Due nuovi direttori per Tv2000. Al timone della televisione della Conferenza episcopale italiana, dopo l’improvviso licenziamento di Dino Boffo, sta per essere nominato come direttore di rete Paolo Ruffini, ex direttore di Rai 3 attualmente al comando di La 7. Assieme a Ruffini sarà nominato anche Lucio Brunelli, vaticanista del Tg2, come direttore del tg al posto dell’uscente Stefano De Martis. Incerta una terza nomina, quella di Andrea Melodia, ex dirigente Rai e attuale presidente dell’Unione cattolica stampa italiana, che potrebbe occupare la casella di direttore generale al posto di Marco Guglielmi. Ruffini, parlemitano, classe 1956, giornalista, è figlio del politico della Democrazia cristiana Attilio Ruffini, e nipote del cardinale Ernesto Ruffini, che fu arcivescovo di Palermo dal 1945 fino alla morte, avvenuta nel 1967, e di Enrico La Loggia, che è stato ministro per gli Affari regionali nel governo Berlusconi 2001-2006.
Legato ai confratelli di Bergoglio per aver studiato in gioventù all’Istituto dei gesuiti Massimiliano Massimo di Roma, Ruffini inizia la sua carriera come cronista al quotidiano “Il Mattino” di Napoli per poi passare alla redazione politica de “Il Messaggero”, di cui nel 1996, su proposta dell’allora direttore Giulio Anselmi, diventa vicedirettore. Vicepresidente dell’Associazione stampa parlamentare dal 1993 al 1996 quando viene nominato direttore del Giornale Radio Rai fino al 2002 quando approda al timone di Rai 3. Dopo lo scoppio dell’inchiesta di Bari, che riguardava anche Berlusconi, il centrodestra mise sotto accusa molte trasmissioni della terza rete Rai e Ruffini fu sostituito alla direzione da Antonio Di Bella. Reintegrato alla guida di Rai 3 dopo una vertenza giudiziaria, nel 2011 Ruffini chiese e ottenne la risoluzione del contratto con la Rai per assumere la direzione di La7.
Diverso, invece, il percorso umano e professionale di Brunelli. Romano, classe 1952, amico di lunga data di Jorge Mario Bergoglio, si laurea all’Università “La Sapienza” di Roma con una tesi sulla formazione religiosa e culturale di Giorgio La Pira. Nel 1983 inizia la sua carriera giornalistica nel mensile cattolico “30Giorni” di don Giacomo Tantardini e Giulio Andreotti. Assunto in Rai, da 1995 è il vaticanista del Tg2. Ha firmato numerosi documentari e reportage per la rubrica Tg2dossier: “La fabbrica dei santi”; “I segreti di padre Pio”; “Paradossi siriani”; “Un sogno chiamato Yemen”; “Benedetto XVI, ritratto inedito”; e “Francesco, Papa tra la gente” andato in onda in occasione del primo anno di pontificato di Bergoglio. Fu Brunelli a svelare i voti del conclave del 2005 che ha eletto Joseph Ratzinger, pubblicando ampi stralci del diario redatto da un cardinale elettore sull rivista “Limes”. Da quello scoop emerse che il vero contendente del Papa tedesco alla successione di Karol Wojtyla era il gesuita Bergoglio, eletto vescovo di Roma otto anni dopo, a seguito della rinuncia al pontificato di Benedetto XVI.
Media & Regime
La televisione della Cei all’epoca di Bergoglio, arriva Ruffini ex direttore di Rai3
Il giornalista che ha iniziato la sua carriera al Mattino e che attualmente è alla direzione de La7, approda a Tv2000 in sostituzione del licenziato Dino Boffo
Due nuovi direttori per Tv2000. Al timone della televisione della Conferenza episcopale italiana, dopo l’improvviso licenziamento di Dino Boffo, sta per essere nominato come direttore di rete Paolo Ruffini, ex direttore di Rai 3 attualmente al comando di La 7. Assieme a Ruffini sarà nominato anche Lucio Brunelli, vaticanista del Tg2, come direttore del tg al posto dell’uscente Stefano De Martis. Incerta una terza nomina, quella di Andrea Melodia, ex dirigente Rai e attuale presidente dell’Unione cattolica stampa italiana, che potrebbe occupare la casella di direttore generale al posto di Marco Guglielmi. Ruffini, parlemitano, classe 1956, giornalista, è figlio del politico della Democrazia cristiana Attilio Ruffini, e nipote del cardinale Ernesto Ruffini, che fu arcivescovo di Palermo dal 1945 fino alla morte, avvenuta nel 1967, e di Enrico La Loggia, che è stato ministro per gli Affari regionali nel governo Berlusconi 2001-2006.
Legato ai confratelli di Bergoglio per aver studiato in gioventù all’Istituto dei gesuiti Massimiliano Massimo di Roma, Ruffini inizia la sua carriera come cronista al quotidiano “Il Mattino” di Napoli per poi passare alla redazione politica de “Il Messaggero”, di cui nel 1996, su proposta dell’allora direttore Giulio Anselmi, diventa vicedirettore. Vicepresidente dell’Associazione stampa parlamentare dal 1993 al 1996 quando viene nominato direttore del Giornale Radio Rai fino al 2002 quando approda al timone di Rai 3. Dopo lo scoppio dell’inchiesta di Bari, che riguardava anche Berlusconi, il centrodestra mise sotto accusa molte trasmissioni della terza rete Rai e Ruffini fu sostituito alla direzione da Antonio Di Bella. Reintegrato alla guida di Rai 3 dopo una vertenza giudiziaria, nel 2011 Ruffini chiese e ottenne la risoluzione del contratto con la Rai per assumere la direzione di La7.
Diverso, invece, il percorso umano e professionale di Brunelli. Romano, classe 1952, amico di lunga data di Jorge Mario Bergoglio, si laurea all’Università “La Sapienza” di Roma con una tesi sulla formazione religiosa e culturale di Giorgio La Pira. Nel 1983 inizia la sua carriera giornalistica nel mensile cattolico “30Giorni” di don Giacomo Tantardini e Giulio Andreotti. Assunto in Rai, da 1995 è il vaticanista del Tg2. Ha firmato numerosi documentari e reportage per la rubrica Tg2dossier: “La fabbrica dei santi”; “I segreti di padre Pio”; “Paradossi siriani”; “Un sogno chiamato Yemen”; “Benedetto XVI, ritratto inedito”; e “Francesco, Papa tra la gente” andato in onda in occasione del primo anno di pontificato di Bergoglio. Fu Brunelli a svelare i voti del conclave del 2005 che ha eletto Joseph Ratzinger, pubblicando ampi stralci del diario redatto da un cardinale elettore sull rivista “Limes”. Da quello scoop emerse che il vero contendente del Papa tedesco alla successione di Karol Wojtyla era il gesuita Bergoglio, eletto vescovo di Roma otto anni dopo, a seguito della rinuncia al pontificato di Benedetto XVI.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.