L’Italia “sarà credibile” davanti ad Angela Merkel e all’Europa solo se sarà capace di fare le riforme del Senato, del Lavoro e della Pubblica amministrazione. Matteo Renzi, in un’intervista a Porta a Porta, commenta l’esito delle elezioni che ha visto il Pd superare il 40%: un risultato che, ammette, non si aspettava “con proporzioni così grandi” e che ritiene “quasi commovente perché hai una forte responsabilità, non devi sbagliare un colpo”. E, a chi gli domanda se la politica della Cancelliera cambierà risponde: “C’è la convinzione molto forte in tutte le istituzioni europee che ora è il momento di cambiare”. La Francia come la Germania, “sono tutti interlocutori principali” dell’Italia, aggiunge. “E mi piace pensare che l’Italia non sia più a rimorchio, che non sia vista come il problema, che sia interlocutrice. Dobbiamo portare l’Italia a guidare quello che avverrà”.
In mattinata, nel corso della conferenza stampa, il Presidente del Consiglio ha ringraziato “tutti gli italiani e italiane che hanno dimostrato con una partecipazione significativa che questo paese è migliore di come lo si rappresenti”. E ha spiegato di non considerare il risultato “un referendum sul governo”. “Non lo considero un voto su di me – ha detto -, ma di speranza straordinaria”. Effetto Renzi? “Mi sembra una malattia”. Il primo ministro spiega che ora “la rottamazione può iniziare”, ringrazia i partiti di governo, invoca “rispetto” per gli elettori che non hanno votato il Pd e ribadisce la necessità delle “riforme”. A una domanda sul Movimento 5 Stelle e Beppe Grillo risponde: “Mi auguro che nei 5 Stelle ci sia una riflessione sulla legge elettorale, se questi parlamentari continuano ad utilizzare il Parlamento come luogo di show perderanno i loro elettori. Se invece cambiano atteggiamento, troveranno ascolto per fare insieme le riforme“. Per Renzi “il bello deve ancora cominciare. La sfida è lanciata e noi saremo all’altezza del sogno”. A poche ore dalle prime dichiarazioni, “commosso e determinato” e la festa alla segreteria del Pd, il primo ministro ragiona sul responso delle urne ma guarda già oltre.
A Porta a porta il premier ha inoltre ricordato che l’accordo per la riforma del Senato è vicina (“Siamo a un passo dalla soluzione: la commissione ha finito il termine per gli emendamenti e da questa settimana bisogna rimettersi subito in moto e correre. Bisogna superare il bicameralismo perfetto”) e che se l’Europa cambierà le sue politiche di rigore e si aprirà alla crescita “potremo fare un’operazione keynesiana straordinaria in cinque anni: più di 150 miliardi di euro”.
“Alla speranza il doppio dei voti della rabbia”. “L’Italia è in grado di incidere in Europa, io avverto questo come responsabilità innanzitutto. L’Italia ha parlato in modo molto forte con un voto di speranza per poter cambiare e poter invitare l’Europa a cambiare – prosegue il presidente del Consiglio durante la conferenza stampa -. Gli italiani hanno scelto di dare alla speranza il doppio dei voti della rabbia – dice il segretario dei democratici – Oggi è un giorno di festa. Nel derby fra rabbia e speranza ha vinto la speranza. Questo è il momento dell’Italia, che deve guidare il semestre e il percorso di cambiamento dell’Europa partendo dall’assunto che dobbiamo prima di tutto cambiare noi stessi. Il cammino delle riforme in Italia non si ferma e questo è il momento per investire in Italia. L’Italia non solo non torna indietro ma avanti”.
“Non c’è più spazio per rinviare le riforme”. “Da una parte ci sono le forze populiste, dall’altro lato un’idea di Europa che ha fallito, in mezzo un grande spazio per il cambiamento possibile” e “da Roma dove i trattati europei sono nati parte un messaggio di grande consapevolezza. C’è chi dice ‘Dai festeggiamo, facciamo una piazzata con due bandiere’ ma a parte che le piazzate con le bandiere le faranno in tante città italiane se il trend è confermato. Ma il punto centrale è che noi non abbiamo esigenza di far festa ma avvertiamo lo straordinario compito di fare le riforme – sottolinea Renzi -. Questo risultato (Pd al 40,81% e il M5S al 21,16%) spinge tutti noi ad avere consapevolezza del nostro compito. Avvertiamo lo straordinario compito cui i cittadini ci hanno chiamato: togliere gli alibi, non c’è più spazio per rinviare le riforme”. “Il Paese ha tutte le condizioni per poter cambiare e invitare l’Europa Ue a cambiare. L’Italia c’è, è determinata e decisa“. Il risultato delle europee “ci dice che il cambiamento che abbiamo promesso deve arrivare in tempi ancora più veloci di quelli che avevamo immaginato”.
“Abbassare i toni, alzare le ambizioni”. Da Palazzo Chigi il premier lancia un appello: “Il mio invito a tutte le forze che stanno in Parlamento e a chi andrà al Parlamento europeo è abbassare i toni ma alzare le ambizioni, puntare in alto, riscoprire il piacere di sapersi importante ai fini dei risultati. Vogliamo ringraziare per il risultato importante gli alleati di governo non tanto ai fini dell’azione di governo ma per aver contribuito a dare un messaggio di speranza. È un giorno sicuramente di festa. Non siamo abituatissimi a vincere le elezioni con risultati così significativi, ma sentimento di umile responsabilità pacatezza di toni. Non me ne voglia chi vede in noi un sentimento di umile responsabilità e grande pacatezza nei toni senza festeggiamenti. È un voto per l’Italia che vuole cambiare e non possiamo permettere che venga cancellata la parola speranza”.
“Non considero questo risultato la legittimazione personale. Mi ha fatto piacere vedere al Nazareno un gruppo dirigente. Ieri non ha vinto una persona, c’era una foto di gruppo”.
“Lavoro per calendarizzare interventi e iniziative governo”. “Dobbiamo fare un bel lavoro per calendarizzare interventi e iniziative del governo” dice Matteo Renzi chiedendo uno sprint alle Camere, elencando le riforme che gli stanno a cuore: la riforma istituzionale, quella elettorale, la riforma del lavoro “con il ddl che va accelerato”, la riforma della Pa, quella della giustizia e il dl cultura appena approvato in Cdm. “Poi ci sono riforme per me importantissime come quella terzo settore che è una rivoluzione straordinaria”.
“Rispetto per gli elettori degli altri partiti”. “Ho sentito il presidente della Repubblica – dice Renzi rispondendo a una domanda -. È evidente che l’attenzione del presidente della Repubblica e di tutti noi è che la fase che si apre” dà una “centralità al Paese che dobbiamo meritare. C’è spazio per riforme e scommetto su questo. Il risultato non cambia le valutazioni sulla legge elettorale, il ballottaggio è centrale per garantire la vittoria, se ci fosse il proporzionale puro neanche il Pd al 40 non potrebbe governare. Sono molto fiducioso che si farà. Forza Italia continua a essere un partito importante, un pezzo importante di questo Paese”. “L’Italia si espressa: andremo con grande decisione e cercheremo di coinvolgere tutti e quindi, al di là delle modifiche all’Italicum, la legge elettorale è una grande riforma da scrivere insieme e ce la possiamo fare”. Il presidente del Consiglio invita al “rispetto per tutti gli elettori che non hanno votato noi, rispettiamo i milioni di italiano che hanno votato 5 Stelle, Ncd, Forza Italia”.
“Mi auguro che i 5 Stelle facciano riflessione”. “Mi auguro che nei 5 Stelle ci sia una riflessione sulla legge elettorale, se questi parlamentari continuano ad utilizzare il Parlamento come luogo di show perderanno i loro elettori. Se invece cambiano atteggiamento, troveranno ascolto per fare insieme le riforme” ragiona il premier rispondendo a un invito di dire qualcosa di buono a Beppe Grillo. In campagna elettorale si sono sentiti “tanti toni inaccettabili, parole folli, paragoni indecenti. Abbiamo provato il dolore di alcune citazioni, il chiamare in ballo Hitler: è una vicenda molto dolorosa per chi crede a un dibattito civile. Ma tante persone nel Movimento 5 Stelle si sono avvicinate alla politica perché la vivono con passione”. Rispondendo a una domanda se la rottamazione è finita il segretario Pd risponde: “La rottamazione può iniziare”. “A Grillo mi sembra di averne dette già abbastanza replica Renzi a una battuta di un inviato delle Iene che, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, lo ha invitato a non essere “vendicativo e a dire una parolina buona a Beppe Grillo”. “Sei autorizzato – duce Renzi a Enrico Lucci – a andare a Sant’Ilario e a rispondere tu a nome mio. Hai la delega”.
“Non si sposta asse in Europa. Da Merkel affetto per l’Italia”. “Non trovo uno spostamento di asse. Non immagino di avere un asse Germania Italia contro la Francia come, ne sono certo, nessuno immaginava un asse Germania Francia contro l’Italia. Questa è una vicenda delicata, ne usciamo tutti insieme – dice Renzi commentando i risultati europei – la questione è che o ne usciamo tutti insieme o nessun paese singolo si salva da solo né la Germania né l’Italia. Tutte le volte che ho parlato con Merkel ho trovato affetto profondo verso il nostro paese e la volontà di uscire insieme da una situazione e io sono decisamente ottimista”. L’Italia chiederà “un’Europa che si occupi di salvare” le “famiglie, le persone. Non chiediamo regole” di bilancio “più aderenti alle nostre aspettative ma di cambiare l’impostazione, l’approccio avuto in questi anni e lo facciamo partendo da un’esperienza istituzionale e non dall’antipolitica”. L’Italia chiederà che il “rinnovo dei vertici” europei sia “impostato non solo su un dibattito sui nomi ma su cosa vogliamo far fare a Parlamento, Commissione, Consiglio, Eurogruppo e politica estera dell’Ue. Noi abbiamo un’ambizione più ampia del mettere, scegliendo uno o più figure istituzionali, bandierine. Noi vogliamo concorrere con amici e partner a una nuova idea d’Europa”. Dove tra i risultati più evidenti c’è il boom degli euroscettici.
“C’è terza via tra populisti e restauratori. Dove staranno gli eurodeputati M5S?”. “Con Hollande abbiamo da tempo convenuto di sentirci nella giornata di oggi, credo nel pomeriggio” spiega Renzi, rispondendo a una domanda sui risultati del voto in Francia. “È del tutto evidente che un presidente del Consiglio quando parla del risultato degli altri Paesi deve avere il grande rispetto di ascoltare innanzitutto quello che dicono i colleghi, perciò non esprimerò alcuna valutazione sul voto in altri Paesi attendendo di parlare con i colleghi domani”.
“Nel quadro europeo è difficile tenere insieme diversi populismi. La Lega ha già da ieri annunciato che si vedrà con altri esponenti antieuro. Dove staranno gli eurodeputati M5S? Dialogheranno con Le Pen, con Salvini? Non lo so. So che abbiamo la possibilità di trovare la terza via tra populisti e restauratori”.