Il caccia russo vola basso sul Mar Nero e sfiora una nave americana sul Mar Nero, mentre nell’est dell’Ucraina si inaspriscono le tensioni tra il governo di Kiev e i separatisti filorussi. Intanto i Paesi Ue pensano a nuove sanzioni contro Mosca. Per il portavoce della Casa Bianca Jay Carney, l’eccessivo avvicinamento del caccia è stato definito dal Pentagono “provocatorio e non professionale”. Carney ha inoltre aggiunto che simili azioni di Mosca “avranno un costo”. Ma Mosca incassa l’ammissione della Casa Bianca che il direttore della Cia, John Brennan, è stato in Ucraina durante il fine settimana: una ingenuità che il Cremlino non dimenticherà facilmente nelle sue accuse di interferenza agli ‘sponsor’ occidentali del Maidan.
Lavrov ha evocato anche “l’ipocrisia senza limite” dell’Occidente, che ha definito “democrazia” la violenza a Maidan, conclusasi con decine e decine di morti, “mentre si parla di terrorismo a proposito delle manifestazioni pacifiche che si tengono ora nel sud-est del Paese”. Da ricordare che il presidente ucraino deposto Viktor Yanukovych ha accusato l’agenzia federale di essere dietro la decisione del governo di usare la forza nell’est del Paese. Accuse da cui la Cia ha preso le distanze.
Telefonata Obama-Putin – Il presidente russo Vladimir Putin ha chiamato Barack Obama ha sottolineato che le voci secondo cui la Russia starebbe interferendo in Ucraina “si basano su informazioni inaffidabili”. Lo si legge in una nota del Cremlino, a proposito della telefonata intercorsa tra i due leader a proposito della crisi in Ucraina. “Le autorità ucraine dovrebbero piuttosto dirigere la propria attenzione a formulare una nuova Costituzione, che coinvolga tutte le forze politiche del Paese, crei uno Stato federale e garantisca uno status non allineato dell’Ucraina”, si legge nella nota di Mosca.
Est Ucraina – I ribelli filorussi continuano ad occupare facilmente palazzi del potere nell’est ucraino sfidando il secondo ultimatum della tentennante Kiev, che l’ha lasciato scadere stamane senza far scattare per ora quell’operazione anti terrorismo con l’uso dell’esercito preannunciata il giorno prima ma decretata solo stasera. Un’incertezza legata a vari fattori: il dilagare a macchia d’olio della protesta, le defezioni di poliziotti locali, il rischio di un bagno di sangue e di un intervento dei 40mila soldati russi dislocati al confine. Ma sullo sfondo c’è anche il tentativo di tenere ancora aperto il dialogo, con la promessa del presidente ad interim Oleksandr Turcinov di un referendum nazionale sullo status del Paese: federale (come chiedono Mosca e il sud-est ucraino) o meno. Turcinov confida nel fatto che “la maggioranza degli ucraini si pronuncerà a favore di una Ucraina indivisibile, indipendente, democratica e unita”. Ma i filorussi pretendono referendum locali, per far valere i loro rapporti di forza nel sud-est. E intanto hanno già proclamato la loro repubblica sovrana di Donetsk – dove però oggi il governatore filo-Kiev ha annunciato l’introduzione del regime antiterroristico – con una bandiera che al centro raffigura l’aquila bicipite russa.
A Putin, che sta seguendo la crisi con “grande preoccupazione”, sono già arrivati dalle regioni dell’Ucraina dell’est “moltissimi appelli” con “la richiesta di aiutare, di intervenire in un modo o nell’altro”, ha riferito il suo portavoce Dmitri Peskov. Uno dei capi della rivolta, Viaceslav Ponomariov, gli ha chiesto di “non permettere un genocidio della popolazione del Donbass“. Un copione che sembra ricalcare quello della Crimea, anche se il capo della diplomazia russa Serghiei Lavrov continua a spergiurare che non ci sono 007 di Mosca nell’Ucraina orientale e che “è contro i nostri interessi” interferire negli affari interni del Paese. Tesi cui non credono Kiev, Usa e alcune cancellerie europee, che rinfacciano al Cremlino la regia di quanto sta accadendo nell’est, con azioni apparentemente coordinate messe a segno da uomini armati in mimetica senza segni di riconoscimento.
Vertice ministri Esteri Ue – Tensione anche al vertice dei ministri degli Esteri della Ue in Lussemburgo, costretti a mediare tra chi vorrebbe passare subito al terzo pacchetto di sanzioni (quelle economiche) e chi, come l’Italia e la Germania, insiste per il dialogo. “La fase 3 non è sul terreno in questo momento”, ha riferito il capo della diplomazia italiana Federica Mogherini. Va “preservato quello spiraglio di dialogo che può costituire l’incontro a quattro di giovedì prossimo a Ginevra” e che è “l’unico filo che abbiamo per trovare una soluzione alla situazione in Ucraina”, ha aggiunto. Il rischio è di farlo saltare. Per questo ci si è limitati ad allungare la lista delle persone russe e ucraine oggetto di sanzioni personali, ma ogni decisione sulle sanzioni economiche è stata rinviata ad un vertice tra leader europei che potrebbe svolgersi la prossima settimana, come ha spiegato il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius.
Mondo
Ucraina, caccia russo sfiora nave Usa. Casa Bianca: “Gesto provocatorio”
Washington, commentando l'episodio avvenuto sul Mar Nero, ha aggiunto che simili azioni di Mosca "avranno un costo". Confermata la visita a Kiev del direttore della Cia
Il caccia russo vola basso sul Mar Nero e sfiora una nave americana sul Mar Nero, mentre nell’est dell’Ucraina si inaspriscono le tensioni tra il governo di Kiev e i separatisti filorussi. Intanto i Paesi Ue pensano a nuove sanzioni contro Mosca. Per il portavoce della Casa Bianca Jay Carney, l’eccessivo avvicinamento del caccia è stato definito dal Pentagono “provocatorio e non professionale”. Carney ha inoltre aggiunto che simili azioni di Mosca “avranno un costo”. Ma Mosca incassa l’ammissione della Casa Bianca che il direttore della Cia, John Brennan, è stato in Ucraina durante il fine settimana: una ingenuità che il Cremlino non dimenticherà facilmente nelle sue accuse di interferenza agli ‘sponsor’ occidentali del Maidan.
Lavrov ha evocato anche “l’ipocrisia senza limite” dell’Occidente, che ha definito “democrazia” la violenza a Maidan, conclusasi con decine e decine di morti, “mentre si parla di terrorismo a proposito delle manifestazioni pacifiche che si tengono ora nel sud-est del Paese”. Da ricordare che il presidente ucraino deposto Viktor Yanukovych ha accusato l’agenzia federale di essere dietro la decisione del governo di usare la forza nell’est del Paese. Accuse da cui la Cia ha preso le distanze.
Telefonata Obama-Putin – Il presidente russo Vladimir Putin ha chiamato Barack Obama ha sottolineato che le voci secondo cui la Russia starebbe interferendo in Ucraina “si basano su informazioni inaffidabili”. Lo si legge in una nota del Cremlino, a proposito della telefonata intercorsa tra i due leader a proposito della crisi in Ucraina. “Le autorità ucraine dovrebbero piuttosto dirigere la propria attenzione a formulare una nuova Costituzione, che coinvolga tutte le forze politiche del Paese, crei uno Stato federale e garantisca uno status non allineato dell’Ucraina”, si legge nella nota di Mosca.
Est Ucraina – I ribelli filorussi continuano ad occupare facilmente palazzi del potere nell’est ucraino sfidando il secondo ultimatum della tentennante Kiev, che l’ha lasciato scadere stamane senza far scattare per ora quell’operazione anti terrorismo con l’uso dell’esercito preannunciata il giorno prima ma decretata solo stasera. Un’incertezza legata a vari fattori: il dilagare a macchia d’olio della protesta, le defezioni di poliziotti locali, il rischio di un bagno di sangue e di un intervento dei 40mila soldati russi dislocati al confine. Ma sullo sfondo c’è anche il tentativo di tenere ancora aperto il dialogo, con la promessa del presidente ad interim Oleksandr Turcinov di un referendum nazionale sullo status del Paese: federale (come chiedono Mosca e il sud-est ucraino) o meno. Turcinov confida nel fatto che “la maggioranza degli ucraini si pronuncerà a favore di una Ucraina indivisibile, indipendente, democratica e unita”. Ma i filorussi pretendono referendum locali, per far valere i loro rapporti di forza nel sud-est. E intanto hanno già proclamato la loro repubblica sovrana di Donetsk – dove però oggi il governatore filo-Kiev ha annunciato l’introduzione del regime antiterroristico – con una bandiera che al centro raffigura l’aquila bicipite russa.
A Putin, che sta seguendo la crisi con “grande preoccupazione”, sono già arrivati dalle regioni dell’Ucraina dell’est “moltissimi appelli” con “la richiesta di aiutare, di intervenire in un modo o nell’altro”, ha riferito il suo portavoce Dmitri Peskov. Uno dei capi della rivolta, Viaceslav Ponomariov, gli ha chiesto di “non permettere un genocidio della popolazione del Donbass“. Un copione che sembra ricalcare quello della Crimea, anche se il capo della diplomazia russa Serghiei Lavrov continua a spergiurare che non ci sono 007 di Mosca nell’Ucraina orientale e che “è contro i nostri interessi” interferire negli affari interni del Paese. Tesi cui non credono Kiev, Usa e alcune cancellerie europee, che rinfacciano al Cremlino la regia di quanto sta accadendo nell’est, con azioni apparentemente coordinate messe a segno da uomini armati in mimetica senza segni di riconoscimento.
Vertice ministri Esteri Ue – Tensione anche al vertice dei ministri degli Esteri della Ue in Lussemburgo, costretti a mediare tra chi vorrebbe passare subito al terzo pacchetto di sanzioni (quelle economiche) e chi, come l’Italia e la Germania, insiste per il dialogo. “La fase 3 non è sul terreno in questo momento”, ha riferito il capo della diplomazia italiana Federica Mogherini. Va “preservato quello spiraglio di dialogo che può costituire l’incontro a quattro di giovedì prossimo a Ginevra” e che è “l’unico filo che abbiamo per trovare una soluzione alla situazione in Ucraina”, ha aggiunto. Il rischio è di farlo saltare. Per questo ci si è limitati ad allungare la lista delle persone russe e ucraine oggetto di sanzioni personali, ma ogni decisione sulle sanzioni economiche è stata rinviata ad un vertice tra leader europei che potrebbe svolgersi la prossima settimana, come ha spiegato il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius.
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La Paz, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Almeno 30 persone sono morte a causa di un incidente che ha coinvolto un autobus passeggeri, precipitato in un burrone profondo 800 metri nella città di Yocalla, nel sud della Bolivia. Lo ha riferito la polizia locale.
Tel Aviv, 17 feb. (Adnkronos) - Secondo quanto riportato dall'emittente statale israeliana Kan, citando diverse fonti, il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, non fa più parte del team incaricato delle trattative per la liberazione degli ostaggi. Fonti a conoscenza dei dettagli affermano che Bar potrebbe unirsi a una delegazione in futuro se si svolgeranno i negoziati sulla fase due.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Prosegue la protesta di Azione alla Camera sul decreto Milleproroghe: il capogruppo Matteo Richetti e la vicecapogruppo Elena Bonetti lasciano i lavori in corso nelle commissioni congiunte Affari Costituzionali e Bilancio. “Dopo il tempo sprecato dal governo nella discussione al Senato alla ricerca di una composizione delle divisioni interne, il testo del decreto è stato trasferito alla Camera solo questa mattina e approderà in Aula nella giornata domani. Alle Commissioni riunite – dichiarano Richetti e Bonetti – non restano che poche ore di esame notturno, una scelta che rende inutile ogni confronto di merito sulle misure contenute nel provvedimento e offende profondamente la funzione parlamentare e la dignità dei deputati membri. Se il governo intende ridurci a figuranti, abbia almeno la decenza di assumersene la responsabilità davanti al Paese. Noi non li aiuteremo”. Azione aveva già espresso nella mattinata la propria contrarietà al ripetuto ricorso alla fiducia, rendendo noto di non aver presentato, per questa ragione, emendamenti al decreto Milleproroghe.
Beirut, 17 feb. (Adnkronos) - Il governo libanese ha annunciato di aver approvato una risoluzione secondo cui soltanto lo Stato potrà possedere armi. La risoluzione chiede di fatto il disarmo di Hezbollah e include l'impegno a rispettare la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Ha ribadito le perplessità sul formato del vertice di Parigi, sull'invio di truppe europee in Ucraina e la necessità di percorrere strade che prevedano il coinvolgimento degli Stati Uniti. Queste le linee, a quanto si apprende, dell'intervento della premier Giorgia Meloni oggi al summit a Parigi convocato da Emmanuel Macron alla presenza del britannico Keir Starmer, del premier olandese, Dick Schoof, del cancelliere tedesco Olaf Scholz, del capo del governo polacco Donald Tusk e del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. All'Eliseo anche il segretario generale della Nato, Mark Rutte e i vertici Ue, Antonio Costa e Ursula von der Leyen.
Meloni, a quanto si apprende, ha sottolineato di aver voluto essere presente per non rinunciare a portare il punto di vista dell’Italia, ma di avere espresso le sue perplessità riguardo un formato che, a suo giudizio, esclude molti Paesi, a partire da quelle più esposti al rischio di estensione del conflitto, anziché includere, come sarebbe opportuno fare in una fase storica come questa. Anche perché, avrebbe rimarcato la premier, la guerra in Ucraina l’abbiamo pagata tutti.
Per l'Italia le questioni centrali rimangono le garanzie di sicurezza per l’Ucraina, perché senza queste ogni negoziato rischia di fallire. Quindi Meloni avrebbe rimarcato l'utilità di un confronto tra le varie ipotesi in campo, osservando come quella che prevede il dispiegamento di soldati europei in Ucraina appaia come la più complessa e forse la meno efficace. Una strada su cui l'Italia avrebbe mostrato le sue perplessità al tavolo.
Secondo Meloni, a quanto viene riferito, andrebbero esplorate altre strade che prevedano il coinvolgimento anche degli Stati Uniti, perché è nel contesto euro-atlantico che si fonda la sicurezza europea e americana. La premier avrebbe definito una sferzata sul ruolo dell'Europa quella lanciata dall'amministrazione Usa ma ricordando che prima di questa analoghe considerazioni sono state già state fatte da importanti personalità europee. È una sfida, avrebbe quindi sottolineato, per essere più concreti e concentrarsi sulle cose davvero importanti, come la necessità di difendere la nostra sicurezza a 360 gradi, i nostri confini, i nostri cittadini, il nostro sistema produttivo.
Secondo la presidente del Consiglio sono i cittadini europei a chiederlo: non dobbiamo chiederci cosa gli americani possono fare per noi, ma cosa noi dobbiamo fare per noi stessi.
Meloni avrebbe quindi rimarcato come il formato del summit all'Eliseo non vada considerato come un formato anti-Trump. Tutt’altro. Gli Stati Uniti lavorano a giungere ad una pace in Ucraina e noi dobbiamo fare la nostra parte, la sollecitazione della premier italiana. Meloni infine, sempre a quanto si apprende, avrebbe manifestato condivisione per il senso della parole del Vice Presidente degli Stati Uniti Vance, ricordando di aver espresso concetti simili in precedenza. Ancora prima di garantire la sicurezza in Europa, avrebbe sottolineato Meloni, è necessario sapere che cosa stiamo difendendo.
Parigi, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - "La Russia minaccia tutta l'Europa". Lo ha detto la premier danese Mette Frederiksen dopo i colloqui di emergenza a Parigi sul cambiamento di politica degli Stati Uniti sulla guerra in Ucraina.
La guerra in Ucraina riguarda i "sogni imperialisti di Mosca, di costruire una Russia più forte e più grande, e non credo che si fermeranno in Ucraina", ha detto ai giornalisti, mettendo in guardia gli Stati Uniti dai tentativi di concordare un cessate il fuoco "rapido" che darebbe alla Russia la possibilità di "mobilitarsi di nuovo, attaccare l'Ucraina o un altro paese in Europa".
Parigi, 17 feb. (Adnkronos) - "Oggi a Parigi abbiamo ribadito che l'Ucraina merita la pace attraverso la forza. Una pace rispettosa della sua indipendenza, sovranità, integrità territoriale, con forti garanzie di sicurezza. L'Europa si fa carico della sua intera quota di assistenza militare all'Ucraina. Allo stesso tempo abbiamo bisogno di un rafforzamento della difesa in Europa". Lo ha scritto su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.