta monetizzazione del loro investimento.