Moby Prince, Grasso insiste: “Commissione d’inchiesta”. Ok da M5s, Sel e Pd
Moby Prince, Grasso insiste: “Commissione d’inchiesta”. Ok da M5s, Sel e Pd
Il presidente del Senato: "Quella strage resta avvolta nel mistero, il Parlamento utilizzi tutti i suoi strumenti". Adesioni da molti parlamentari. Vendola: "Subito verità". Il sindaco di Livorno Cosimi: "Evitare un vulnus della democrazia". Per la prima volta i familiari riuniti: "Dobbiamo esigere che i colpevoli siano puniti"
Il presidente del Senato insiste. Dopo aver auspicato – per primo, lo scorso anno – la costituzione di una commissione d’inchiesta sulla tragedia del Moby Prince, avvenuta il 10 aprile 1991 davanti al porto di Livorno, Piero Grasso oggi ribadisce quel concetto: “Mi auguro che anche il Parlamento – scrive in un messaggio inviato ai familiari delle vittime – sappia dare il proprio contributo, utilizzando tutti gli strumenti a sua disposizione per poter accertare tutta la verità su una strage che per molti aspetti resta avvolta nel mistero”. Al Senato è stato già depositato un disegno di legge del M5s che propone di costituire una commissione parlamentare d’inchiesta, mentre alla Camera lo stesso ha fatto Sel. “Desidero – scrive Grasso nella nota – rinnovare la mia vicinanza e il mio affetto alle famiglie colpite ed esprimere il mio più profondo cordoglio per le vittime di quel terribile incidente”. “Non potremo mai dimenticare quella notte del 10 aprile 1991 – prosegue – nella quale 65 membri dell’equipaggio e 75 passeggeri persero la vita inghiottiti dalle fiamme a largo del porto di Livorno, nel corso della più grave tragedia che abbia colpito la Marina mercantile italiana dal secondo dopoguerra. Le istituzioni e la società civile hanno il dovere di rimanere al fianco dei famigliari delle vittime, facendo chiarezza su quanto avvenuto”. La proposta è ora sostenuto anche dal primo leader di partito, Nichi Vendola: “I familiari delle vittime non si sono mai arresi per capire cosa accadde davvero quella la notte del 10 aprile 1991 davanti al porto di Livorno, quando nel rogo della Moby Prince morirono 140 persone – scrive – Ora una commissione parlamentare d’inchiesta perché una parola di verità venga davvero alla luce, dopo tanti troppi dettagli oscuri su uno dei tanti misteri della nostra Repubblica”.
La notizia del giorno è l’adesione del comandante Gregorio De Falco (intervistato anche dal fatto.it) alla campagna #iosono141, ideata da Francesco Sanna e dalle associazioni dei familiari delle vittime del Moby Prince: “Oggi ritengo importante che ognuno di noi senta di dover dire #Iosono141” dice. Ma la politica pare finalmente raccogliere l’appello dei familiari delle vittime. “Il Parlamento è rimasto la nostra unica speranza” dichiarato il presidente dell’associazione 140 Loris Rispoli durante la cerimonia in Comune a Livorno. M5s e Sel chiedono una rapida calendarizzazione. La proposta a firma vendoliana (Martina Nardi, Marisa Nicchi e Michele Piras) è stata depositata lo scorso 26 marzo alla Camera. Lo stesso è stato fatto al Senato da 38 senatori M5s (prima firmataria Sara Paglini). E pesa ora anche il sostegno del Pd: nelle scorse ore anche i senatori Pd Luigi Manconi e Silvio Lai hanno presentato una proposta specifica. I tempi? “L’obiettivo – dice Nardi – è riuscire a calendarizzare il disegno di legge entro un mese”. A chiedere “tempi rapidi” è anche Nicchi: “L’auspicio – dichiara al fattoquotidiano.it – è che la commissione possa iniziare a lavorare entro settembre”. “Partire il prima possibile” conferma Paglini. E anche il senatore Pd, livornese, Marco Filippi – riferisce Rispoli – si batterà per votare il prima possibile. Adesioni arrivano dal capogruppo di Scelta civica Andrea Romano, dalla senatrice vendoliana Loredana De Petris, dalla presidente di Emergency Cecilia Strada. Il deputato democratico Ermete Realacci ha sollecitato una risposta dei ministeri a sue vecchie interrogazioni: in particolare perché il governo italiano chieda agli Stati Uniti di poter verificare se esistano immagini o registrazioni dei tracciati satellitari delle navi presenti quella notte in rada a Livorno.
A chiedere la commissione è stato anche il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi nel corso della cerimonia a Palazzo civico. “Solo così – ha detto – si può evitare un vulnus della democrazia. Si rischia un annacquamento del ricordo. Sono convinto che questa iniziativa non deve perdere la propria forza. Bisogna tenerla in vita perché la tragedia del Moby Prince non ha solo elementi di fondo simili ad altre situazioni: una democrazia matura non può continuare a vivere sul fatto che sulle stragi che si sono verificate nel nostro Paese non ci sia risposta. Giustizia è un fatto di procedure e su questo dobbiamo chiedere che si aprano scenari che ci rassicurino. La notte della tragedia del Moby Prince – ha concluso il sindaco – non c’è stato uno tsunami: c’era una situazione di normalità di un porto che deve essere spiegata alla città di Livorno. Le istituzioni devono dare risposte ai cittadini”. “Quelle morti – ha aggiunto il vescovo di Livorno Simone Giusti – restano avvolte nel mistero della notte”.
Alla cerimonia in Comune hanno partecipato anche delegazioni dei familiari delle vittime della strage di Viareggio del 2009 (“lo Stato ci ha lasciato soli” dice Daniela Rombi), del disastro ambientale dell’Eternit di Casale Monferrato, del comitato Matteo Valenti e della fondazione Attilia Pofferi. Tra i familiari delle vittime del Moby Prince, Giacomo Sini ha parlato di “processi farsa, omissioni e depistaggi”. A invocare a gran voce la commissione d’inchiesta è stato il 70enne Raffaele Cirillo: “Pronti a andare a Roma per uno sciopero della fame a tempo indeterminato”. Dopo l’incontro del pomeriggio a Palazzo civico la commemorazione è proseguita con il tradizionale corteo per le vie del centro fino in porto. All’Andana degli anelli, da dove partì il Moby Prince, sono stati deposti il cuscino di rose del presidente della Repubblica e una corona di alloro. Poi il ricordo dei nomi di tutte le vittime (la più piccola, Ilenia Canu, aveva solo un anno) e il lancio delle rose in mare.
La notizia di oggi è che per la prima volta ha partecipato alla cerimonia Angelo Chessa, il figlio del comandante del Moby Prince, Ugo. I familiari sono tutti riuniti, per la prima volta dopo 23 anni. “Se sono qui a parlare dopo 23 anni – ha spiegato Chessa – significa che qualcosa è cambiato. Grazie anche al lavoro di Francesco Sanna e lo studio Bardazza Adinolfi che ha permesso di riunire tutti i familiari”. “Se la commissione viene instaurata – continua – ci sono buone possibilità di arrivare alla verità storica. Dal punto di vista politico si muove qualcosa con il primo fatto concreto, quello della richiesta di commissione bicamerale di inchiesta”. Anche Rispoli indica la strada: “Esigere che i colpevoli di quei 140 omicidi che sono scritti tra le righe, siano puniti, questo dobbiamo fare”.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Genova, 18 mar. (Adnkronos) - Tragedia nella notte a Genova in via Galliano, nel quartiere di Sestri Ponente, dove un ragazzo di 29 anni è morto in un incendio nell'appartamento in cui abitava. L'incendio ha coinvolto 15 persone di cui quattro rimaste ferite, la più grave la madre del 29enne, ricoverata in codice rosso al San Martino. Altre tre persone sono state ricoverate in codice giallo all'ospedale di Villa Scassi. Sul posto la polizia che indaga sulla dinamica.
Dalle prime informazioni si sarebbe trattato di un gesto volontario del giovane che si sarebbe dato fuoco.
Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Bergamo, 18 marzo 2020: una lunga colonna di camion militari sfila nella notte. Sono una decina in una città spettrale, le strade svuotate dal lockdown decretato ormai in tutta Italia per provare ad arginare i contagi. A bordo di ciascun veicolo ci sono le bare delle vittime di un virus prima di allora sconosciuto, Sars-CoV-2, in uscita dal Cimitero monumentale.
Quell'immagine - dalla città divenuta uno degli epicentri della prima, tragica ondata di Covid - farà il giro del mondo diventando uno dei simboli iconici della pandemia. Il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Sono passati 5 anni da quegli scatti che hanno sconvolto l'Italia, un anniversario tondo che si celebrerà domani. Perché il 18 marzo, il giorno delle bare di Bergamo, è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.
La ricorrenza, istituita il 17 marzo 2021, verrà onorata anche quest'anno. I vescovi della regione hanno annunciato che "le campane di tutti i campanili della Lombardia" suoneranno "a lutto alle 12 di martedì 18 marzo" per "invitare al ricordo, alla preghiera e alla speranza". "A 5 anni dalla fase più acuta della pandemia continuiamo a pregare e a invitare a pregare per i morti e per le famiglie", e "perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza senza dimenticare la lezione di quella tragedia". A Bergamo il punto di partenza delle celebrazioni previste per domani sarà sempre lo stesso: il Cimitero Monumentale, la chiesa di Ognissanti. Si torna dove partirono i camion, per non dimenticare. Esattamente 2 mesi fa, il Comune si era ritrovato a dover precisare numeri e destinazioni di quei veicoli militari con il loro triste carico, ferita mai chiusa, per sgombrare il campo da qualunque eventuale revisione storica. I camion che quel 18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo furono 8 "con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
E la cerimonia dei 5 anni, alla quale sarà presente il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, sarà ispirata proprio al tema della memoria e a quello della 'scoperta'. La memoria, ha spiegato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale di Bergamo, "come atto necessario per onorare e rispettare chi non c'è più e quanto vissuto". La scoperta "come necessità di rielaborare, in una dimensione di comunità la più ampia possibile, l'esperienza collettiva e individuale che il Covid ha rappresentato".
Quest'anno è stato progettato un percorso che attraversa "tre luoghi particolarmente significativi per la città": oltre al Cimitero monumentale, Palazzo Frizzoni che ospiterà il racconto dei cittadini con le testimonianze raccolte in un podcast e il Bosco della Memoria (Parco della Trucca) che esalterà "le parole delle giovani generazioni attraverso un'azione di memoria". La Chiesa di Ognissanti sarà svuotata dai banchi "per rievocare la stessa situazione che nel 2020 la vide trasformata in una camera mortuaria". Installazioni, mostre fotografiche, momenti di ascolto e partecipazione attiva, sono le iniziative scelte per ricordare. Perché la memoria, come evidenziato nella presentazione della Giornata, "è la base per ricostruire".
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
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Moby Prince, Grasso insiste: “Commissione d’inchiesta”. Ok da M5s, Sel e Pd
Il presidente del Senato: "Quella strage resta avvolta nel mistero, il Parlamento utilizzi tutti i suoi strumenti". Adesioni da molti parlamentari. Vendola: "Subito verità". Il sindaco di Livorno Cosimi: "Evitare un vulnus della democrazia". Per la prima volta i familiari riuniti: "Dobbiamo esigere che i colpevoli siano puniti"
Il presidente del Senato insiste. Dopo aver auspicato – per primo, lo scorso anno – la costituzione di una commissione d’inchiesta sulla tragedia del Moby Prince, avvenuta il 10 aprile 1991 davanti al porto di Livorno, Piero Grasso oggi ribadisce quel concetto: “Mi auguro che anche il Parlamento – scrive in un messaggio inviato ai familiari delle vittime – sappia dare il proprio contributo, utilizzando tutti gli strumenti a sua disposizione per poter accertare tutta la verità su una strage che per molti aspetti resta avvolta nel mistero”. Al Senato è stato già depositato un disegno di legge del M5s che propone di costituire una commissione parlamentare d’inchiesta, mentre alla Camera lo stesso ha fatto Sel. “Desidero – scrive Grasso nella nota – rinnovare la mia vicinanza e il mio affetto alle famiglie colpite ed esprimere il mio più profondo cordoglio per le vittime di quel terribile incidente”. “Non potremo mai dimenticare quella notte del 10 aprile 1991 – prosegue – nella quale 65 membri dell’equipaggio e 75 passeggeri persero la vita inghiottiti dalle fiamme a largo del porto di Livorno, nel corso della più grave tragedia che abbia colpito la Marina mercantile italiana dal secondo dopoguerra. Le istituzioni e la società civile hanno il dovere di rimanere al fianco dei famigliari delle vittime, facendo chiarezza su quanto avvenuto”. La proposta è ora sostenuto anche dal primo leader di partito, Nichi Vendola: “I familiari delle vittime non si sono mai arresi per capire cosa accadde davvero quella la notte del 10 aprile 1991 davanti al porto di Livorno, quando nel rogo della Moby Prince morirono 140 persone – scrive – Ora una commissione parlamentare d’inchiesta perché una parola di verità venga davvero alla luce, dopo tanti troppi dettagli oscuri su uno dei tanti misteri della nostra Repubblica”.
La notizia del giorno è l’adesione del comandante Gregorio De Falco (intervistato anche dal fatto.it) alla campagna #iosono141, ideata da Francesco Sanna e dalle associazioni dei familiari delle vittime del Moby Prince: “Oggi ritengo importante che ognuno di noi senta di dover dire #Iosono141” dice. Ma la politica pare finalmente raccogliere l’appello dei familiari delle vittime. “Il Parlamento è rimasto la nostra unica speranza” dichiarato il presidente dell’associazione 140 Loris Rispoli durante la cerimonia in Comune a Livorno. M5s e Sel chiedono una rapida calendarizzazione. La proposta a firma vendoliana (Martina Nardi, Marisa Nicchi e Michele Piras) è stata depositata lo scorso 26 marzo alla Camera. Lo stesso è stato fatto al Senato da 38 senatori M5s (prima firmataria Sara Paglini). E pesa ora anche il sostegno del Pd: nelle scorse ore anche i senatori Pd Luigi Manconi e Silvio Lai hanno presentato una proposta specifica. I tempi? “L’obiettivo – dice Nardi – è riuscire a calendarizzare il disegno di legge entro un mese”. A chiedere “tempi rapidi” è anche Nicchi: “L’auspicio – dichiara al fattoquotidiano.it – è che la commissione possa iniziare a lavorare entro settembre”. “Partire il prima possibile” conferma Paglini. E anche il senatore Pd, livornese, Marco Filippi – riferisce Rispoli – si batterà per votare il prima possibile. Adesioni arrivano dal capogruppo di Scelta civica Andrea Romano, dalla senatrice vendoliana Loredana De Petris, dalla presidente di Emergency Cecilia Strada. Il deputato democratico Ermete Realacci ha sollecitato una risposta dei ministeri a sue vecchie interrogazioni: in particolare perché il governo italiano chieda agli Stati Uniti di poter verificare se esistano immagini o registrazioni dei tracciati satellitari delle navi presenti quella notte in rada a Livorno.
A chiedere la commissione è stato anche il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi nel corso della cerimonia a Palazzo civico. “Solo così – ha detto – si può evitare un vulnus della democrazia. Si rischia un annacquamento del ricordo. Sono convinto che questa iniziativa non deve perdere la propria forza. Bisogna tenerla in vita perché la tragedia del Moby Prince non ha solo elementi di fondo simili ad altre situazioni: una democrazia matura non può continuare a vivere sul fatto che sulle stragi che si sono verificate nel nostro Paese non ci sia risposta. Giustizia è un fatto di procedure e su questo dobbiamo chiedere che si aprano scenari che ci rassicurino. La notte della tragedia del Moby Prince – ha concluso il sindaco – non c’è stato uno tsunami: c’era una situazione di normalità di un porto che deve essere spiegata alla città di Livorno. Le istituzioni devono dare risposte ai cittadini”. “Quelle morti – ha aggiunto il vescovo di Livorno Simone Giusti – restano avvolte nel mistero della notte”.
Alla cerimonia in Comune hanno partecipato anche delegazioni dei familiari delle vittime della strage di Viareggio del 2009 (“lo Stato ci ha lasciato soli” dice Daniela Rombi), del disastro ambientale dell’Eternit di Casale Monferrato, del comitato Matteo Valenti e della fondazione Attilia Pofferi. Tra i familiari delle vittime del Moby Prince, Giacomo Sini ha parlato di “processi farsa, omissioni e depistaggi”. A invocare a gran voce la commissione d’inchiesta è stato il 70enne Raffaele Cirillo: “Pronti a andare a Roma per uno sciopero della fame a tempo indeterminato”. Dopo l’incontro del pomeriggio a Palazzo civico la commemorazione è proseguita con il tradizionale corteo per le vie del centro fino in porto. All’Andana degli anelli, da dove partì il Moby Prince, sono stati deposti il cuscino di rose del presidente della Repubblica e una corona di alloro. Poi il ricordo dei nomi di tutte le vittime (la più piccola, Ilenia Canu, aveva solo un anno) e il lancio delle rose in mare.
La notizia di oggi è che per la prima volta ha partecipato alla cerimonia Angelo Chessa, il figlio del comandante del Moby Prince, Ugo. I familiari sono tutti riuniti, per la prima volta dopo 23 anni. “Se sono qui a parlare dopo 23 anni – ha spiegato Chessa – significa che qualcosa è cambiato. Grazie anche al lavoro di Francesco Sanna e lo studio Bardazza Adinolfi che ha permesso di riunire tutti i familiari”. “Se la commissione viene instaurata – continua – ci sono buone possibilità di arrivare alla verità storica. Dal punto di vista politico si muove qualcosa con il primo fatto concreto, quello della richiesta di commissione bicamerale di inchiesta”. Anche Rispoli indica la strada: “Esigere che i colpevoli di quei 140 omicidi che sono scritti tra le righe, siano puniti, questo dobbiamo fare”.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
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Genova, 18 mar. (Adnkronos) - Tragedia nella notte a Genova in via Galliano, nel quartiere di Sestri Ponente, dove un ragazzo di 29 anni è morto in un incendio nell'appartamento in cui abitava. L'incendio ha coinvolto 15 persone di cui quattro rimaste ferite, la più grave la madre del 29enne, ricoverata in codice rosso al San Martino. Altre tre persone sono state ricoverate in codice giallo all'ospedale di Villa Scassi. Sul posto la polizia che indaga sulla dinamica.
Dalle prime informazioni si sarebbe trattato di un gesto volontario del giovane che si sarebbe dato fuoco.
Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Bergamo, 18 marzo 2020: una lunga colonna di camion militari sfila nella notte. Sono una decina in una città spettrale, le strade svuotate dal lockdown decretato ormai in tutta Italia per provare ad arginare i contagi. A bordo di ciascun veicolo ci sono le bare delle vittime di un virus prima di allora sconosciuto, Sars-CoV-2, in uscita dal Cimitero monumentale.
Quell'immagine - dalla città divenuta uno degli epicentri della prima, tragica ondata di Covid - farà il giro del mondo diventando uno dei simboli iconici della pandemia. Il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Sono passati 5 anni da quegli scatti che hanno sconvolto l'Italia, un anniversario tondo che si celebrerà domani. Perché il 18 marzo, il giorno delle bare di Bergamo, è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.
La ricorrenza, istituita il 17 marzo 2021, verrà onorata anche quest'anno. I vescovi della regione hanno annunciato che "le campane di tutti i campanili della Lombardia" suoneranno "a lutto alle 12 di martedì 18 marzo" per "invitare al ricordo, alla preghiera e alla speranza". "A 5 anni dalla fase più acuta della pandemia continuiamo a pregare e a invitare a pregare per i morti e per le famiglie", e "perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza senza dimenticare la lezione di quella tragedia". A Bergamo il punto di partenza delle celebrazioni previste per domani sarà sempre lo stesso: il Cimitero Monumentale, la chiesa di Ognissanti. Si torna dove partirono i camion, per non dimenticare. Esattamente 2 mesi fa, il Comune si era ritrovato a dover precisare numeri e destinazioni di quei veicoli militari con il loro triste carico, ferita mai chiusa, per sgombrare il campo da qualunque eventuale revisione storica. I camion che quel 18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo furono 8 "con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
E la cerimonia dei 5 anni, alla quale sarà presente il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, sarà ispirata proprio al tema della memoria e a quello della 'scoperta'. La memoria, ha spiegato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale di Bergamo, "come atto necessario per onorare e rispettare chi non c'è più e quanto vissuto". La scoperta "come necessità di rielaborare, in una dimensione di comunità la più ampia possibile, l'esperienza collettiva e individuale che il Covid ha rappresentato".
Quest'anno è stato progettato un percorso che attraversa "tre luoghi particolarmente significativi per la città": oltre al Cimitero monumentale, Palazzo Frizzoni che ospiterà il racconto dei cittadini con le testimonianze raccolte in un podcast e il Bosco della Memoria (Parco della Trucca) che esalterà "le parole delle giovani generazioni attraverso un'azione di memoria". La Chiesa di Ognissanti sarà svuotata dai banchi "per rievocare la stessa situazione che nel 2020 la vide trasformata in una camera mortuaria". Installazioni, mostre fotografiche, momenti di ascolto e partecipazione attiva, sono le iniziative scelte per ricordare. Perché la memoria, come evidenziato nella presentazione della Giornata, "è la base per ricostruire".
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.