Il governo corre ai ripari. Dopo lo scandalo Expo 2015, la riapertura in Senato della discussione sul ddl anticorruzione e lo scontro (smentito) tra il presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone e il presidente del Senato Piero Grasso, il ministro Andrea Orlando cerca di salvare l’annunciata riforma della giustizia dalle polemiche dell’ultima ora. Tirato per i capelli dal dibattito in Senato sul ddl anticorruzione che nella sua versione unificata viene disconosciuto dallo stesso Grasso (che ne era il primo firmatario e oggi dichiara “il mio ddl era diverso”), il ministro lascia trapelare di voler anticipare a giugno gli interventi su falso in bilancio e prescrizione inizialmente non previsti nel suo disegno di riforma. “Il ddl Grasso sono le proposte del Pd della scorsa legislatura” dice il senatore Felice Casson (Pd) a ilfattoquotidiano.it. Casson annuncia però 10 emendamenti e sulle intenzioni dell’alleato di governo, il Nuovo Centrodestra, sul falso in bilancio aggiunge: “Alfano non è credibile. Ricordiamo che è quello del Lodo Alfano e del Lodo Schifani…”.
Quella che si sta giocando in Senato è una partita difficile. E se sui giornali il ministro dell’Interno annuncia di voler andare avanti “su auto-riciclaggio e falso in bilancio”, il suo partito in commissione Giustizia, insieme a Forza Italia e Gal, ha cercato invece di bloccare ogni intervento su questi temi facendone una questione di cortesia con il Governo in carica. “Sul testo unificato ci sono già state fortissime divisioni in commissione – racconta Casson – Ncd, Forza Italia e Gal volevano trattare solo la parte di inasprimento delle pene sulla corruzione tagliando fuori riciclaggio, autoriciclaggio e falso in bilancio. Ma questa proposta del relatore (Nico D’Ascola, ndr) è stata battuta dalla maggioranza Pd-M5s che è riuscita a tenere fermi tutti i temi”. Dal canto suo D’Ascola, relatore del testo unificato – nonché tra gli avvocati dell’ex ministro Scajola – ha spiegato così la scelta: “Non ci convince la circostanza per cui vengono portati dei temi estremamente complessi e soprattutto tra di loro troppo eterogenei perché la discussione possa essere razionale”. “Il governo ha preannunciato che è già depositato a Palazzo Chigi un testo sull’autoriciclaggio – aggiunge D’Ascola – e quindi ci sembrava rispettoso del governo e del tema aspettare che questo ddl arrivasse in commissione”. Al momento della votazione Ndc, Forza Italia e Lega si sono contrapposte a Pd e M5S e alla fine, sul filo di lana, ne è uscito un testo che secondo Casson “va completamente rivisto”.
Gli eventi sono precipitati in pochi giorni. Prima lo scandalo sull’Expo 2015, poi Renzi che chiama Cantone a vigilare sugli appalti milanesi, il presidente Grasso che su sollecitazione del M5S convoca i capigruppo per rimettere mano al “suo” ddl anticorruzione e infine il duello a distanza, poi ridimensionato dagli stessi protagonisti, tra Grasso e Cantone che boccia il ddl come l’ennesima, inutile, “legge spot”. Repubblica scrive che per effetto di ciò che accade in Senato la riforma Orlando sta “lievitando”. Il testo del Guardasigilli circolato in bozza nei giorni scorsi annunciava pene più severe per i reati di mafia, l’introduzione del reato di autoriciclaggio e una nuova politica sulle confische dei beni mafiosi. Ma da oggi, secondo Repubblica, il provvedimento conterrà anche norme per bloccare la prescrizione dopo il primo grado, una pena massima di 5 anni per chi falsa i bilanci delle imprese e di 6 anni per chi autoricicla denaro sporco.
Si tratta comunque di un’accelerazione e non di un ripensamento. Il ministro aveva annunciato di voler intervenire su questi temi, ma di sicuro non li riteneva prioritari fino allo scorso 11 maggio, quando al Salone del libro di Torino ha ribadito di essere contrario a norme spot, nate “solo per dare un segnale politico”. “Gli interventi sul singolo punto nascono su presupposti emergenziali, spesso emozionali e fuori da una logica di sistema” ha risposto Orlando a chi gli chiedeva delle intenzioni del Governo sulla prescrizione. “Sulla normativa antimafia una cosa importante è già stata fatta sul voto di scambio, che comunque aumenta l’area di applicabilità, un’altra cosa che va fatta urgentemente è il passaggio sull’autoriciclaggio” ha poi aggiunto, concludendo: “Va fatto un ragionamento più complessivo e io penso si debba iniziare dal civile”. Quindi niente prescrizione, né falso in bilancio. Finché non è esplosa Expo 2015 e in Senato i capigruppo sono stati convocati d’urgenza per rimettere in discussione il ddl anticorruzione su decisione dal presidente Grasso e sollecitazione dei 5 Stelle.
Il testo del ddl anticorruzione uscito dalla commissione di Palazzo Madama arriverà in aula il 26 maggio, dopo le elezioni, ma il termine ultimo per gli emendamenti scade già il 22 di questo mese. Il Pd, tuttavia, ne ha già presentati 10. “Vanno riformulati – spiega Casson – il falso in bilancio e l’autoriciclaggio, così sono adesso sono assolutamente inutili, riproposto il delitto di concussione e una nuova normativa sulla prescrizione”. E novità sono annunciate anche dal senatore Cinque Stelle Maurizio Buccarella: “Proporremo interventi su tutti e tre i tronconi del disegno, corruzione, autoriciclaggio e falso in bilancio, chiedendo un aumento delle pene per concussione e reati di corruzione”. Buccarella poi annuncia “faremo qualcosa che non posso anticipare”, una mossa a sorpresa su cui al momento non vuole dire altro, “per non dare spazio a strumentalizzazioni da parte delle altre forze politiche”. L’appuntamento è solo rimandato.