E’ il colosso cinese Shanghai Electric l’atteso partner internazionale che, per 400 milioni di euro, rileverà il 40% di Ansaldo Energia. Cioè l’azienda genovese di cui il Fondo strategico italiano di Cassa depositi e prestiti ha rilevato lo scorso ottobre – per 657 milioni – l’85% delle quote dal fondo di investimento americano First Reserve e dalla ex controllante Finmeccanica, rimasta finora nell’azionariato della società con un 15%. La cessione al braccio operativo di Cdp era andata in porto con la benedizione del governo Letta, che, nel solco della tradizione, aveva spinto per la solita “soluzione nazionale” per sottrarre la società delle turbine e delle centrali elettriche alle mire di tedeschi e asiatici. Lasciando però la porta aperta a un eventuale partner industriale straniero. Ruolo per il quale sono stati in lizza Samsung, Siemens e i coreani di Doosan, bruciati però all’ultimo dal gruppo controllato dal governo di Pechino, che pagherà, appunto, 400 milioni. All’epoca dell’operazione di Cdp il gruppo genovese era stato valutato 1,4 miliardi, quindi la cifra risulta inferiore al previsto. Ma nella storia dei passaggi di mano di Ansaldo Energia il valzer delle cifre è una costante: basti ricordare che nel 2011 il fondo First Reserve aveva acquisito il 45% di Ansaldo per soli 225 milioni, per poi rivenderlo al Fondo strategico a 387, con una plusvalenza del 72%. Quanto a Finmeccanica, ora potrà uscire di scena, vendere il rimanente 15% e fare cassa. Un introito che contribuirà a ridurre l’indebitamento e migliorare il suo bilancio. Dopo la trimestrale in rosso per 12 milioni e la notizia possibile taglio del programma F35, in cui è coinvolta Alenia-Aermacchi, il 7 maggio il titolo ha perso in Borsa il 7,5%.

A ufficializzare l’accordo con i cinesi sono stati gli amministratori delegati di Ansaldo, Giuseppe Zampini, e di Cassa depositi Prestiti, Giovanni Gorno Tempini, insieme al ministro della Difesa Roberta Pinotti e al premier Matteo Renzi, in visita per l’occasione nel capoluogo ligure. L’accordo con Shanghai Electric prevede anche la costituzione di due joint venture per la produzione di turbine a gas destinate ai mercati asiatici e lo sviluppo di un centro di ricerca a Shanghai.

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