Scaramucce diplomatiche fra Regno Unito e Corea del Nord, il tutto per l’ironia – e la spavalderia – di un barbiere londinese. Mo Nabbach, proprietario della M&M Hair Academy di South Ealing, nel sud ovest della capitale, non si aspettava di sollevare un caso internazionale per una sua rilettura della capigliatura del dittatore nordcoreano Kim Jong-un. È bastato un poster affisso alla porta del salone, con la foto del leader del Paese asiatico e la scritta “Giornata dai capelli orribili? Per tutto il mese di aprile sconto del 15% sul taglio uomo”, per scatenare la diplomazia a Londra e a Pyongyang. La vicenda nasce dalla visita nel salone di due diplomatici nordcoreani. “Sono venuti in giacca e cravatta e mi hanno intimato di rimuovere il poster, in quanto era ‘irrispettoso’ nei confronti del leader”, ha denunciato Nabbach alla Metropolitan Police di Londra. Cui è toccata anche una lamentela ufficiale dall’ambasciata nordcoreana a Londra, distante non più di due chilometri dal salone del barbiere irriverente. L’uomo, chiaramente, si è sentito minacciato, di qui la denuncia. Anche se la polizia di Londra ha precisato: “Abbiamo ricevuto entrambi gli esposti, ma al momento non è riscontrabile alcun crimine”.
Nabbach del resto lo ha detto ai giornalisti: “Volevo risollevare le vendite e mi sembrava carino scherzare sulla capigliatura di Kim Jong-un”. Non molte settimane fa ha fatto notizia l’imposizione a tutti gli studenti universitari della Corea del Nord di scegliere fra non più di tre o quattro tipi di tagli di capelli, tutti ispirati alla chioma del leader. Il quale, in Asia orientale, viene comunque irriso in quanto il suo stile ricorderebbe quello dei contrabbandieri cinesi che fanno la spola fra il Paese più popoloso del mondo e la Corea del Nord. Secondo la denuncia del barbiere, gli emissari dell’ambasciata avrebbero anche scattato delle fotografie del poster e preso appunti sulle circostanze del fattaccio. Una vera e propria missione di spionaggio a cielo aperto e sotto gli occhi di tutti, soprattutto sotto gli occhi spaventati di Nabbach, il quale ha chiamato la polizia subito dopo. Ma non senza aver detto ai due diplomatici: “Qui siamo in Inghilterra e non in Corea del Nord. E io faccio quello che voglio. Se volete, prendetevi degli avvocati”.
A incitare il barbiere anche alcuni dei suoi clienti, che gli hanno suggerito di tenere il poster in vetrina “per dimostrare che il Regno Unito è una democrazia. Questi due figuri erano molto minacciosi e vestiti di scuro. Ho avuto paura ma poi ho capito che non potevo sottostare alle loro imposizioni”, ha poi commentato l’uomo. Così, ora anche l’ambasciata britannica a Pyongyang, guidata da Michael Gifford, è stata investita del caso. Un’ambasciata che sul suo sito promuove “il dialogo per il rispetto dei diritti umani” ma che alla fine spende gran parte delle sue energie per organizzare corsi d’inglese per gli insegnanti nordcoreani. Ora, appunto, anche la diatriba per una buffa capigliatura che Kim Jong-un pare aver ereditato dal padre Kim Jong-il, leader per 17 anni spesso deriso per il suo lungo ciuffo che a detta dei maligni serviva a farlo sembrare più alto.