Le affermazioni “inveritiere e fuorvianti” di Bruti Liberati “appaiono altamente lesive della mia funzione di procuratore aggiunto”. Scrive così al Consiglio superiore della magistratura Alfredo Robledo. Nella nota spiega, in sostanza, che il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati dice il falso quando lo accusa di aver intralciato le indagini sull’Expo, che giovedì scorso ha portato in carcere i componenti della cosiddetta “cupola degli appalti”. Si tratta dell’ennesima puntata dello scontro aperto da settimane, che si sta consumando all’interno della Procura lombarda. Una guerra intestina che il vicepresidente del Csm Michele Vietti auspica possa concludersi rapidamente con l’istruttoria della commissione competente. “Di tutto ha bisogno il sistema giudiziario tranne che di delegittimazione”, ha detto Vietti. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha aggiunto di non ritenere “che le diverse opinioni in ordine a quanto accaduto alla procura di Milano abbiano compromesso l’imparzialità di quella Procura”.
Martedì 13 maggio Bruti Liberati aveva accusato il suo aggiunto di aver “determinato un reiterato intralcio alle indagini” attraverso l’invio al Csm da parte di un esposto per denunciare anomalie nell’assegnazione dei fascicoli. Il procuratore capo in una nota osservava poi che Robledo mandando al Csm copie di atti del procedimento Expo, conteso tra la Dda e il Dipartimento anticorruzione, aveva “posto a grave rischio il segreto delle indagini”. Tra gli intralci che avrebbe creato il procuratore aggiunto, Bruti Liberati metteva anche la vicenda di un cosiddetto doppio pedinamento. “Pur essendo costantemente informato del fatto che era in corso un’attività di pedinamento e controllo su uno degli indagati svolta da personale della polizia giudiziaria – scriveva – Robledo ha disposto analogo servizio delegando ad altra struttura della stessa Gdf e solo la reciproca conoscenza del personale che si è incontrato sul terreno ha consentito di evitare gravi danni alle indagini”. Robledo nella nota di due pagine arrivata oggi a Palazzo dei Marescialli afferma però che “tale episodio non è mai avvenuto”. Il procuratore aggiunto risponde alle accuse affermando di avere anche a sostegno una prova documentale e chiede al Csm “di avere conoscenza della nota depositata” da Bruti Liberati “per poter fornire gli indispensabili chiarimenti a riguardo” al Consiglio al quale chiede una nuova audizione. Le affermazioni di Bruti Liberati, aggiunge nella nota, “turbano il regolare svolgimento” della sua funzione di procuratore aggiunto. Nelle scorse settimane Robledo aveva già presentato un esposto al Csm per lamentare presunte irregolarità nell’assegnazione di fascicoli da parte di Bruti Liberati, tra cui il caso Ruby e quello sul San Raffaele.