L’azione della Russia in Ucraina “è inaccettabile” e deve fermarsi e il G7 è pronto a “intensificare sanzioni mirate” contro Mosca se non verrà accelerato il ritiro delle truppe dai confini dell’Ucraina. Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Giappone, Canada e Stati Uniti scrivono nero su bianco nella bozza del comunicato finale del vertice, in programma stasera e domani a Bruxelles, la loro posizione in merito alla crisi di Kiev. Alla Russia, secondo fonti Usa, si chiede anche di ingaggiare “un dialogo franco e aperto con l’Ucraina per trovare una soluzione politica alla crisi”.
Il presidente americano Barack Obama aveva già fatto sentire la sua voce sulla questione poco prima dell’avvio dei lavori a Bruxelles: sull’Ucraina il G7 “deve parlare con una sola voce”, aveva ribadito. Secondo voci vicine al presidente, inoltre, l’incontro di questa sera con gli altri leader “è un’occasione, dopo l’elezione del nuovo presidente ucraino, per ridurre la tensione”. Obama, che ha già incontrato il neo-presidente ucraino Petro Poroshenko, ha sottolineato che la sua elezione è stata una “scelta saggia” e ha garantito la disponibilità degli Stati Uniti a contribuire ai programmi di addestramento delle forze militari e di polizia. Inoltre, sono già pronti 23 milioni di dollari di aiuti per l’assistenza nel settore della sicurezza. Nel loro incontro, Poroshenko e Obama hanno anche discusso dei programmi del presidente neoeletto per il ripristino della pace, la crescita economica e la riduzione della dipendenza energetica dalla Russia. “E’ chiaro che comprende le speranze e le aspirazioni degli ucraini”, ha spiegato Obama.
Intanto, in un’intervista alle televisioni francesi, Vladimir Putin ha dichiarato di essere pronto al dialogo con Obama, dopo l’interruzione delle comunicazioni a causa della crisi ucraina e dell’annessione russa della Crimea. “E’ una sua decisione – ha detto Putin – Io sono pronto al dialogo“. Il leader del Cremlino ha poi espresso l’auspicio che l’attuale situazione di tensione tra la Russia e l’Occidente non si trasformi in una nuova guerra fredda. Ma “non è un segreto che la politica americana sia la più aggressiva e la più dura”, ha aggiunto, ricordando che la Russia, a differenza degli Stati Uniti, non ha truppe dispiegate all’estero.