Duecentodieci milioni di euro per ripristinare le aree colpite dall’alluvione del 19 gennaio scorso, beni “mobili” compresi. Ma niente fiscalità di vantaggio per una provincia, quella di Modena, che dopo i terremoti del maggio 2012 ha subito esondazioni, frane, tornado e grandinate eccezionali. Entra in vigore a partire dal 13 maggio il decreto numero 74 del 2014 varato dal governo e firmato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, “Misure urgenti in favore delle popolazioni dell’Emilia Romagna colpite dal terremoto e dai successivi eventi alluvionali verificatisi tra il 17 ed il 19 gennaio 2014”, per ricostruire ciò che l’esondazione del fiume Secchia in pochi giorni ha distrutto. Case, fabbriche, edifici pubblici, “e per la prima volta nella storia degli ultimi 35 anni – commenta il sindaco del comune alluvionato Bomporto, in provincia di Modena, Alberto Borghi – anche i beni mobili”. Come le auto, che la furia del fiume in piena ha travolto ammucchiandole le une sulle altre nei centri allagati delle città, o gli arredi delle abitazioni invase da acqua e fango, in quel triangolo di terra compreso tra i Comuni di Modena, Bomporto e Bastiglia.
“Per dare operatività al decreto – spiega Borghi – il commissario nominato dal governo per gestire la fase post alluvione, Vasco Errani, già incaricato di seguire la ricostruzione legata al terremoto, dovrà emanare le ordinanze attuative. Le prime, quelle che riguardano i rimborsi per i privati, sono già in fase di bozza, quindi verranno verificate dall’ufficio legislativo della Regione Emilia Romagna per una quadratura giuridica e poi saranno varate, ritengo entro una settimana”. A quel punto, Comune per Comune, i cittadini che avevano subito danni in seguito all’alluvione e avevano compilato le schede di valutazione verranno contattati dalle amministrazioni per ricevere i fondi pubblici. “Riteniamo – continua Borghi – di riuscire a erogare i rimborsi ai privati entro i prossimi 60 giorni. Al momento la nostra priorità è risarcire i cittadini e operare la manutenzione agli argini dei fiumi”.
I 210 milioni di euro, stanziati dal governo Renzi in due tranche, 160 milioni per il 2014 e di 50 milioni per il 2015, infatti, dovranno servire a finanziare anche “gli interventi di messa in sicurezza idraulica dei territori connessi ai fiumi che hanno generato gli eventi alluvionali”: “Nello specifico – elenca Borghi – lavoreremo alle arginature di tutto il nodo idraulico, dragheremo il Secchia e puliremo i fiumi e poi procederemo con gli interventi urgenti di ripristino delle frane provocate dalle piene, per concludere i progetti avviati ma ancora in corso”.
Ma il denaro erogato dallo Stato per un’alluvione che si stima abbia provocato circa 400 milioni di euro di danni, non dovrà servire solo per case e fiumi. Il decreto 74, infatti, prevede che parte dei fondi venga destinata al ripristino delle opere pubbliche: “Beni culturali, strutture sanitarie, ricreative, sportive, sociali e religiose”. “Anche in questo caso – continua Borghi – abbiamo già presentato le schede relative ai danni subiti, quindi attendiamo che la Regione ci dica come procedere. E’ un segnale importante, quello che il governo ha trasmesso all’Emilia con il decreto. Lo dico da sindaco di un territorio che dagli anni 60’ a oggi ha subito 4 alluvioni senza mai vedere un solo euro di indennizzo. Questa volta, per la prima volta, riusciremo a rimborsare le famiglie sia per i beni registrati, sia per quelli non registrati, come il mobilio. Non era scontato, perché in Italia non esiste una normativa sulle alluvioni, quindi siamo partiti dal decreto 74/2012, quello varato per il terremoto”.
Discorso a parte, invece, va fatto per le imprese, molte delle quali si erano trasferite nei Comuni alluvionati per ricostruire i capannoni distrutti dal terremoto. E per il comparto agricolo, “massacrato dal tornado di Nonantola delle scorse settimane – ricorda Borghi – un disastro se si pensa che il settore era riuscito a resistere all’alluvione, tanto da ricominciare investire nell’occupazione”. “Al più presto erogheremo parte dei 210 milioni alle aziende, non appena avremo ottenuto il via libera dall’Unione Europea, un passaggio necessario a dimostrare che non si tratta di aiuti di Stato, ma di fondi erogati in seguito a un’emergenza”.
Grande esclusa dal decreto 74 resta la fiscalità di vantaggio, a lungo richiesta da cittadini e sindaci della bassa emiliana, sia terremotata, sia alluvionata, ma mai concessa dal governo. Né da Mario Monti, né da Enrico Letta, né da Matteo Renzi. Se Errani esprime soddisfazione per quanto fatto dal governo, “il decreto – dice il governatore dell’Emilia Romagna – riconosce le giuste ragioni di un territorio già profondamente ferito. Cominceremo subito a lavorare per dare a cittadini e imprese le risposte necessarie”, gli amministratori locali su questo punto non intendono retrocedere. “Sulla fiscalità di vantaggio non vogliamo arrenderci – assicura infatti il sindaco di Bomporto – e nella nostra battaglia abbiamo il sostegno di tutti i parlamentari dell’Emilia Romagna, a prescindere dal partito con cui sono stati eletti. Per il momento il ministero dell’Economia non vuole ascoltarci, ma andremo avanti: l’Emilia, e in particolare la provincia di Modena, sono state martoriate da una serie di eventi catastrofici che hanno messo a dura prova la tempra dei suoi abitanti. Ma bisogna capire che questa è una priorità per rimettere in sesto un tessuto produttivo un tempo forte”.