Via libera del Consiglio dei ministri al percorso di privatizzazione di Poste ed Enav. Rispettivamente fino al 40% e al 49%. Sono stati approvati dal Consiglio dei ministri il 16 maggio due decreti contenenti i criteri per la cessione delle quote delle due partecipate statali, possedute dal Ministero dell’economia. Mentre, però, per l’operatore postale – che ormai realizza però buona parte dei ricavi grazie a servizi diversi, a partire da quelli finanziari – è prevista solo un’offerta pubblica di vendita – la quotazione, insomma – rivolta al pubblico dei risparmiatori italiani, per l’Ente nazionale di assistenza al volo resta aperta anche l’opzione della trattativa diretta attraverso un’asta competitiva.
La cessione di Poste Italiane, che potrà essere effettuata anche in più fasi, sarà realizzata appunto vendendone azioni ai risparmiatori, ma anche a investitori istituzionali italiani e internazionali e dipendenti del gruppo, per i quali potranno essere previsti incentivi all’acquisto: quote dell’offerta riservate o prezzi agevolati, come è accaduto in precedenti operazioni di privatizzazione. Per l’operazione il Tesoro si avvarrà della consulenza di Lazard, selezionata con una gara aperta a istituzioni finanziarie e studi legali italiani ed esteri. Il consulente legale è invece lo studio Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners. L’azienda si avvia verso la privatizzazione in salute. Nel 2013 ha registrato ricavi in crescita a 26,2 miliardi e un risultato operativo di 1.400 milioni (1.382 l’anno precedente). Tra i risultati economici approvati lo scorso marzo dal board anche l’utile ante imposte in crescita a 1.528 milioni mentre quello netto si attesta a 1.005 milioni. Alla crescita dei ricavi dello scorso anno ha contribuito la performance dei servizi finanziari e assicurativi, che hanno compensato il calo strutturale del mercato dei servizi postali. La governance della società – che ha tra l’altro contribuito al secondo salvataggio di Alitalia – è stata rinnovata da poco: il 7 maggio scorso, su indicazione dell’azionista Tesoro, il cda ha nominato come ad e dg, al posto di Massimo Sarmi, l’ex ad di Avio e commissario per l’Agenda digitale Francesco Caio. A cui si affianca la presidente Luisa Todini.
Anche per quanto riguarda Enav – che in vista della privatizzazione ha chiuso il bilancio 2013 con un utile record di 50,5 milioni– il governo prevede la cessione di una quota che gli permetta di mantenere il controllo assoluto della compagnia. Nel comunicato però si legge che è assicurata “la massima flessibilità al ministero dell’Economia nel processo di vendita”: l’operazione potrà essere effettuata anche in più fasi, ricorrendo sia a un’offerta pubblica di vendita (il percorso prioritario) che a una trattativa diretta da realizzare attraverso un’asta competitiva, assicurando che non insorgano situazioni di conflitti di interessi. Anche in questo caso sono previsti incentivi per i dipendenti.