Le liste di Forza Italia per le elezioni europee, come ha raccontato ilfattoquotidiano.it, sono piene di condannati e indagati. Ma uno di loro può vantare una sorta di primato: una doppia condanna in primo grado. Si tratta di Armando Cusani, ex sindaco di Sperlonga e presidente della Provincia di Latina. Ad inaugurare la sua corsa elettorale, lo scorso marzo, anche Antonio Tajani, vicepresidente della commissione europea, e capolista azzurro.
Cusani in prima battuta è stato condannato ad un anno e 8 mesi (con pena sospesa) per abuso d’ufficio. La vicenda riguarda la rimozione del comandante dei vigili urbani di Sperlonga (in provincia Latina), nel 2003, quando Cusani rivestiva il ruolo di primo cittadino del Comune del sud pontino. Ma non finisce qui. Perché nel 2012 ha rimediato un’altra condanna a due anni per abuso d’ufficio e abuso edilizio (ora è in corso l’appello).
In questo caso la vicenda riguardava alcuni lavori all’albergo hotel Grotta di Tiberio del quale è comproprietario. Nella sentenza è stata disposta anche “la demolizione delle opere abusive e la rimessione in ripristino dello stato dei luoghi a cure e spese dei condannati” al momento non eseguite. Il prefetto di Latina Antonio D’Acunto, lo scorso ottobre, ha anche sospeso per 18 mesi Cusani dalla carica di presidente della Provincia di Latina secondo quanto dispone la legge Severino. Dopo la sospensione, Cusani convocò una conferenza stampa lasciando fuori un cronista di Latina Oggi, giornale colpevole di aver pubblicato il provvedimento di sospensione.
Le due condanne avevano fatto ipotizzare una possibile esclusione dalle liste (nel partito che ha lasciato fuori Claudio Scajola, assolto in primo grado). Forza Italia tuttavia ha scelto di puntare su quello che è ritenuto “mister preferenze” grazie all’appoggio di Claudio Fazzone, senatore azzurro e componente della commissione antimafia. Cusani e Fazzone sono stati protagonisti di una durissima battaglia contro lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del comune di Fondi, deciso dall’allora ministro Roberto Maroni, ma non ratificato dal governo Berlusconi. Cusani arrivò a parlare di “un’associazione a delinquere finalizzata alla diffamazione a mezzo stampa” per biasimare quanti si occupavano della vicenda e del caso. Non solo. Volle esprimere solidarietà alla giunta comunale di Fondi e giudicò la relazione del prefetto e della commissione di accesso “una patacca” e l’operazione Fondi ‘opera di pezzi deviati dello Stato”. La realtà ha raccontato invece dei livelli di infiltrazioni con la sentenza della magistratura che ha condannato gli uomini del clan confermando la presenza mafiosa nel comune del sud pontino. Cusani, Fazzone e proprio Tajani saranno protagonisti di un nuovo appuntamento elettorale nei prossimi giorni dal titolo: “In cammino verso un futuro chiamato: Europa”. In attesa del futuro, Cusani porta in dote il passato con due condanne in primo grado.