Primo Greganti è stato sospeso da Pd, dove risultava ancora iscritto a Torino, nel circolo 4 di San Donato-Campidoglio. Il compagno G, protagonista negli anni Novanta del versante rosso di Tangentopoli che toccò i rapporti tra il Pci-Pds e le coop di area, è stato nuovamente arrestato l’8 maggio nell’inchiesta milanese per corruzione sugli appalti di Expo2015.
Greganti peraltro non è l’unico reduce da Tangentopoli ri-arruolato nel Pd torinese. In consiglio comunale siede tra i democratici Giusy La Ganga, altro nome simbolo dell’inchiesta Mani pulite (all’epoca ras piemontese del Psi di Bettino Craxi). raggiunto da una decina di avvisi di garanzia, uscì dai relativi processi con diversi patteggiamenti. In occasione di uno di questi, in una condanna a un anno e otto mesi, scrisse ai giudici: “Mi assumo la responsabilità dei finanziamenti illeciti ricevuti e per coerenza non posso più continuare a fare il politico”. Poi nel 2005 ottenne la ribilitazione dal Tribunale di Torino. E la promessa di lasciare la politica finì nel nulla.
Davanti ai pm milanesi finì anche Giancarlo Quagliotti, coinvolto in alcune inchieste con lo stesso Greganti e condannato insieme al compagno G per una mazzetta su un depuratore, come ricorda Marco Travaglio su Il Fatto Quotidiano l’11 maggio. Nel 2011, Quagliotti è stato coordinatore della campagna elettorale di Piero Fassino per la corsa vincente alla poltrona di sindaco, e oggi resta un potente membro della segreteria regionale del partito.
A ridosso delle europee di maggio, e dalle regionali del Piemonte, l’emergere di queste vecchie storie potrebbe mettere in imbarazzo il Pd torinese. Finora nessuno dei dirigenti locali ha rilasciato dichiarazioni, e la consegna sembra essere quella del silenzio.
Quanto a Greganti, “dopo la notizia dell’arresto è scattato immediatamente il provvedimento di sospensione cautelativa – spiega all’Huffington Post il segretario provinciale del Pd di Torino Fabrizio Morri – ovviamente se in queste settimane dovesse chiederci di iscriversi anche per l’anno corrente non glielo consentiremo”. Greganti risulta iscritto in quella sezione nel 2012 e nel 2013, e in attesa di rinnovo per il 2014. Da qui l’esigenza di sospenderlo. Ma come è possibile che un personaggio con quel curriculum giudiziario, e con quella valenza simbolica nella storia del malaffare italiano, sia stato riammesso tra i democratici? E che fosse – sempre secondo l’Huffington Post – ben in vista a eventi pubblici del partito, primo fra tutti la presentazione ufficiale della candidatura di Sergio Chiamparino come candidato presidente della regione Piemonte? “E’ vero – ammette Morri – non potevamo certo negargli di avere contatti con il mondo del Pd o di partecipare agli eventi, ma a quanto ne so io non aveva rapporti con i dirigenti. Mi dispiace molto a livello umano – aggiunge Morri – Greganti cercava di risollevarsi dal punto di vista professionale. Ma certamente faceva tutto per sé, e non per il partito”.
La sospensione cautelare è un provvedimento automatico previsto dal codice etico nei casi di arresto per reati gravi. “Una volta verificato il suo tesseramento”, spiega Morri, “è scattata la sospensione automatica effettuata dalla commissione dei garanti”.