Un posto a Mediaset o una somma di denaro per cambiare schieramento dal Partito democratico a Forza Italia. La senatrice Pd Anna Finocchiaro depone in Aula come teste al processo per la presunta compravendita di senatori per contribuire alla caduta del governo Prodi nel 2006. “I senatori Paolo Rossi e Nino Randazzo”, ha dichiarato, “mi raccontarono di essere stati avvicinati da persone che chiesero loro di passare dal centrosinistra al centrodestra”. Finocchiaro ha spiegato che Randazzo, eletto in Australia, le raccontò di essere stato avvicinato all’aeroporto di Fiumicino da un imprenditore che lo invitò a incontrare Silvio Berlusconi. Nel caso di Rossi, a contattarlo fu il senatore Tomassini, suo concittadino e conoscente. “Rossi – ha detto la teste – si aspettava di dover affrontare problemi della loro città e rimase sgomento quando gli fu chiesto di cambiare schieramento. Mi riferì che, in cambio del passaggio al centrodestra, gli avevano offerto un posto in Mediaset“.
Una versione confermata anche da uno dei diretti interessati. “In cambio del mio passaggio al centrodestra”, ha affermato in Aula Paolo Rossi, “l’ex senatore Antonio Tomassini mi offrì una somma di denaro che, mi disse non avrebbe cambiato la vita del presidente Berlusconi, ma la mia sì”. Rossi ha spiegato che Tomassini, ginecologo di sua moglie e come lui ex esponente della Dc, lo invitò a casa sua. Credendo di dover discutere di problemi relativi a Varese, la città nella quale vivono entrambi, vi andò. Il collega, tuttavia, cominciò a parlare di politica. “Mi disse che il governo Prodi non aveva futuro e che per Berlusconi era assolutamente fondamentale tornare a fare il Presidente del Consiglio, perché era una cosa che sentiva molto”. Per questo motivo, ha affermato Rossi, Tomassini gli offrì del denaro, assicurandogli che ‘ad horas’ avrebbero potuto raggiungere Berlusconi a Villa Certosa, in Sardegna, per perfezionare l’accordo.
Inoltre i finanziamenti di Forza Italia al movimento Italiani nel mondo, che fa capo a Sergio De Gregorio, hanno rappresentato l’argomento centrale della testimonianza del capitano della Guardia di Finanza Sebastiano Di Giovanni al processo per la presunta compravendita di senatori che vede imputati Silvio Berlusconi e Valter Lavitola. L’ufficiale che ha condotto gli accertamenti bancari, rispondendo alle domande dei pm Alessandro Milita e Henry John Woodcock, ha riferito che tra il 2007 e il 2008 furono eseguiti sei bonifici sul conti del movimento, per un ammontare complessivo di un milione di euro. L’investigatore ha sottolineato che, come documentato dalla movimentazione bancaria, quel denaro non fu utilizzato per finalità politiche bensì finì nella disponibilità dello stesso De Gregorio. L’ex senatore del Pdl, secondo l’impostazione accusatoria, avrebbe ricevuto somme di danaro per cambiare schieramento politico e contribuire alla caduta del governo Prodi.