Ancora “socialmente pericoloso“, ma ci sono elementi che fanno sperare che voglia recuperare. Dovrà rispettare “regole e istituzioni” e non dovrà ulteriormente offendere i magistrati. Con queste motivazioni e con questi avvertimenti il tribunale di Sorveglianza di Milano ha deciso l’affidamento ai servizi sociali dell’ex presidente del Consiglio.
Silvio Berlusconi ”è ancora persona socialmente pericolosa” ma una serie di elementi, come il pagamento del risarcimento danni e delle spese processuali per il caso Mediaset, “evidenziano la scemata pericolosità sociale” del leader di Fi e “appaiono indici di volontà di recupero”. Per i magistrati, che hanno deciso che il leader di Forza Italia potrà scontare la sua pena assistendo per 4 ore alla settimana gli anziani in una struttura di Cesano Boscone, ci sono “indici del recupero dei valori morali perseguiti dall’ordinamento”.
È stato lo stesso ex Cavaliere a mettersi a disposizione e a proporre all’Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna), un’attività di volontariato e rieducativa: anche se avrebbe voluto fare il motivatore dei disabili. Il pg Antonio Lamanna aveva dato parere favorevole all’affidamento ai servizi sociali avvertendo che Berlusconi non avrebbe dovuto comunque dovuto diffamare ulteriormente i magistrati. Le frasi ”offensive” delle toghe, secondo il Tribunale di Sorveglianza “dimostrano spregio nei confronti dell’ordine giudiziario, ivi compreso questo Collegio, e contestate in aula” dal sostituto procuratore generale, “ben potrebbero inficiare quegli indici di resipiscenza”, dimostrati dal leader di Fi dopo la condanna definitiva, “se reiterati”. Gli atteggiamenti di Berlusconi dovranno mantenersi “nell’ambito delle regole della civile convivenza, del decoro e del rispetto delle istituzioni” scrivono i giudici nelle motivazioni.
Il reato di frode fiscale e reiterato nel tempo dimostra “un’insofferenza del colpevole alle regole dello Stato poste a tutela dell’ordinamento e della civile convivenza”. I magistrati specificano anche anche che il leader di Fi nel corso dell’affidamento in prova ai servizi sociali dovrà avere “concreti comportamenti” che dovranno “mantenersi nell’ambito delle regole della civile convivenza, del decoro e del rispetto delle istituzioni”.
L’affidamento è una misura alternativa alla detenzione che può “sostenere e aiutare il soggetto a portare a maturazione quel processo di revisione critica e di emenda oggi in fieri”.I giudici hanno raccomandato all’ex premier di “mantenersi nell’ambito delle regole di civile convivenza, del decoro e del rispetto delle istituzioni e ciò sarà richiesto” a maggior ragione stando la condizione sociale, ed economicamente culturalmente privilegiata a cui il condannato appartiene”.
Secondo i giudici, infatti, “la misura alternativa può svolgere funzione rieducativa e di recupero sociale della persona anche qualora questa sia perfettamente inserita socialmente e laddove anzi il condannato sia stato capace di influenzare l’ambiente in direzione incompatibile con le regole del diritto e dell’ordinato vivere civile”.