Pensare per immagini. Ovvero l’ovvietà su cui poggiano nascita e sviluppo del linguaggio umano. Ci siamo dentro fino al collo, e lo saremo sempre più: le generazioni dei digitali-nativi non conoscono quasi alternative. Eppure esiste un paradosso che – come spesso accade – trova nel Belpaese il suo trionfo: siamo immersi in un oceano iconocentrico in costante espansione eppure non ci preoccupiamo di capire/spiegare come tale mondo funzioni veramente. Perché si sa, l’universo del linguaggio immaginario ha codici precisi, atti a formulare significati non sempre evidenti che tuttavia solo gli esperti in materia si preoccupano di studiare e illuminare.
La riflessione, non nuova ma giustamente riproposta, è stata al centro della tavola rotonda Film Literacy, accessibility and audience development in Europe organizzata oggi nell’ambito del XV Festival del Cinema Europeo di Lecce. Niente paura: “film literacy” non è un insulto, semplicemente è l’espressione internazionale con cui ci si riferisce alla “alfabetizzazione del linguaggio audiovisivo”.
Il tema è solo apparentemente di nicchia, bensì riguarda tutti, proprio per le ragioni sopra sintetizzate. Nel capoluogo salentino si sono radunati esperti in materia per capire lo stato dell’arte di una “disciplina” surrealmente e colpevolmente ancora trascurata. Da anni se ne parla tra gli addetti ai lavori, il primo nonché finora l’unico Piano Nazionale per la Didattica del Cinema e del Linguaggio Audiovisivo in Italia risale alla fine degli anni Novanta: fu sostenuto da alcuni docenti e intellettuali tra cui Lino Micciché che ne fece uno dei suoi cavalli di battaglia. Fu un tentativo coraggioso di applicazione della materia nella scuola, intesa dalla materna alle superiori. Il Piano si “frantumò” per ragioni politiche (cambiò il Governo a cavallo tra la seconda e terza annualità) e dopo di allora il vuoto, o quasi.
Oggi qualcosa sembra ripartire, anche grazie alle spinte europee che cercano di convogliare sotto un unico “ombrello” le istanze legate a questo tema, seppur consapevoli che ogni territorio si diversifichi per problematiche, esigenze, espressioni specifiche. L’Italia della “Film Literacy” si trova a “combattere” per strutturarsi a livello nazionale integrato grazie anche agli sforzi di Alessandra Guarino (Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia) e di Simone Moraldi (Università RomaTre – esperto di Film Literacy), protagonisti oggi al convegno accanto a Doris Pack (Presidente Commissione Cultura Parlamento Europeo), Nathalie Bourgeois (Cinémathèque Française), Silvano Marseglia (Presidente Europeo AEDE) e Mark Reid del British Film Institute, istituzione che ha peraltro curato per conto della Commissione Europea l’importante rapporto Screening Literacy: Film Education in Europe pubblicato agli inizi del 2013.
Nel documento si capisce subito che la definizione di “Film Literacy” è qualcosa che supera la comprensione dei film, o dei programmi tv o dei videogames, giusto per capirci, ma riguarda la nostra vita quotidiana stessa, altrimenti tra volta da codici e simbologie che non raramente sottendono ideologie pericolose. È noto a tutti che il Fascismo (ed altri regimi) mise il cinema al centro del proprio interesse (“La cinematografia è l’arma più forte dello Stato” decretava solennemente Il Duce..): oggi la manipolazione attraverso ma soprattutto delle immagini stesse ha ormai raggiunto livelli impensabili fino a pochi anni fa.
Portare nelle scuole anche a partire dai più piccoli l’insegnamento del “senso delle immagini” e dunque di inquadrature, capire il significato dei movimenti di macchina, osservare con attenzione i punti di vista etc.. è un dovere morale che rispecchia un diritto civile a qualunque latitudine, livello d’istruzione, estrazione sociale e culturale. L’obiettivo è – come hanno puntualizzato Guarino, Moraldi e il docente Francesco Crispino – “fare struttura sinergica e strategica” attorno a un tema urgente ed emergente. Di alfabetizzazione audio-visiva si riparlerà a Parigi il 27 e 28 maggio presso il Quartier Generale dell’UNESCO, e speriamo anche più diffusamente sugli organi di comunicazione (di massa). Chi volesse saperne di più, può consultare e contribuire al blog Screeningliteracy-italia.blogspot.com.