Associazione per delinquere finalizzata ad una serie di truffe attraverso operazioni finanziarie ai danni di importanti società. Alberto Micalizzi, ricercatore di Finanza aziendale e ribattezzato il ‘Madoff’ della Bocconi, è stato arrestato per aver raggirato, tra gli altri, Snam e Jp Morgan. Il valore delle truffe supera i 600 milioni di euro. Quindici le misure cautelari emesse dal gip di Milano di cui otto in carcere su richiesta del pm Tiziana Siciliano e dell’aggiunto Alfredo Robledo.
Micalizzi, già finito agli arresti domiciliari per un paio di mesi nel febbraio 2013 per un’altra truffa su ordine del gip di Torino, è accusato di essere il “promotore” di due associazioni per delinquere finalizzate ad una serie di truffe attraverso false fideiussioni ed era indagato dalla Procura di Milano dal 2011. L’Università Bocconi aveva precisato all’epoca che il docente si era autosospeso già nel 2011 dal suo ruolo di ricercatore.
Tra le società truffate ci sarebbero anche Pirelli, la filiale di Ubs di Monaco, Ubi Banca e Simgest. L’ex professore di Finanza aziendale sarebbe riuscito a movimentare falsi bond per miliardi di dollari. Secondo le indagini coordinate dal pm di Milano Tiziana Siciliano, Micalizzi avrebbe “promosso” due associazioni per delinquere finalizzate a una serie di truffe. Con il primo “sodalizio” criminale, a cui avrebbero preso parte anche dei russi e dei turchi, avrebbe fatto girare falsi bond raggirando per diversi milioni di euro investitori come Ubi Banca e Simgest. Con il secondo, invece, avrebbe realizzato una serie di truffe con false fideiussioni a banche estere, società e finanziarie americane come Jp Morgan, Pirelli spa, Ubs di Monaco e Snam.
Nell’inchiesta, da quanto si è saputo, sono indagate una cinquantina di persone. L’indagine era partita dopo la denuncia della titolare della società ‘Borio Giacomo srl’. Nel novembre del 2011, invece, Micalizzi era già stato indagato e perquisito dalla Procura di Milano con l’accusa di truffa aggravata per oltre 500 milioni di dollari di fondi della Dynamic Decisions scomparsi nel nulla, dopo la promessa di farli miracolosamente lievitare.
Era una rete globale di società e professionisti, che si estendeva dagli Stati Uniti all’Australia passando anche per gli Emirati Arabi Uniti, la Svizzera e il Lussemburgo, quella creata da Micalizzi. Il gip ha emesso un ordine di arresto anche anche per David Andrew Spargo, “presidente della società statunitense Asseterra Inc.”, per Daniele Palla, “director delle società australiane di Pacific Global Oil Australia PTY e Nexus Management”. E ancora: Vincenzo Nocera,, secondo la procura di Milano “pluripregiudicato deputato al reperimento delle false fideiussioni utilizzate dall’associazione” e “all’apertura di conti correnti esteri sui quali far confluire le somme di denaro illecitamente acquisite”; Walter Primo Zandrini “avvocato svizzero amministratore di plurime società estere utilizzate per la realizzazione degli illeciti”; Giorgio Salvati “amministratore della società lussemburghese Aurora Capital Management sarl, società appartenente al Gruppo Aurora Capital, nonché di numerose società aventi sede nel Regno Unito e negli Emirati Arabi Uniti”. Carcere anche per Giovanni Vittore “amministratore del Gruppo Aurora Capital, nonché referente, in nome e per conto di Ernesto Cavallini, di numerose società di diritto lussemburghese”.
Arresti domiciliari, invece, per Merve Pakosky, turco e “già analista presso Dynamic”, per Ernesto Cavallini “beneficiario economico di numerose società di diritto lussemburghese e svizzero, nonché promotore del Gruppo Aurora Capital”, Ermanno Orsi “soggetto di riferimento del trust ‘Smeraldo’”. Misure di obbligo di presentazione trisettimanale alla pg, infine, per Ali Can Acundas, turco, già analista “presso Dynamic”, per Andrea Galvan, anche lui analista in Dynamic, Mario Gregio, “avvocato italiano in rapporti d’affari con Micalizzi” e nato a Padova e per Giovanni Michelini, “manager del Gruppo Aurora Capital, gravato da numerosi precedenti penali”. Sono in corso anche numerose perquisizioni in varie province nei confronti dei soggetti coinvolti.
Aggiornamento
Con sentenza del 28 gennaio 2019 il Tribunale di Milano, sezione II penale, ha assolto Giorgio Salvati con sentenza passata in giudicato.
Precisiamo che Alberto Micalizzi è stato assolto, in relazione ad alcuni episodi lui contestati, mentre è stato prosciolto dai restanti reati di truffa, tentata truffa e associazione per delinquere, per intervenuta prescrizione
Giustizia & Impunità
Truffe, arrestato il “Madoff” della Bocconi: emessi 15 arresti
L'ex ricercatore dell'università milanese è accusato dalla Procura di Milano di aver raggirato: Snam, Jp Morgan, Pirelli, la filiale di Ubs di Monaco, Ubi Banca e Simgest. Associazione per delinquere finalizzata il reato contestato
Associazione per delinquere finalizzata ad una serie di truffe attraverso operazioni finanziarie ai danni di importanti società. Alberto Micalizzi, ricercatore di Finanza aziendale e ribattezzato il ‘Madoff’ della Bocconi, è stato arrestato per aver raggirato, tra gli altri, Snam e Jp Morgan. Il valore delle truffe supera i 600 milioni di euro. Quindici le misure cautelari emesse dal gip di Milano di cui otto in carcere su richiesta del pm Tiziana Siciliano e dell’aggiunto Alfredo Robledo.
Micalizzi, già finito agli arresti domiciliari per un paio di mesi nel febbraio 2013 per un’altra truffa su ordine del gip di Torino, è accusato di essere il “promotore” di due associazioni per delinquere finalizzate ad una serie di truffe attraverso false fideiussioni ed era indagato dalla Procura di Milano dal 2011. L’Università Bocconi aveva precisato all’epoca che il docente si era autosospeso già nel 2011 dal suo ruolo di ricercatore.
Tra le società truffate ci sarebbero anche Pirelli, la filiale di Ubs di Monaco, Ubi Banca e Simgest. L’ex professore di Finanza aziendale sarebbe riuscito a movimentare falsi bond per miliardi di dollari. Secondo le indagini coordinate dal pm di Milano Tiziana Siciliano, Micalizzi avrebbe “promosso” due associazioni per delinquere finalizzate a una serie di truffe. Con il primo “sodalizio” criminale, a cui avrebbero preso parte anche dei russi e dei turchi, avrebbe fatto girare falsi bond raggirando per diversi milioni di euro investitori come Ubi Banca e Simgest. Con il secondo, invece, avrebbe realizzato una serie di truffe con false fideiussioni a banche estere, società e finanziarie americane come Jp Morgan, Pirelli spa, Ubs di Monaco e Snam.
Nell’inchiesta, da quanto si è saputo, sono indagate una cinquantina di persone. L’indagine era partita dopo la denuncia della titolare della società ‘Borio Giacomo srl’. Nel novembre del 2011, invece, Micalizzi era già stato indagato e perquisito dalla Procura di Milano con l’accusa di truffa aggravata per oltre 500 milioni di dollari di fondi della Dynamic Decisions scomparsi nel nulla, dopo la promessa di farli miracolosamente lievitare.
Era una rete globale di società e professionisti, che si estendeva dagli Stati Uniti all’Australia passando anche per gli Emirati Arabi Uniti, la Svizzera e il Lussemburgo, quella creata da Micalizzi. Il gip ha emesso un ordine di arresto anche anche per David Andrew Spargo, “presidente della società statunitense Asseterra Inc.”, per Daniele Palla, “director delle società australiane di Pacific Global Oil Australia PTY e Nexus Management”. E ancora: Vincenzo Nocera,, secondo la procura di Milano “pluripregiudicato deputato al reperimento delle false fideiussioni utilizzate dall’associazione” e “all’apertura di conti correnti esteri sui quali far confluire le somme di denaro illecitamente acquisite”; Walter Primo Zandrini “avvocato svizzero amministratore di plurime società estere utilizzate per la realizzazione degli illeciti”; Giorgio Salvati “amministratore della società lussemburghese Aurora Capital Management sarl, società appartenente al Gruppo Aurora Capital, nonché di numerose società aventi sede nel Regno Unito e negli Emirati Arabi Uniti”. Carcere anche per Giovanni Vittore “amministratore del Gruppo Aurora Capital, nonché referente, in nome e per conto di Ernesto Cavallini, di numerose società di diritto lussemburghese”.
Arresti domiciliari, invece, per Merve Pakosky, turco e “già analista presso Dynamic”, per Ernesto Cavallini “beneficiario economico di numerose società di diritto lussemburghese e svizzero, nonché promotore del Gruppo Aurora Capital”, Ermanno Orsi “soggetto di riferimento del trust ‘Smeraldo’”. Misure di obbligo di presentazione trisettimanale alla pg, infine, per Ali Can Acundas, turco, già analista “presso Dynamic”, per Andrea Galvan, anche lui analista in Dynamic, Mario Gregio, “avvocato italiano in rapporti d’affari con Micalizzi” e nato a Padova e per Giovanni Michelini, “manager del Gruppo Aurora Capital, gravato da numerosi precedenti penali”. Sono in corso anche numerose perquisizioni in varie province nei confronti dei soggetti coinvolti.
Aggiornamento
Con sentenza del 28 gennaio 2019 il Tribunale di Milano, sezione II penale, ha assolto Giorgio Salvati con sentenza passata in giudicato.
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Tel Aviv, 17 feb. (Adnkronos) - Secondo quanto riportato dall'emittente statale israeliana Kan, citando diverse fonti, il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, non fa più parte del team incaricato delle trattative per la liberazione degli ostaggi. Fonti a conoscenza dei dettagli affermano che Bar potrebbe unirsi a una delegazione in futuro se si svolgeranno i negoziati sulla fase due.
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Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Ha ribadito le perplessità sul formato del vertice di Parigi, sull'invio di truppe europee in Ucraina e la necessità di percorrere strade che prevedano il coinvolgimento degli Stati Uniti. Queste le linee, a quanto si apprende, dell'intervento della premier Giorgia Meloni oggi al summit a Parigi convocato da Emmanuel Macron alla presenza del britannico Keir Starmer, del premier olandese, Dick Schoof, del cancelliere tedesco Olaf Scholz, del capo del governo polacco Donald Tusk e del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. All'Eliseo anche il segretario generale della Nato, Mark Rutte e i vertici Ue, Antonio Costa e Ursula von der Leyen.
Meloni, a quanto si apprende, ha sottolineato di aver voluto essere presente per non rinunciare a portare il punto di vista dell’Italia, ma di avere espresso le sue perplessità riguardo un formato che, a suo giudizio, esclude molti Paesi, a partire da quelle più esposti al rischio di estensione del conflitto, anziché includere, come sarebbe opportuno fare in una fase storica come questa. Anche perché, avrebbe rimarcato la premier, la guerra in Ucraina l’abbiamo pagata tutti.
Per l'Italia le questioni centrali rimangono le garanzie di sicurezza per l’Ucraina, perché senza queste ogni negoziato rischia di fallire. Quindi Meloni avrebbe rimarcato l'utilità di un confronto tra le varie ipotesi in campo, osservando come quella che prevede il dispiegamento di soldati europei in Ucraina appaia come la più complessa e forse la meno efficace. Una strada su cui l'Italia avrebbe mostrato le sue perplessità al tavolo.
Secondo Meloni, a quanto viene riferito, andrebbero esplorate altre strade che prevedano il coinvolgimento anche degli Stati Uniti, perché è nel contesto euro-atlantico che si fonda la sicurezza europea e americana. La premier avrebbe definito una sferzata sul ruolo dell'Europa quella lanciata dall'amministrazione Usa ma ricordando che prima di questa analoghe considerazioni sono state già state fatte da importanti personalità europee. È una sfida, avrebbe quindi sottolineato, per essere più concreti e concentrarsi sulle cose davvero importanti, come la necessità di difendere la nostra sicurezza a 360 gradi, i nostri confini, i nostri cittadini, il nostro sistema produttivo.
Secondo la presidente del Consiglio sono i cittadini europei a chiederlo: non dobbiamo chiederci cosa gli americani possono fare per noi, ma cosa noi dobbiamo fare per noi stessi.
Meloni avrebbe quindi rimarcato come il formato del summit all'Eliseo non vada considerato come un formato anti-Trump. Tutt’altro. Gli Stati Uniti lavorano a giungere ad una pace in Ucraina e noi dobbiamo fare la nostra parte, la sollecitazione della premier italiana. Meloni infine, sempre a quanto si apprende, avrebbe manifestato condivisione per il senso della parole del Vice Presidente degli Stati Uniti Vance, ricordando di aver espresso concetti simili in precedenza. Ancora prima di garantire la sicurezza in Europa, avrebbe sottolineato Meloni, è necessario sapere che cosa stiamo difendendo.
Parigi, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - "La Russia minaccia tutta l'Europa". Lo ha detto la premier danese Mette Frederiksen dopo i colloqui di emergenza a Parigi sul cambiamento di politica degli Stati Uniti sulla guerra in Ucraina.
La guerra in Ucraina riguarda i "sogni imperialisti di Mosca, di costruire una Russia più forte e più grande, e non credo che si fermeranno in Ucraina", ha detto ai giornalisti, mettendo in guardia gli Stati Uniti dai tentativi di concordare un cessate il fuoco "rapido" che darebbe alla Russia la possibilità di "mobilitarsi di nuovo, attaccare l'Ucraina o un altro paese in Europa".
Parigi, 17 feb. (Adnkronos) - "Oggi a Parigi abbiamo ribadito che l'Ucraina merita la pace attraverso la forza. Una pace rispettosa della sua indipendenza, sovranità, integrità territoriale, con forti garanzie di sicurezza. L'Europa si fa carico della sua intera quota di assistenza militare all'Ucraina. Allo stesso tempo abbiamo bisogno di un rafforzamento della difesa in Europa". Lo ha scritto su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.