Un mese e ancora tanto lavoro da fare, oltre a un carico di paure legate alla sicurezza e alle contestazioni che non fanno dormire sogni tranquilli alla Fifa e al governo. Il 12 giugno iniziano i Mondiali di calcio ma in Brasile l’evento continua a rimanere lontano dalle strade, perché diventato ingombrante per la presidente Dilma Rousseff e mal visto dalla popolazione. Basti pensare che il sondaggio effettuato nelle scorse settimane dal quotidiano Folha ha emesso un verdetto inquietante: solo il 52 per cento dei brasiliani vede di buon occhio la manifestazione. Intanto i lavori procedono a rilento e l’uso della forza pubblica per contrastare i crescenti malumori ha portato all’ennesimo morto in una favela a pochi chilometri da Copacabana, venti giorni fa.

Stadi, cantieri ancora aperti e rischio black out – Da un punto di vista organizzativo l’aspetto più preoccupante è l’avanzamento lavori degli stadi, i cui costi sono lievitati del 300 per cento rispetto a quanto programmato. Lo scorso week end a Porto Alegre si è tenuto il test del Beira-Rio, che ospiterà cinque partite. Globoesporte ha analizzato la situazione dell’impianto evidenziando l’inesistenza di bar funzionanti all’interno e i cantieri ancora aperti attorno alla struttura che rischiano di rendere complicato l’afflusso dei tifosi. Anche il Pantanal di Cuiabà ha evidenziato problemi nel test- event di aprile: il sistema di drenaggio non ha retto la pioggia che cadeva in quel momento e l’acqua ha superato i marciapiedi invadendo gli accessi. E l’Aneel, il gestore del servizio elettrico brasiliano, ha recentemente lanciato l’allarme circa il rischio black out negli stadi di Belo Horizonte, Porto Alegre, Manaus e Curitiba. Ma il caso più critico resta quello dell’arena Itaquerao di San Paolo, dove si giocherà la partita inaugurale tra Brasile e Croazia. L’impianto è finito sotto accusa a causa di un crollo verificatosi a novembre e costato la vita a due operai. Ancora oggi l’Itaquerao non è stato completato dalla multinazionale Oderbrecht, molto vicina all’ex presidente Lula e impegnata nell’edificazione di quattro stadi per la Coppa del Mondo. Il 2 aprile, secondo quanto riportato dai media brasiliani, durante un sopralluogo i vigili del fuoco hanno rilevato 26 irregolarità, tra cui le uscite di sicurezza troppo piccole. I lavori vanno avanti giorno e notte nelle strutture ancora incomplete e il 7 maggio si è nuovamente ingrossata la conta delle vittime nei cantieri: un operaio è morto folgorato da una scarica elettrica nello stadio di Cuiabà. Il comitato di gestione della Fifa – che un mese fa aveva ammesso la situazione d’emergenza – oggi tranquillizza, anche se la tabella di marcia prevedeva la fine dei lavori nel dicembre 2013.

Sicurezza, repressione e scioperi polizia. La Fifa: “Tifosi, garantitevi un alloggio” – Non dorme sogni sereni neanche la popolazione brasiliana. Oltre ai rischi legati alle scommesse e alla prostituzione, non si arrestano le violenze nelle favelas. Negli ultimi venti giorni, gli scontri sono arrivati alle porte di Copacabana e durante le operazioni di ‘pacificazione’ condotte dall’Upp e dagli agenti del Bope, i battaglioni d’assalto della polizia carioca, sono state uccise due persone: Douglas Rafael Pereira Da Silva, ballerino molto famoso in Brasile, e un uomo seminfermo durante un intervento nella favela Pavao-Pavaozinho. E quello che il governo Rousseff sta preparando è uno schieramento di forze dell’ordine senza precedenti. Saranno 57mila i militari mobilizzati nelle città che ospiteranno la Coppa, 21mila dei quali schierati se dovessero verificarsi picchi di crisi nella sicurezza. Ed è concreto il rischio che la polizia federale decida d’incrociare le braccia durante l’evento, trasformando la Coppa in un incubo per le istituzioni calcistiche e brasiliane. “Paralizzeremo i mondiali”, ha promesso il sindacato rivendicando un aumento di stipendio atteso da otto anni che ha portato giovedì scorso a una prima protesta ufficiale in occasione dell’annuncio dei giocatori convocati dal ct Felipe Scolari. La situazione sempre meno stabile ha spinto il segretario generale della Fifa Jerome Valcke – già in altre occasioni critico nei confronti della gestione del mondiale brasiliano – ad avvertire i tifosi: “Non è la Germania. Non sarà possibile dormire in auto o in tenda, né usare il treno per spostarsi da una sede all’altra. Garantitevi un alloggio. Non è consigliabile arrivare con lo zaino e andarsene in giro”.

Dai gorilla di Ronaldo alla ‘crisi’ dell’Iran. E domani Prandelli ne sceglie 30 – In questo crescendo di allarme, si distingue l’iniziativa della federazione portoghese che ha chiesto di poter portare in Brasile quattro guardie del corpo addette alla protezione della star lusitana Cristiano Ronaldo. La misura preventiva per i probabili assedi al campione del Real Madrid avrà fatto impallidire i giocatori dell’Iran. La nazionale iraniana, infatti, sotto la voce ‘ad personam’ potrà inserire solo la maglia ufficiale. Per risparmiare sulla spedizione il numero 1 della Federazione ha chiesto infatti ai convocati di non scambiare le magliette a fine gara perché non avranno a disposizione una divisa per ogni partita in programma. E a sentire i protagonisti, la qualità non dev’essere delle migliori. Stando alle dichiarazioni del portiere Ali-Resa Haghighi la sua maglia – taglia XL – è diventata una XXXL dopo un solo lavaggio. Domani intanto inizia a entrare nel vivo anche il mondiale della nazionale italiana. Il ct Cesare Prandelli comunicherà in giornata i nomi dei 30 calciatori che svolgeranno la preparazione a Coverciano a partire dal 19 maggio. La lista definitiva dei convocati verrà invece diramata il 3 giugno, due giorni prima del volo che porterà la delegazione azzurra nel ritiro di Mangaratiba.

Twitter: @AndreaTundo1

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