Pioggia di emendamenti per ammorbidire il decreto Irpef, attualmente all’esame delle commissioni Bilancio e Finanze al Senato. Tra le novità più rilevanti il mancato taglio delle sedi regionali della Rai, la maggiore flessibilità ai tagli delle partecipate statali, lo stop agli affitti d’oro e il rinvio al 2016 della cancellazione dell’obbligo per gli enti pubblici di pubblicare a pagamento i loro bandi di gara sui quotidiani cartacei. Così la norma finisce per somigliare sempre più a un decreto “milleproroghe”.
Tra martedì notte e mercoledì mattina è atteso l’emendamento riformulato, sull’ampliamento del bonus Irpef alle famiglie monoreddito con figli a carico. Sulla norma presentata dal Nuovo centrodestra sarebbe stato trovato un accordo con il Partito democratico, con una copertura di circa 66 milioni di euro. Riguardo al nodo della Tasi, il Governo ha presentato un emendamento per lo slittamento a ottobre del pagamento per i comuni che non hanno ancora deliberato l’aliquota. Lo stesso provvedimento dovrebbe essere anche varato dal Cdm in settimana per renderlo immediatamente esecutivo. Fra le proposte non accolte, invece, c’è quella di un più corposo taglio all’Irap (ora al 10 per cento). Argomento che però sarà recuperato nella delega fiscale.
Mercoledì mattina il testo, con una giornata di ritardo, approderà in Aula a Palazzo Madama. Dati i tempi strettissimi, deve essere alla Camera entro il 13 giugno: appare quindi ormai scontata la fiducia.
Restano le sedi regionali Rai – “Salve” le sedi regionali della tv di Stato: “l’informazione pubblica a livello nazionale e quella regionale” sarà tutelata “attraverso la presenza in ciascuna Regione e Provincia autonoma di proprie redazioni e strutture adeguate alle specifiche produzioni, nel rispetto di quanto previsto”. È concessa la possibilità di cedere le quote di Rai Way, “garantendo la continuità del servizio erogato” e dismettere la “società per la produzione, la distribuzione e la trasmissione di programmi radiotelevisivi all’estero”, ossia Rai World. Confermato anche il taglio “una tantum” da 150 milioni alla Rai.
Rimane l’obbligo di pubblicazione a pagamento dei bandi di gara – Continueranno a essere pubblicati sui quotidiani cartacei i bandi di gara e gli annunci di appalti. Almeno fino al 2016. Grazie a un emendamento presentato da Massimo Mucchetti (Pd), ex vicedirettore del Corriere della Sera, gli editori possono tirare un sospiro di sollievo. Ignazio La Russa (Fdi-An) aveva definito “un colpo forse mortale alla carta stampata, già messa a dura prova dalla profonda crisi economica” la norma del governo Renzi che poneva fine all’acquisto da parte dello Stato di spazi pubblicitari per i bandi di gara, consentendo la pubblicazione online direttamente sul sito degli enti.
Tagli flessibili alle partecipate statali – I tagli ai costi operativi, del 2,5 per cento nel 2014 e del 4 per cento nel 2015, alle società partecipate dallo Stato, avverranno con modalità parzialmente o totalmente differenti rispetto a quelle stringenti previste inizialmente dall’articolo 20 del provvedimento. Andranno mantenuti comunque gli obiettivi di risparmio previsti.
Slitta il pagamento dei canoni demaniali – Scadrà a ottobre, e non più il 15 settembre, il termine per pagare il canone per le concessioni della spiagge. La decisione riguarderà non solo il 2014, ma anche gli anni a venire. Viene così rinviata al 15 ottobre la riforma del settore, inizialmente prevista per lo scorso 15 maggio.
Stop agli affitti d’oro – Torna la norma del ‘Salva-Roma bis’ per bloccare gli affitti d’oro, poi ripresa nel ddl Zanda, bloccato alla Camera. Un emendamento del M5S, riscritto dai relatori del dl Irpef, prevede che amministrazioni pubbliche e organi costituzionali, nell’ambito della propria autonomia, possano comunicare entro il 31 luglio 2014, il preavviso di recesso dai contratti d’affitto in corso. Il recesso dovrà essere perfezionato decorsi 180 giorni dal preavviso, anche in deroga ad eventuali clausole che lo limitino o lo escludano. La norma riguarda anche gli immobili di proprietà dei fondi comuni di investimento immobiliare.
Rateazione per le cartelle di Equitalia – Sì all’unanimità delle commissioni del Senato all’emendamento che consente la possibilità di rateizzazione dei pagamenti delle cartelle Equitalia per chi è decaduto dal beneficio entro il 22 giugno 2013. Potrà avere una durata massima di 72 mesi. La richiesta dovrà essere presentata entro il 31 luglio 2014. L’emendamento prevede che il debitore decada qualora salti il pagamento di due rate anche non consecutive.