“Il gruppo Cairo stata diminuendo gli investimenti su La7”. L’allarme arriva dal Comitato di redazione e dai giornalisti di La7, a cui si aggiunge il Sindacato nazionale dei giornalisti. “E’ condivisa dalla Fnsi”, si legge in una nota, “la preoccupazione sul disinvestimento di interi settori produttivi a La7 annunciata dai lavoratori. Con la logica di tagli lineari dei costi imposta a fornitori esterni e a decisive strutture interne dell’emittente, si mette a rischio un pezzo importante dell’informazione del nostro Paese”. Il Sindacato nazionale dei giornalisti – prosegue la nota – “è, dunque, al fianco del Cdr e delle Rsu aziendali nella battaglia contro l’impoverimento di questa importante voce. La Fnsi, quindi, chiede al Gruppo Cairo un chiarimento urgente sulle strategie e sulle prospettive della terza tv nazionale non dimenticando che con la scusa di un processo di risanamento l’azienda non rispetta accordi sottoscritti con i lavoratori e specifiche previsioni del contratto di lavoro giornalistico, nonostante gli impegni assunti. L’informazione è un bene pubblico e per questo la Fnsi è al fianco dei lavoratori e dei colleghi dell’emittente nella loro giusta battaglia”.
Poche ore prima, i giornalisti avevano annunciato un’assemblea per il prossimo 18 aprile. “Il Cdr e i giornalisti de La7 accolgono con favore l’invito dei sindacati nazionali e delle Rsu aziendali a partecipare all’assemblea dei lavoratori dell’emittente proclamata per il prossimo 18 aprile in modo da poter unitariamente stabilire un coordinamento di tutti i dipendenti sulle tematiche comuni e le future azioni”. Il Comitato di redazione invita l’azienda a “un chiarimento sulle strategie e sulle prospettive future de La7”. Chiarimento ritenuto dal Cdr “necessario e indifferibile” anche alla luce “dell’interesse del gruppo Cairo ad acquisire le frequenze tv nazionali del digitale terrestre“, “il tutto in assenza di un piano industriale/editoriale”. Cdr e giornalisti condividono “le preoccupazioni che hanno spinto i rappresentanti sindacali del personale non giornalistico a proclamare lo stato di agitazione e un pacchetto di 16 ore di sciopero“. “La proprietà da tempo procede in un vero e proprio disinvestimento nei settori produttivi vitali dell’azienda – si legge nella nota – con una cieca revisione ‘lineare’ dei costi”.