Nella bolletta del gas si trova di tutto, perfino un contributo per tagliare il gas agli utenti morosi. Poi c’è la polizza contro i rincari del metano: dovrebbero tutelare gli utenti finali ma il suo costo continua a salire, mentre quello del gas scende. Capire il groviglio di accise, oneri e balzelli nascosti nella distinta costi è più difficile che studiare la cabala ebraica. Le aziende fanno pochissimo per renderla più trasparente, nonostante le lamentele di Federconsumatori e dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas (che ha ottenuto una riforma a partire dai prossimi mesi). Sapere cosa paghiamo però è l’unico modo per capire perché una famiglia media paghi 1.200 euro l’anno quando il costo della stessa quantità di gas (1.400 m³) sui mercati è di appena 420 euro.
Un’assicurazione al contrario
La prima voce in bolletta sono i “Servizi di vendita”, in altre parole il costo del gas. Semplice no? No. In realtà qui vengono contabilizzati anche una serie di acronimi astrusi, chiamati oneri di gradualità, ognuno dei quali corrisponde a un rincaro. Dietro le sigle Grad, Cpr, Ccr si celano i meccanismi che assicurano il cliente finale contro i rincari del metano. Da quando sono stati introdotti il prezzo del gas è sceso costantemente, ma negli ultimi sei mesi il costo di queste voci è triplicato. Il perché va ricercato in una riforma approvata dal ministero dello Sviluppo economico nel 2012. Per molto tempo i giganti del settore stipulavano con i Paesi produttori dei contratti Take or pay, con cui si impegnavano a pagare per un certo quantitativo di gas ogni anno anche se questo, com’è spesso accaduto, non veniva usato. Il peso di questi contratti veniva scaricato dalle aziende sulla bolletta. Ora il gas si compra soprattutto a prezzi di mercato (spot): ma comunque i fornitori scaricano in bolletta una parte del costo sostenuto dalle aziende “per adeguare il portafoglio di approvvigionamento alle nuove modalità di calcolo”. In altre parole, dentro ai contributi che dovrebbero tutelare gli utenti finali contro i rincari del gas, le aziende sono riuscite a caricare anche parte dei costi sostenuti per uscire dai vecchi contratti take or pay.
Un’altra voce da tenere sotto controllo è la “Quota energia”. Qui troviamo il prezzo del gas (0,29 centesimi al metro cubo) che rispecchia il valore sulle borse internazionali. Gli unici consumi per cui viene applicata questa tariffa sono però quelli sotto i 334 metri cubi: una famiglia media consuma però quattro volte tanto. Per la parte eccedente le aziende applicano un rincaro che, nel caso della bolletta qui a fianco, è del 45 per cento.
Tubatura, quanto mi costi
Ricadono sotto questa voce i costi per la rete di distribuzione. Per capire come sia possibile che le tubature pesino per più del17 per cento sulla bolletta bisogna districarsi in un lunghissimo elenco di oneri di rete, che però in bolletta non appaiono. Il più assurdo è l’Ug3, il contributo di morosità: gli utenti in regola con i pagamenti finanziano un fondo chiamato “Oneri connessi all’intervento di interruzione”. Gli onesti pagano perché le società vadano a staccare l’allacciamento a chi la bolletta ha smesso di pagarla. A fare da contraltare c’è il Gs, un bonus che finanzia i consumi del gas alle famiglie con reddito basso. Ma la voce di gran lunga più pesante (600 milioni di euro) è quella dei contributi RE e REt. Entrambi servono a “incentivare la produzione di energia termica da fonti rinnovabili”, come i contributi elettrici che hanno arricchito i produttori di pannelli fotovoltaici cinesi. Una piccola parte serve a finanziare l’installazione di apparecchiature domestiche (pompe di calore, caldaie a biomasse), ma la fetta più consistente finisce alle grandi industrie per le opere di efficientamento termico. Potrebbe sembrare un obiettivo lodevole: consumare meno. Peccato che i contratti stipulati con i proprietari della rete di distribuzione prevedano che il costo del trasporto aumenti quando si riduce la quantità di gas che passa dai tubi.
Addizionali e Iva. Una tassa sulla tassa
Le imposte pesano per il 36 per cento sulla bolletta del gas, il triplo rispetto a quella elettrica. Non solo, come si evince dalla sezione “Imponibile” c’è una tassa anche sulle tasse: tutte le accise e le addizionali sono infatti gravate dall’Iva al 10 e al 22 per cento. Qualche anno fa la Regione Sicilia, non soddisfatta della ricca addizionale regionale, aveva approvato anche una fantasiosa tassa sulle tubature. Almeno quella è stata abrogata.
da Il Fatto Quotidiano del 6 aprile 2014
Usi & Consumi
Bollette del gas, dietro le mille sigle si nasconde il salasso
Grad, Cpr, Ccr, Ug3: capire le voci che compongono il conto finale è praticamente impossibile. Strato dopo strato si sono depositati incentivi alle rinnovabili. Ma anche intenti nobili: superare il meccanismo dei contratti take or pay o per stimolare il risparmio energetico, che però si traducono sempre in aumento del prezzo finale per il consumatore
Nella bolletta del gas si trova di tutto, perfino un contributo per tagliare il gas agli utenti morosi. Poi c’è la polizza contro i rincari del metano: dovrebbero tutelare gli utenti finali ma il suo costo continua a salire, mentre quello del gas scende. Capire il groviglio di accise, oneri e balzelli nascosti nella distinta costi è più difficile che studiare la cabala ebraica. Le aziende fanno pochissimo per renderla più trasparente, nonostante le lamentele di Federconsumatori e dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas (che ha ottenuto una riforma a partire dai prossimi mesi). Sapere cosa paghiamo però è l’unico modo per capire perché una famiglia media paghi 1.200 euro l’anno quando il costo della stessa quantità di gas (1.400 m³) sui mercati è di appena 420 euro.
Un’assicurazione al contrario
La prima voce in bolletta sono i “Servizi di vendita”, in altre parole il costo del gas. Semplice no? No. In realtà qui vengono contabilizzati anche una serie di acronimi astrusi, chiamati oneri di gradualità, ognuno dei quali corrisponde a un rincaro. Dietro le sigle Grad, Cpr, Ccr si celano i meccanismi che assicurano il cliente finale contro i rincari del metano. Da quando sono stati introdotti il prezzo del gas è sceso costantemente, ma negli ultimi sei mesi il costo di queste voci è triplicato. Il perché va ricercato in una riforma approvata dal ministero dello Sviluppo economico nel 2012. Per molto tempo i giganti del settore stipulavano con i Paesi produttori dei contratti Take or pay, con cui si impegnavano a pagare per un certo quantitativo di gas ogni anno anche se questo, com’è spesso accaduto, non veniva usato. Il peso di questi contratti veniva scaricato dalle aziende sulla bolletta. Ora il gas si compra soprattutto a prezzi di mercato (spot): ma comunque i fornitori scaricano in bolletta una parte del costo sostenuto dalle aziende “per adeguare il portafoglio di approvvigionamento alle nuove modalità di calcolo”. In altre parole, dentro ai contributi che dovrebbero tutelare gli utenti finali contro i rincari del gas, le aziende sono riuscite a caricare anche parte dei costi sostenuti per uscire dai vecchi contratti take or pay.
Un’altra voce da tenere sotto controllo è la “Quota energia”. Qui troviamo il prezzo del gas (0,29 centesimi al metro cubo) che rispecchia il valore sulle borse internazionali. Gli unici consumi per cui viene applicata questa tariffa sono però quelli sotto i 334 metri cubi: una famiglia media consuma però quattro volte tanto. Per la parte eccedente le aziende applicano un rincaro che, nel caso della bolletta qui a fianco, è del 45 per cento.
Tubatura, quanto mi costi
Ricadono sotto questa voce i costi per la rete di distribuzione. Per capire come sia possibile che le tubature pesino per più del17 per cento sulla bolletta bisogna districarsi in un lunghissimo elenco di oneri di rete, che però in bolletta non appaiono. Il più assurdo è l’Ug3, il contributo di morosità: gli utenti in regola con i pagamenti finanziano un fondo chiamato “Oneri connessi all’intervento di interruzione”. Gli onesti pagano perché le società vadano a staccare l’allacciamento a chi la bolletta ha smesso di pagarla. A fare da contraltare c’è il Gs, un bonus che finanzia i consumi del gas alle famiglie con reddito basso. Ma la voce di gran lunga più pesante (600 milioni di euro) è quella dei contributi RE e REt. Entrambi servono a “incentivare la produzione di energia termica da fonti rinnovabili”, come i contributi elettrici che hanno arricchito i produttori di pannelli fotovoltaici cinesi. Una piccola parte serve a finanziare l’installazione di apparecchiature domestiche (pompe di calore, caldaie a biomasse), ma la fetta più consistente finisce alle grandi industrie per le opere di efficientamento termico. Potrebbe sembrare un obiettivo lodevole: consumare meno. Peccato che i contratti stipulati con i proprietari della rete di distribuzione prevedano che il costo del trasporto aumenti quando si riduce la quantità di gas che passa dai tubi.
Addizionali e Iva. Una tassa sulla tassa
Le imposte pesano per il 36 per cento sulla bolletta del gas, il triplo rispetto a quella elettrica. Non solo, come si evince dalla sezione “Imponibile” c’è una tassa anche sulle tasse: tutte le accise e le addizionali sono infatti gravate dall’Iva al 10 e al 22 per cento. Qualche anno fa la Regione Sicilia, non soddisfatta della ricca addizionale regionale, aveva approvato anche una fantasiosa tassa sulle tubature. Almeno quella è stata abrogata.
da Il Fatto Quotidiano del 6 aprile 2014
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Milano, 17 feb. (Adnkronos) - Luca Tomassini, ex rappresentante legale della Vetrya, che si era aggiudicata l'incarico per lo sviluppo dei servizi digital delle Olimpiadi e Paraolimpiadi Milano-Cortina 2026, si è presentato in procura a Milano e si è riservato di tornare per spiegare alcuni aspetti dell'inchiesta per turbativa d'asta e corruzione. Accompagnato dal difensore Giordano Balossi, l'indagato ha interloquito con i titolari dell'indagine - l'aggiunta Tiziana Siciliano e coi pm Francesco Cajani e Alessandro Gobbis - e si è riservato su un possibile interrogatorio più approfondito. Confronto atteso a breve e comunque prima della scadenza del termine delle indagini che è previsto per metà marzo.
Tel Aviv, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha annunciato di voler creare un'agenzia speciale per la "partenza volontaria" dei residenti di Gaza, dopo l'impegno del primo ministro a rispettare il piano del presidente americano di prendere il controllo del territorio palestinese e di sfollarne gli abitanti.
"Il ministro della Difesa Israel Katz ha tenuto una riunione oggi sulla partenza volontaria dei residenti di Gaza, dopo di che ha deciso di creare un'agenzia speciale per la partenza volontaria dei residenti di Gaza all'interno del Ministero della Difesa", si legge in una nota del ministero.
Almaty, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Sette persone sono rimaste intrappolate in una miniera di rame nel Kazakistan centrale a causa di un crollo. Lo hanno reso noto le autorità locali, aggiungendo che sono in corso le operazioni di soccorso. Secondo quanto riportato dai media kazaki, l'incidente è avvenuto a una profondità di circa 640 metri.
"A causa della rottura dei cavi, al momento non c'è comunicazione con i lavoratori", ha affermato in una nota il gestore della miniera, Kazakhmys. Non è stato specificato quando è avvenuto l'incidente, ma si è verificato presso lo stabilimento "Zhomart" dell'azienda, inaugurato nel 2006 nella regione centrale di Ulytau.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Giorgia Meloni ha lasciato il vertice di Parigi senza alcuna dichiarazione all'uscita. Per il momento non c'è una valutazione in chiaro da parte della presidente del Consiglio. Ma a Roma, a Montecitorio, le opposizioni incalzano e chiedono alla premier di venire in aula a chiarire in Parlamento cosa sta accadendo e quale è la linea dell'Italia nello sconquasso provocato dalle mosse dell'amministrazione Trump in Europa e sul fronte del conflitto ucraino. Pd, Movimento 5 Stelle e Avs si fanno portatori della richiesta. I 5 Stelle chiedono comunicazioni in aula con un voto.
"La presidente Meloni deve venire in aula a riferire su quanto sta accadendo. Su quella -dice Nicola Fratoianni- che potrebbe diventare la road map per una pace, per un cessate il fuoco, per un accordo in Ucraina. Si annuncia a Riad l'incontro tra la delegazione americana e quella russa. Un incontro in cui l'Europa non esiste e penso che questo sia un problema di cui il Parlamento, tutto il Parlamento, dovrebbe discutere. Non c'è tempo da perdere".
A nome del Pd parla il responsabile Esteri, Peppe Provenzano: "Giorgia Meloni deve venire in Aula, perché siamo alla fine del mondo di ieri", esordisce. "Gli alleati che ci avevano aiutato a liberarci dall'abisso del nazifascismo, oggi spalleggiano gli estremisti di destra, nostalgici del nazismo, in Germania. L'idea di escludere l'Europa dal negoziato per la pace in Ucraina è un attacco diretto al nostro continente". Di fronte a tutto questo, incalzano i dem, la premier "deve dirci da che parte vuole stare". Provenzano richiama "l'improvvida solitaria presenza della premier alla cerimonia giuramento di Trump", modo per sottolineare un "rapporto privilegiato" con la nuova amministrazione. Ma "in pochi giorni si è aperta una voragine nell'Atlantico" E "l'Italia deve scegliere da che parte stare. Il governo deve dirci da che parte vuole stare. Se partecipare al rilancio di un necessario protagonismo dell'Europa o continuare a stare dalla parte di chi vuole picconare la nostra costruzione comune".
E se il Pd conferma la linea del supporto a Kiev insieme alla richiesta di uno sforzo diplomatico europeo, i 5 Stelle rivendicano di sostenere "da tempo che andava trovata una soluzione diplomatica". Fino "a pochi mesi fa la premier Meloni diceva che con Putin era inutile parlare. Mi chiedo se ora direbbe lo stesso anche a Trump. Vogliamo delle comunicazioni del governo sulle novità della situazione ucraina, e le vogliamo con voto. Vorremmo sentire almeno per una volta Giorgia Meloni. La aspettiamo''.
Sul punto è poi tornato anche il capogruppo M5S, Riccardo Ricciardi, quando tutta l'aula si è alzata per una standing ovation in solidarietà al presidente Sergio Mattarella per gli attacchi subiti da parte del governo russo. Ricciardi nel dare solidarietà sottolinea però che il passaggio fatto dal capo dello Stato a Marsiglia, "che sicuramente è stato male interpretato, è un passaggio che noi non avremmo fatto perché dà la leva alla narrazione che da più due anni si sta facendo in Italia e in Europa, che giustifica il continuo invio di armi per continuare una guerra che ora si rendono tutti conto dovrà arrivare a una trattativa".
A stretto giro la replica in aula del capogruppo Fdi, Galeazzo Bignami: "Sono maldestri i tentativi di qualcuno di aprire, anche su questo, una distinzione che non ha ragione d’essere perché ci sarà tempo e modo di poter discutere se la trattiva di pace” sull’Ucraina “si aprirà grazie magari all’invio delle brigate del reddito di cittadinanza o grazie al fatto che qualcuno è stato al fianco di Kiev, grazie alla postura di questo governo, in continuità anche rispetto a quando voi avevate votato a favore dell’invio di armi".
Riad, 7 feb. (Adnkronos/Afp) - La delegazione russa, tra cui il ministro degli Esteri Sergei Lavrov e il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov, è arrivata in Arabia Saudita per colloqui di alto livello con funzionari statunitensi. Lo ha riferito la televisione di Stato russa.
Il canale di notizie Rossiya 24 ha mostrato i funzionari sbarcare da un aereo nella capitale saudita Riad. "La cosa principale è iniziare una vera normalizzazione delle relazioni tra noi e Washington", ha detto Ushakov a un giornalista dopo l'atterraggio.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - "La Lega, da sempre sincera sostenitrice della pace, confida che in Europa prevalga il buonsenso, anche grazie all’azione di un governo italiano forte e compatto. Incomprensibili gli attacchi di certa sinistra contro il Presidente Trump, che in poche settimane ha fatto - per la pace e la stabilità dell’intero Occidente - più di Biden in anni interi. Dopo troppi morti è l’ora di voltare pagina: il nemico non è Trump ma chi non vuole mettere fine ai conflitti". Così fonti della Lega.
Milano, 17 feb. (Adnkronos) - Più di un sospetto. Non c'è solo una testimone, ma anche una telecamera dello stabile in cui è avvenuto il delitto che rischia di aggravare la posizione Raffaele Mascia, 21 anni, che sabato pomeriggio 15 febbraio avrebbe ucciso in una panetteria di piazza Gambara a Milano Ivan Disar e avrebbe ferito in modo grave un altro ucraino.
La telecamera posta sul retro del negozio lo mostra mentre si allontana con la pistola (non denunciata) presa, poco prima, sempre dal retro, per 'rispondere' a una banale discussione nata con i due clienti. Sono in quattro - la donna, i due amici e il presunto assassino - quando il 21enne avrebbe impugnato l'arma e sparato ripetutamente. Il padre del giovane era impegnato sul retro a scaldare delle pizze e non avrebbe visto nulla. Sull'omicidio, il fascicolo è affidato al pm Carlo Parodi, indaga la squadra Mobile.