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Dani Alves, Renzi e Prandelli mangiano la banana contro il razzismo

A sostegno del difensore del Barcellona è scesa in campo la stampa brasiliana che in vista dei Mondiali ha fatto del gesto un manifesto contro le discriminazioni. E su Twitter con l'hashtag #somostodosmacacos arrivano tantissimi messaggi di solidarietà
Dani Alves, Renzi e Prandelli mangiano la banana contro il razzismo
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“Siamo tutti delle scimmie”. Da Neymar a Matteo Renzi a Cesare Prandelli, tutti mangiano la banana per sostenere il brasiliano Dani Alves. E l’episodio di razzismo nei confronti del difensore del Barcellona diventa un simbolo contro le discriminazioni.

Domenica 27 aprile, nel corso del match di campionato tra il Barcellona e il Villareal, dagli spalti che si affacciano sul calcio d’angolo, oltre ai cori razzisti verso il difensore del club catalano Dani Alves viene lanciata una banana. Lui con un gesto semplice e umoristico la raccoglie, la sbuccia, ne mangia un pezzo e poi calcia il pallone come niente fosse.

“Il razzismo? È un problema che c’è da tempo in Spagna – ha affermato Alves – bisogna prendere le cose con una dose di umorismo perché non è facile cambiare le cose. Se non diamo importanza a queste persone non raggiungeranno il loro obiettivo”.

A sostegno del compagno di squadra si è subito schierato l’attaccante Naymer che su Twitter ha postato una foto mentre mangia anche lui una banana, definendo gli autori di quel gesto una “banda di razzisti”. Il tweet con l’hashtag #somostodosmacacos (siamo tutti scimmie, ndr.) ha già ricevuto tantissimi commenti di solidarietà. In Italia a dedicare uno scatto al difensore brasiliano sono stati anche Matteo Renzi e Cesare Prandelli, che hanno mangiato una banana davanti ai fotografi nel cortile di palazzo Chigi. “Con Cesare facciamo una foto alla Dani Alves” ha detto Renzi, dopo aver incontrato la squadra nazionale di calcio a 5, campione d’Europa 2014. 

 

Il portale Globoesporte, uno dei più importanti del Brasile, ha lanciato un manifesto dal titolo ‘Siamo tutti Dani Alves’. Nel Paese che tra 45 giorni ospiterà la Coppa del Mondo “nessuno è o deve essere bianco, nero o giallo – si legge nell’articolo – abbiamo o dovremmo essere tutti dello stesso colore” perché “l’intolleranza ci danneggia più della corruzione”. Il presidente della Fifa Joseph Blatter ha annunciato che “ai Mondiali ci sarà tolleranza zero” verso le discriminazioni.

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