Alessandro Profumo e Fabrizio Viola scoprono le carte. La ricapitalizzazione del Monte dei Paschi di Siena sarà di 5 miliardi e non più di 3 come previsto a dicembre, quando la Fondazione di Antonella Mansi si era messa di traverso ottenendo il rinvio dell’operazione, che le è poi servito per riuscire a vendere buona parte delle azioni con cui l’ente controllava la banca toscana e chiudere con successo i debiti aperti dalla precedente gestione proprio per mantenere la presa sull’istituto. Non solo, con una mossa da gioco degli scacchi la Fondazione era anche riuscita a non perdere il potere decisionale sulla banca grazie a un accordo siglato con i nuovi azionisti. Ora però le cose si complicano perché la nuova soglia dell’aumento di capitale, la posta che i soci dovranno scucire per non perdere quota è quasi raddoppiata.
L’operazione approvata all’unanimità dal cda della banca, sarà sottoposta all’assemblea straordinaria dei soci che è stata convocata per il 20-21-22 maggio. L’incremento dell’aumento, si legge nel comunicato che ne ha dato notizia, “ha lo scopo di dotare la banca di un buffer di capitale funzionale all’assorbimento di eventuali impatti negativi derivanti dal comprehensive assessment e continuare a far fronte agli impegni assunti nel piano “. Inoltre, “la maggior dimensione dell’aumento di capitale potrà consentire a Mps di accelerare la realizzazione del Piano Industriale 2013-2017, cogliendo al meglio le opportunità derivanti da una possibile ripresa delle condizioni macro-economiche e dell’attività bancaria e accelerare potenzialmente, in funzione degli esiti del comprehensive assessment, il rimborso integrale dei nuovi strumenti finanziari (gli aiuti di Stato erogati all’istituto dal governo Monti, ndr) rispetto ai tempi concordati con la Commissione Europea”.
“E’ andato tutto bene, la proposta è stata approvata all’unanimità e questo ci consentirà di mantenere la tempistica stretta” fissata, ha commentato Viola a Sky Tg24. Grazie al sì del Consiglio, ha aggiunto, “pensiamo di avviare il lancio dell’operazione a metà giugno e completarla entro metà luglio senza ritardi sulla tabella di marcia”.
Dal canto suo la Fondazione Mps ostenta tranquillità e fa sapere che valuterà la”mutata situazione” quando saranno “resi noti i dettagli dell’operazione“. All’interno di palazzo Sansedoni riferisce l’Ansa “c’è serenità”, come aveva detto pochi giorni fa la stessa presidente Mansi. La decisione se aderire all’aumento di capitale sarà presa dalla Deputazione amministratrice che dovrebbe riunirsi la prossima settimana anche se, al momento, non c’è una data già fissata. Attualmente la Fondazione detiene il 3,01% di Banca Mps con il 2,5% inserito in un patto parasociale su un totale del 9% con Fintech Advisory e Btg Pactual Europe, ai quali l’ente ha venduto il 6,5% delle azioni di Mps.
“L’azionariato si è modificato molto in questi ultimi mesi e questo determina chiaramente una varietà di investitori e di azionisti certamente superiore rispetto al passato”, ha detto a tal proposito Viola. “Voglio comunque ricordare che la Fondazione ha deciso di mantenere una quota nell’ambito del capitale e credo che questo sia un fatto importante – ha aggiunto Viola – , perché consente di mantenere un legame con quel territorio che è un elemento positivo per una banca con le caratteristiche come le nostre”. Inoltre, ha sottolineato l’amministratore delegato, “è molto importante la conferma della fiducia di un grande gruppo assicurativo come Axa, che in tutti questi anni ha mantenuto un rapporto forte con la banca, non solo nell’azionariato, ma anche dal punto di vista dell’attività industriale e commerciale”.
“Poi abbiamo una nuova compagine di investitori esteri che vengono da tutte le parti del mondo – ha precisato l’ad -; ovviamente questo ci porterà a un maggiore impegno in termini di relazione e comunicazione, perché si tratta di soci che sono molto esigenti nel valutare i risultati della banca, ma anche in termini di informazione”. Per Viola va inoltre “tutelato” l’azionariato dei risparmiatori “e il modo migliore per farlo è continuare a lavorare come stiamo facendo da oltre due anni, e portare la banca in tempi brevi nuovamente in una posizione di redditività che permetta di remunerare il capitale come deve essere”.
Intanto sul fronte giudiziario la Quinta sezione penale della Suprema Corte ha deciso che deve tornare a Siena per essere valutato dal Tribunale del riesame, il ricorso con il quale i pm senesi dell’indagine sull’acquisizione di Antonveneta da parte di Monte dei Paschi hanno chiesto alla Cassazione di annullare il no all’istanza di sequestro di 170 milioni di euro a carico della banca Jp Morgan deciso con ordinanza dello scorso 29 ottobre dal gip Ugo Bellini. La Corte ha quindi bocciato la scelta dei pm senesi di ricorrere direttamente al Palazzaccio senza rivolgersi prima al riesame. In particolare, gli ermellini “hanno qualificato l’impugnazione dei pubblici ministeri come appello e hanno disposto la trasmissione degli atti a Siena”. Ad avviso dei pm, i 170 milioni sarebbero “un profitto ingiustamente conseguito” dalla banca d’affari americana nell’ambito dell’operazione Fresh che consentì a Mps di reperire parte del capitale necessario ad acquisire Antonveneta.
Lobby
Mps porta l’aumento di capitale da 3 a 5 miliardi. Fondazione all’angolo
L'ad Fabrizio Viola: "Lancio dell'operazione a metà giugno, pensiamo di completarla entro metà luglio". L'ente azionista: "C'è serenità, valuteremo il da farsi"
Alessandro Profumo e Fabrizio Viola scoprono le carte. La ricapitalizzazione del Monte dei Paschi di Siena sarà di 5 miliardi e non più di 3 come previsto a dicembre, quando la Fondazione di Antonella Mansi si era messa di traverso ottenendo il rinvio dell’operazione, che le è poi servito per riuscire a vendere buona parte delle azioni con cui l’ente controllava la banca toscana e chiudere con successo i debiti aperti dalla precedente gestione proprio per mantenere la presa sull’istituto. Non solo, con una mossa da gioco degli scacchi la Fondazione era anche riuscita a non perdere il potere decisionale sulla banca grazie a un accordo siglato con i nuovi azionisti. Ora però le cose si complicano perché la nuova soglia dell’aumento di capitale, la posta che i soci dovranno scucire per non perdere quota è quasi raddoppiata.
L’operazione approvata all’unanimità dal cda della banca, sarà sottoposta all’assemblea straordinaria dei soci che è stata convocata per il 20-21-22 maggio. L’incremento dell’aumento, si legge nel comunicato che ne ha dato notizia, “ha lo scopo di dotare la banca di un buffer di capitale funzionale all’assorbimento di eventuali impatti negativi derivanti dal comprehensive assessment e continuare a far fronte agli impegni assunti nel piano “. Inoltre, “la maggior dimensione dell’aumento di capitale potrà consentire a Mps di accelerare la realizzazione del Piano Industriale 2013-2017, cogliendo al meglio le opportunità derivanti da una possibile ripresa delle condizioni macro-economiche e dell’attività bancaria e accelerare potenzialmente, in funzione degli esiti del comprehensive assessment, il rimborso integrale dei nuovi strumenti finanziari (gli aiuti di Stato erogati all’istituto dal governo Monti, ndr) rispetto ai tempi concordati con la Commissione Europea”.
“E’ andato tutto bene, la proposta è stata approvata all’unanimità e questo ci consentirà di mantenere la tempistica stretta” fissata, ha commentato Viola a Sky Tg24. Grazie al sì del Consiglio, ha aggiunto, “pensiamo di avviare il lancio dell’operazione a metà giugno e completarla entro metà luglio senza ritardi sulla tabella di marcia”.
Dal canto suo la Fondazione Mps ostenta tranquillità e fa sapere che valuterà la”mutata situazione” quando saranno “resi noti i dettagli dell’operazione“. All’interno di palazzo Sansedoni riferisce l’Ansa “c’è serenità”, come aveva detto pochi giorni fa la stessa presidente Mansi. La decisione se aderire all’aumento di capitale sarà presa dalla Deputazione amministratrice che dovrebbe riunirsi la prossima settimana anche se, al momento, non c’è una data già fissata. Attualmente la Fondazione detiene il 3,01% di Banca Mps con il 2,5% inserito in un patto parasociale su un totale del 9% con Fintech Advisory e Btg Pactual Europe, ai quali l’ente ha venduto il 6,5% delle azioni di Mps.
“L’azionariato si è modificato molto in questi ultimi mesi e questo determina chiaramente una varietà di investitori e di azionisti certamente superiore rispetto al passato”, ha detto a tal proposito Viola. “Voglio comunque ricordare che la Fondazione ha deciso di mantenere una quota nell’ambito del capitale e credo che questo sia un fatto importante – ha aggiunto Viola – , perché consente di mantenere un legame con quel territorio che è un elemento positivo per una banca con le caratteristiche come le nostre”. Inoltre, ha sottolineato l’amministratore delegato, “è molto importante la conferma della fiducia di un grande gruppo assicurativo come Axa, che in tutti questi anni ha mantenuto un rapporto forte con la banca, non solo nell’azionariato, ma anche dal punto di vista dell’attività industriale e commerciale”.
“Poi abbiamo una nuova compagine di investitori esteri che vengono da tutte le parti del mondo – ha precisato l’ad -; ovviamente questo ci porterà a un maggiore impegno in termini di relazione e comunicazione, perché si tratta di soci che sono molto esigenti nel valutare i risultati della banca, ma anche in termini di informazione”. Per Viola va inoltre “tutelato” l’azionariato dei risparmiatori “e il modo migliore per farlo è continuare a lavorare come stiamo facendo da oltre due anni, e portare la banca in tempi brevi nuovamente in una posizione di redditività che permetta di remunerare il capitale come deve essere”.
Intanto sul fronte giudiziario la Quinta sezione penale della Suprema Corte ha deciso che deve tornare a Siena per essere valutato dal Tribunale del riesame, il ricorso con il quale i pm senesi dell’indagine sull’acquisizione di Antonveneta da parte di Monte dei Paschi hanno chiesto alla Cassazione di annullare il no all’istanza di sequestro di 170 milioni di euro a carico della banca Jp Morgan deciso con ordinanza dello scorso 29 ottobre dal gip Ugo Bellini. La Corte ha quindi bocciato la scelta dei pm senesi di ricorrere direttamente al Palazzaccio senza rivolgersi prima al riesame. In particolare, gli ermellini “hanno qualificato l’impugnazione dei pubblici ministeri come appello e hanno disposto la trasmissione degli atti a Siena”. Ad avviso dei pm, i 170 milioni sarebbero “un profitto ingiustamente conseguito” dalla banca d’affari americana nell’ambito dell’operazione Fresh che consentì a Mps di reperire parte del capitale necessario ad acquisire Antonveneta.
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Economia & Lobby
Caro bollette, a due settimane dagli annunci di Giorgetti il decreto slitta ancora: cdm rinviato a venerdì
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Io sono un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente". Così Simone Cristicchi, ospite a 'Maschio Selvaggio' su Rai Radio 2, risponde alla conduttrice Nunzia De Girolamo quando fa notare al cantautore romano come la canzone sanremese 'Quando sarai piccola' sia piaciuta tanto a Elly Schlein quanto a Giorgia Meloni.
"Si tende sempre a identificare gli artisti politicamente, la musica invece non ha fazioni, non ha colori. Devo dire che tu hai messo insieme la destra e la sinistra", ha detto De Girolamo al cantautore arrivato quinto nella classifica finale. "Questo mi fa sorridere - ha confessato Cristicchi - sono molto contento di questo apprezzamento bipartisan, o anche super partes, che ha generato la mia canzone. Io sono sempre stato un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente, proprio perché volevo che la mia musica e la mia arte potesse arrivare a tutti ed è giusto che sia così".
"Ovviamente ho le mie idee, come tutti, non le rinnego e non mi vergogno di esternarle quando è il momento e quando ho voglia, però - ha concluso il cantautore - sono veramente contento di aver fatto questa canzone che sia piaciuta più o meno a tutti".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il caro bollette è un problema sempre più grave, che non possiamo più far finta di non vedere. Paghiamo le bollette più care d’Europa, che a sua volta paga le bollette più alte tra i competitor internazionali. Siamo i più tartassati tra i tartassati, con un evidente danno alla competitività delle imprese e al potere di acquisto delle famiglie. I lavoratori, in particolare, pagano questi aumenti tre volte: la prima in casa quando arriva la bolletta, la seconda perché le aziende devono metterli in cassa integrazione poiché con l’energia alle stelle perdono produttività, la terza perché l’energia spinge a rialzo l’inflazione e i prodotti nel carrello della spesa costano di più". Lo dice Annalisa Corrado della segreteria del Partito Democratico.
"Agire è possibile e doveroso. Possiamo farlo subito, a partire dalla protezione dei soggetti vulnerabili, oltre 3 milioni e mezzo di utenti, per il quali il governo vuole bandire aste che sarebbero una iattura. Bisogna fermarle immediatamente e riformare piuttosto l’acquirente unico, che al momento gestisce il servizio di tutela della vulnerabilità, perché possa tornare a stipulare i contratti pluriennali di acquisto, agendo come vero e proprio gruppo d’acquisto".
"È necessario inoltre agire ad ogni livello possibile per disaccoppiare il prezzo dell’energia da quello del gas: occorre lavorare ad una riforma europea dei mercati, scenario non immediato, agendo però contemporaneamente ed immediatamente per un “disaccoppiamento di fatto”, come quello che si potrebbe attuare supportando i contratti pluriennali con i produttori di energia da fonti rinnovabili (PPA, Power purchase agreement). Dovremmo prendere esempio dalla Spagna di Sanchez, inoltre, che ha imposto un tetto al prezzo del gas, ottenendo risultati brillanti che hanno trainato la ripresa d’industria ed economia. Dobbiamo fare di più e meglio per la transizione energetica per liberarci dalla dipendenza del gas: oltre ad insistere su sufficienza energetica ed elettrificazione dei consumi, dobbiamo agire ad ogni livello perché la quota di energia da fonti rinnovabili nel nostro mix di produzione cresca: questo è l’unico modo strutturale di far penetrare il beneficio in bolletta del basso costo delle energie pulite".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - “Allarmano e inquietano gli atti violenti rivolti in questi giorni contro le Forze dell’Ordine, a loro va la nostra piena solidarietà”. Lo dichiara la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi dopo gli incendi dolosi che hanno coinvolto questa mattina il commissariato e la Polstrada di Albano Laziale e nei giorni scorsi il comando della Compagnia dei carabinieri di Castel Gandolfo.
“Auguriamo agli agenti intossicati una pronta guarigione. Nell’attesa che sia fatta chiarezza sulle dinamiche e che i responsabili siano consegnati alla giustizia, non possiamo che schierarci senza indugio al fianco di chi ogni giorno si impegna per la sicurezza delle cittadine e dei cittadini”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Le bollette energetiche di famiglie e imprese sono alle stelle. Meloni ha fischiettato per mesi, ignorando anche le nostre proposte. E oggi annuncia il rinvio di un Cdm promesso ormai due settimane fa. Non avevano detto di essere 'pronti'?". Lo ha scritto sui social Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Tutto quello che ha a che fare con le emergenze vere di cittadini, famiglie, imprese passa in secondo piano nell’agenda del governo Meloni. Così è stato ed è per le liste d’attesa e per il diritto alla salute negato a milioni di concittadini, così è per il caro-bollette che da troppi mesi penalizza le aziende italiane e mette in ginocchio le fasce sociali più disagiate". Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e Sanità nella segreteria del Partito Democratico.
"Oggi la segretaria del Pd Elly Schlein ha presentato proposte molto chiare e concrete, che raccolgono peraltro l’interesse di imprenditori e associazioni degli utenti. Il Cdm sul problema del caro energia pare invece che slitti a venerdì. La presidente Meloni ne approfitti per raccogliere le nostre proposte sul disaccoppiamento del prezzo dell’energia da quello del gas e sull’Acquirente unico".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - La lotta alle mafie andrebbe portata avanti "in maniera trasversale. Ma non stiamo vedendo disponibilità all'ascolto e al lavoro comune da parte di questa destra". Lo ha detto Elly Schlein al seminario sulla legalità al Nazareno. "Noi continueremo a fare da pungolo costante, il messaggio che deve arrivare chiaro alle nuove generazioni è che la mafia è un male, e un freno al nostro Paese. Il Pd oggi più che mai è intenzionato a portare avanti questo lavoro con determinazione, mano nella mano con le realtà che affrontano il problema ogni giorno e ne sanno certamente più di noi".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - Nel contrasto alle mafie "il ruolo delle forze dell'ordine e della magistratura è fondamentale. Noi riconosciamo e sosteniamo il lavoro quotidiano delle forze dell'ordine. Vanno sostenute le forze dell'ordine, come la magistratura, che invece vediamo attaccata tutti i giorni da chi governa". Lo ha detto Elly Schlein al seminario sulla legalità al Nazareno.