La Regione Emilia Romagna rimane senza consiglieri del Movimento 5 stelle. Dopo Giovanni Favia, anche Andrea Defranceschi, eletto con le elezioni del 2010, è stato sospeso e diffidato a utilizzare il simbolo. Alla base della decisione presa da Beppe Grillo c’è la richiesta della Corte dei conti di risarcire 22mila euro di spese irregolari. La notizia, come da prassi ormai, è stata comunicata attraverso il sito beppegrillo.it poco prima delle 11, con un post titolato “Defranceschi fuori dal Movimento 5 stelle”. E, a quanto apprende ilfattoquotidiano.it, il consigliere regionale non ne era a conoscenza prima nonostante la sera precedente si trovasse proprio in compagnia del leader in occasione del comizio di Reggio Emilia. L’annuncio, inoltre, arriva nel giorno della tappa bolognese del tour elettorale di Grillo. Il diretto interessato, tuttavia, respinge al mittente le accuse: “Per rispetto del Movimento accetto la decisione, ma ricorro al Tar – scrive in una nota – Se ho commesso una irregolarità burocratica, sono il primo a voler sapere quale”. Lo stesso Beppe Grillo, intervenendo in serata in un comizio a Bologna, ha precisato: “Si tratta di una sospensione, se sarà innocente e il Tar gli darà ragione sarà ripreso nel Movimento”.
L’ANNUNCIO SUL BLOG – “La Corte dei conti dell’Emilia Romagna chiede a tutti i partiti della regione di restituire 150mila e 876 euro di spese effettuate nel 2013, considerate irregolari dai giudici contabili”, si legge sul blog di Beppe Grillo. “A seguito di questa richiesta formale della Corte dei conti il consigliere regionale Defranceschi è sospeso dal M5S e diffidato a utilizzarne il simbolo. Il M5S ha grande rispetto della Corte dei conti e se si viene sanzionato si chiede scusa e ci si autosospende“.
Alla notizia della richiesta di risarcimento, il consigliere aveva utilizzato parole molto dure nei confronti della Corte dei conti: “Vorrebbe chiedermi la restituzione di un anno di stipendio di due persone che hanno lavorato – aveva scritto in un comunicato – Questo è l’ennesimo sfregio di una burocrazia che non distingue il valore del lavoro dal furto”. Parole che oggi vengono molto ammorbidite: “Confermo la mia sospensione a tutela del Movimento stesso – scrive Defranceschi in un comunicato stampa – Così come confermo la certezza di aver utilizzato i soldi pubblici a tutela del lavoro del Gruppo consiliare e dei posti di lavoro, nel pieno rispetto non solo dell’etica ma anche delle norme vigenti, come testimoniano tutti i documenti da me prontamente consegnati alla magistratura”.
Con l’allontanamento di Defranceschi, l’Emilia Romagna si conferma la terra più difficile per il Movimento di Grillo. Defranceschi, insieme a Favia, è stato uno dei primi esponenti a 5 stelle a riuscire a entrare nei palazzi di una Regione. Ora, però, con la sua diffida (alcuni nel Movimento sostengono sia temporaneo, nell’attesa della decisione del Tar) in viale Aldo Moro non rimane più nessuno a rappresentare il Movimento 5 stelle. Va ricordato, infatti, che da ormai più di un anno, Giovanni Favia, l’ex pupillo di Grillo, fa parte del gruppo misto, dopo essere stato espulso per le sue dichiarazioni sulla scarsa democrazia interna.
LE REAZIONI E LA REPLICA – Tra le prime reazioni c’è stata quella del deputato Alessandro Di Battista, che su Facebook si è detto “fiero di appartenere a un movimento che si comporta come il 5 stelle”. Poi fa un parallelo tra il comportamento del Movimento e quello del Pd. “Noi sbattiamo fuori il consigliere regionale M5S Defranceschi e lo diffidiamo dall’utilizzo del simbolo. Il Pd, invece, tace su un suo deputato, il renziano Genovese, per il quale i giudici hanno chiesto l’arresto“.
Solidarietà arriva invece dalla senatrice emiliana Elsa Bulgarelli, da sempre vicina al consigliere regionale. Anche lei utilizza i social network per commentare la notizia. “Conosco la persona, conosco il suo lavoro e il suo impegno” scrive. “Anche Beppe riconosce tutto questo. Ma il rispetto delle istituzioni, che Andrea Defranceschi per primo ha sempre dimostrato, va oltre i legami profondi fra le persone. Ti aspettiamo dopo la sentenza del Tar, certi che durante non arretrerai di un millimetro come hai sempre fatto”.
“Ogni centesimo è stato usato per l’attività istituzionale che sono chiamato a svolgere in nome dei cittadini e per la quale non mi risparmio – ha replicato infine Defranceschi – Ma risparmio i soldi pubblici. Di cui rispondo e risponderò personalmente, come di ogni mio gesto”. Se il Ter gli darà ragione, dunque, Grillo ha garantito che per De Franceschi l’avventura nei 5 Stelle continuerà.