Altro che fare presto. Il governo è costretto a minacciare la crisi per farsi seguire da subito dalla maggioranza che lo sostiene. E nemmeno basta del tutto. In commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama un ordine del giorno presentato da Roberto Calderoli che prevede il Senato elettivo è passato con 15 voti, uno dei quali è quello di Mario Mauro, il leader dei Popolari per l’Italia che fanno parte della maggioranza di governo. Poi il testo base del governo è stato approvato anche con i voti di Forza Italia. “Molto bene, non era facile. La palude non ci blocca! E’ proprio #lavoltabuona” esulta il presidente del Consiglio Matteo Renzi. “E’ una serata assolutamente positiva, è stato fatto un passo avanti importante, perché è stato adottato come testo base il ddl del governo” aggiunge il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. Ma il senso della giornata è quello che disegna il capogruppo di Forza Italia in Senato Paolo Romani: “Forza Italia è stata determinante e senza di noi non sarebbe passato il testo base. Abbiamo votato l’ordine del giorno Calderoli e grazie a noi è passato; abbiamo votato il testo base e grazie a noi è passato. Questo dimostra che siamo determinanti per il cammino delle riforme che, grazie a noi, può partire”.
In realtà il giallo si è verificato anche nel centrodestra d’opposizione. “Abbiamo vinto noi e il Governo ha perso – dice Calderoli – E se ne sono usciti vivi la ministra e Renzi è solo per il tradimento di Berlusconi, che fino alle ore 20.20 al telefono con me mi diceva ‘mi raccomando tieni duro, il testo del Governo non deve passare prima del 25 maggio. Noi ti seguiamo fino in fondo’. Poi alle 21.15 ha cambiato idea. Forse sarà il fascino della ministra, fossi nella Pascale mi preoccuperei”.
Voto all’odg Calderoli sul Senato elettivo: sì di Mauro, Mineo assente
Il primo scossone è arrivato quando la commissione ha approvato per un voto l’ordine del giorno di Roberto Calderoli che prevede un Senato elettivo. E’ un ordine del giorno e non il testo base approvato dal governo, ma i lavori sono ora sospesi. L’ordine del giorno di Calderoli differisce da quello dell’altra relatrice, la presidente di commissione Anna Finocchiaro su un punto essenziale, vale a dire le modalità di elezione del futuro Senato: il testo del senatore leghista prevede che i senatori di ciascuna regione siano eletti a suffragio universale dai cittadini della stessa regione contestualmente ai Consigli regionali. L’altro elemento è ancora più politico: il testo è infatti passato con 15 voti a favore e 14 contro, grazie al sì di Mario Mauro, ex ministro con Enrico Letta e guida dei Popolari per l’Italia. I lavori della Commissione sono ora stati sospesi perché si deve verificare se questo ordine del giorno preclude o meno quello della Finocchiaro. Oltre al rappresentante del Carroccio hanno votato a favore i cinque senatori di Forza Italia, i quattro del M5S, Sel e Mario Mauro dei Popolari per l’Italia, appartenente alla maggioranza. Il suo voto, considerando i 13 no, è stato decisivo. Corradino Mineo non ha partecipato al voto. Erano tre gli ordini del giorno presentati: il terzo (respinto) era di Forza Italia e prevedeva che dopo l’approvazione della riforma del Senato e del Titolo V si metta sul tavolo quella della forma di governo, in particolare partendo dal presidenzialismo.
Ok al testo base del governo con voti di Forza Italia
Poi il testo base del governo è stato approvato dalla commissione con 17 sì e 10 no, con alcuni voti di Forza Italia. La Finocchiaro ha ritirato il suo ordine del giorno e proposto di votare il testo base sulle riforme del Governo. Ma l’odg di Calderoli dà un “orientamento” ai lavori della commissione, ma “eventuali emendamenti che dovessero contraddire l’ordine del giorno di Calderoli sarebbero ammissibili al dibattito e al voto” spiega la stessa presidente di commissione.
“Boschi ha minacciato la crisi di governo”. Ma lei smentisce
La Boschi ha smentito, ma le agenzie di stampa hanno riferito che se la commissione Affari costituzionali del Senato non approvasse il disegno di legge del governo sulle riforme come testo base, le conseguenze potrebbero portare alle dimissioni del governo. Circostanza che fa dire ai commissari del M5s Endrizzi, Morra e Crimi che “la Boschi lancia minacce a vuoto di crisi di governo, ma c’è solo un Governo in crisi d’immagine”. Di certo c’è che il lavoro per arrivare al voto sul testo-base sull’abolizione del Senato approvato dal consiglio dei ministri è stato durissimo: è durato quasi due giorni.
La confusione e la tensione sono stati gli unici elementi certi della giornata. Fonti di Palazzo Chigi prima della seduta della commissione hanno sostenuto che “la maggioranza sosterrà il testo del governo”: “Non la diamo vinta a Calderoli” come aveva detto il ministro Boschi, entrando in Commissione. “Il consiglio dei ministri e il governo sono aperti ad alcune modifiche che saranno indicate in un ordine del giorno” ha aggiunto il ministro. Ma il senatore leghista, ex ministro e vicepresidente del Senato, ha insistito: “Io il mio ordine del giorno l’ho riformulato e presentato. Non ne ho visti altri”.
Politica
Riforme, via libera al testo base di Renzi. Ma al governo servono i voti di Berlusconi
Cortocircuito in commissione: passa l'odg di Calderoli che prevede il Senato elettivo. Decisivo Mauro. Poi l'esecutivo la spunta grazie a Fi. Romani: "Siamo determinanti". Il Carroccio: "B ci ha tradito"
Altro che fare presto. Il governo è costretto a minacciare la crisi per farsi seguire da subito dalla maggioranza che lo sostiene. E nemmeno basta del tutto. In commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama un ordine del giorno presentato da Roberto Calderoli che prevede il Senato elettivo è passato con 15 voti, uno dei quali è quello di Mario Mauro, il leader dei Popolari per l’Italia che fanno parte della maggioranza di governo. Poi il testo base del governo è stato approvato anche con i voti di Forza Italia. “Molto bene, non era facile. La palude non ci blocca! E’ proprio #lavoltabuona” esulta il presidente del Consiglio Matteo Renzi. “E’ una serata assolutamente positiva, è stato fatto un passo avanti importante, perché è stato adottato come testo base il ddl del governo” aggiunge il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. Ma il senso della giornata è quello che disegna il capogruppo di Forza Italia in Senato Paolo Romani: “Forza Italia è stata determinante e senza di noi non sarebbe passato il testo base. Abbiamo votato l’ordine del giorno Calderoli e grazie a noi è passato; abbiamo votato il testo base e grazie a noi è passato. Questo dimostra che siamo determinanti per il cammino delle riforme che, grazie a noi, può partire”.
In realtà il giallo si è verificato anche nel centrodestra d’opposizione. “Abbiamo vinto noi e il Governo ha perso – dice Calderoli – E se ne sono usciti vivi la ministra e Renzi è solo per il tradimento di Berlusconi, che fino alle ore 20.20 al telefono con me mi diceva ‘mi raccomando tieni duro, il testo del Governo non deve passare prima del 25 maggio. Noi ti seguiamo fino in fondo’. Poi alle 21.15 ha cambiato idea. Forse sarà il fascino della ministra, fossi nella Pascale mi preoccuperei”.
Voto all’odg Calderoli sul Senato elettivo: sì di Mauro, Mineo assente
Il primo scossone è arrivato quando la commissione ha approvato per un voto l’ordine del giorno di Roberto Calderoli che prevede un Senato elettivo. E’ un ordine del giorno e non il testo base approvato dal governo, ma i lavori sono ora sospesi. L’ordine del giorno di Calderoli differisce da quello dell’altra relatrice, la presidente di commissione Anna Finocchiaro su un punto essenziale, vale a dire le modalità di elezione del futuro Senato: il testo del senatore leghista prevede che i senatori di ciascuna regione siano eletti a suffragio universale dai cittadini della stessa regione contestualmente ai Consigli regionali. L’altro elemento è ancora più politico: il testo è infatti passato con 15 voti a favore e 14 contro, grazie al sì di Mario Mauro, ex ministro con Enrico Letta e guida dei Popolari per l’Italia. I lavori della Commissione sono ora stati sospesi perché si deve verificare se questo ordine del giorno preclude o meno quello della Finocchiaro. Oltre al rappresentante del Carroccio hanno votato a favore i cinque senatori di Forza Italia, i quattro del M5S, Sel e Mario Mauro dei Popolari per l’Italia, appartenente alla maggioranza. Il suo voto, considerando i 13 no, è stato decisivo. Corradino Mineo non ha partecipato al voto. Erano tre gli ordini del giorno presentati: il terzo (respinto) era di Forza Italia e prevedeva che dopo l’approvazione della riforma del Senato e del Titolo V si metta sul tavolo quella della forma di governo, in particolare partendo dal presidenzialismo.
Ok al testo base del governo con voti di Forza Italia
Poi il testo base del governo è stato approvato dalla commissione con 17 sì e 10 no, con alcuni voti di Forza Italia. La Finocchiaro ha ritirato il suo ordine del giorno e proposto di votare il testo base sulle riforme del Governo. Ma l’odg di Calderoli dà un “orientamento” ai lavori della commissione, ma “eventuali emendamenti che dovessero contraddire l’ordine del giorno di Calderoli sarebbero ammissibili al dibattito e al voto” spiega la stessa presidente di commissione.
“Boschi ha minacciato la crisi di governo”. Ma lei smentisce
La Boschi ha smentito, ma le agenzie di stampa hanno riferito che se la commissione Affari costituzionali del Senato non approvasse il disegno di legge del governo sulle riforme come testo base, le conseguenze potrebbero portare alle dimissioni del governo. Circostanza che fa dire ai commissari del M5s Endrizzi, Morra e Crimi che “la Boschi lancia minacce a vuoto di crisi di governo, ma c’è solo un Governo in crisi d’immagine”. Di certo c’è che il lavoro per arrivare al voto sul testo-base sull’abolizione del Senato approvato dal consiglio dei ministri è stato durissimo: è durato quasi due giorni.
La confusione e la tensione sono stati gli unici elementi certi della giornata. Fonti di Palazzo Chigi prima della seduta della commissione hanno sostenuto che “la maggioranza sosterrà il testo del governo”: “Non la diamo vinta a Calderoli” come aveva detto il ministro Boschi, entrando in Commissione. “Il consiglio dei ministri e il governo sono aperti ad alcune modifiche che saranno indicate in un ordine del giorno” ha aggiunto il ministro. Ma il senatore leghista, ex ministro e vicepresidente del Senato, ha insistito: “Io il mio ordine del giorno l’ho riformulato e presentato. Non ne ho visti altri”.
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Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 alle ore 15.30 si svolgeranno le commemorazioni dell'Ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci. Poi il primo punto all'ordine del giorno è la mozione di sfiducia a Daniela Santanchè.
(Adnkronos) - La sede opportuna, ha sottolineato Ciriani, "è il Copasir che è un organo del Parlamento e non del governo, ed è presieduto da un componente delle opposizioni. E' quella la sede in cui il governo fornisce tutte le informazioni del caso: oggi è stato audito Valensise, la settimana scorsa Caravelli e la prossima settimana sarà audito Frattasi. Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
E anche sulla richiesta delle opposizioni di sapere se Paragon sia stato utilizzato dalla polizia penitenziaria, Ciriani ribadisce che saranno date "riposte nelle sedi opportune. C'e' un luogo in cui dare risposte e un altro luogo in cui non si possono dare, ma questo è la legge a disporlo, non è il governo". Infine viste le proteste dei gruppi più piccoli che non sono rappresentati nel Copasir, Ciriani ha ricordato che "è la legge che lo prevede, non dipende dal governo".
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 al mattino si terrà discussione generale sulla mozione di sfiducia al ministro Carlo Nordio. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo della Camera.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - La conferenza dei capigruppo ha stabilito che domani dalle 18 votazione si svolgerà la chiama per la fiducia sul dl Milleproroghe. Le dichiarazioni di voto inizieranno alle 16 e 20. Il voto finale sul provvedimento è previsto per giovedì.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Le opposizioni protestano con il governo e con il presidente della Camera Lorenzo Fontana sulla mancata interrogazione al question time sul caso Paragon. "Il governo si sottrae al confronto con il Parlamento. Siamo totalmente insoddisfatti sulle motivazioni apportate dal ministro Ciriani" che ha ribadito come il governo ritenga "non divulgabili" le informazioni sul caso, ha detto la presidente dei deputati Pd, Chiara Braga, al termine della capigruppo a Montecitorio. "E abbiamo chiesto anche al presidente Fontana di rivalutare la sua scelta".
"Il governo ha avuto l'atteggiamento di chi è stato preso con le mani nella marmellata: tutti hanno parlato, ma ora che abbiamo chiesto se lo spyware fosse utilizzato dalla polizia penitenziaria scatta il segreto...", osserva il capogruppo di Iv, Davide Faraone. Per Riccardo Magi di Più Europa si tratta "di un altro colpo alle prerogative del Parlamento. Si toglie forza a uno dei pochissimi strumenti che si hanno per ottenere risposte dal governo".
Roma, 18 (Adnkronos) - "Si tratta di informazioni non divulgabili" e come tali "possono essere divulgate solo nelle sedi opportune" come il Copasir. Lo ha detto il ministro Luca Ciriani al termine della capigruppo alla Camera a proposito delle interrogazioni al governo da parte delle opposizioni sul caso Paragon. "Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
Milano, 18 feb. (Adnkronos) - "Sono molto sollevato per la decisione del giudice Iannelli che ha escluso la richiesta di arresti domiciliari a mio carico. Ciò mi permette di proseguire il mio lavoro di architetto e anche di portare a termine l’incarico di presidente di Triennale e di docente del Politecnico di Milano". Lo afferma Stefano Boeri dopo la decisione del gip di Milano che ha disposto un'interdittiva che gli vieta per un anno di far parte di commissioni giudicatrici per procedure di affidamento di contratti pubblici.
L'archistar è indagato insieme a Cino Paolo Zucchi e Pier Paolo Tamburelli per turbativa d'asta nell'inchiesta per la realizzazione della Beic, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura. "Ribadisco la mia piena fiducia nel lavoro della magistratura e non vedo l’ora di poter chiarire ulteriormente la mia posizione. Non nascondo però la mia inquietudine per tutto quello che ho subito in queste settimane e per i danni irreversibili generati alla mia vita privata e professionale" conclude Boeri in una nota.