Quarantamila email, 39.343 per l’esattezza. Tante sono state le risposte arrivate dai cittadini in risposta alla lettera che, lo scorso 30 aprile, Matteo Renzi e al ministro Marianna Madia hanno indirizzato ai dipendenti pubblici perché dicessero la loro sulla “rivoluzione” della Pubblica Amministrazione. La consultazione si è conclusa il 30 maggio e oggi il Dipartimento della Funzione Pubblica ha diffuso i risultati. “Un successo numerico che segnala l’interesse per il modo innovativo di partecipazione alla decisione politica e che ha posto il tema di come analizzare una mole imponente di documenti”, si legge nel riepilogo. Un ottimo risultato secondo il governo, anche se quasi la metà delle lettere sono il frutto di petizioni online: tra queste, quasi 10mila hanno come oggetto “Renzi rinnova il mio contratto”.
p>Personale, sprechi e trasparenza (open data) sono i tre grandi temi che il ministro Madia e il premier hanno sottoposto alla consultazione. Tra questi, si legge nel report, quello che ottenuto maggiori risposte è stato quello relativo al personale e al rinnovamento generazionale della Pa, seguito dall’esigenza di combattere gli sprechi e infine le riflessioni sugli Open Data, la trasparenza e la Pa digitale. Geograficamente le mail segnalano una risposta più forte dal Nord, con il 50,7% dei messaggi, seguito dal Centro con 27% e dal Sud e le Isole con il 22,3%. Mentre è nettamente superiore il numero degli uomini, il 63,5%, rispetto al 36,5% delle donne. Su tutti, il punto che ha raccolto maggiori interventi è quello che riguarda l’eliminazione dell’obbligo di iscrizione alle camere di commercio. È risultato essere l’argomento più dibattutto ma anche il più controverso: il governo ha infatti raccolto diverse segnalazioni contrarie, soprattutto provenienti dai dipendenti degli enti interessati. Idem per l’abolizione dei segretari comunali, oggetto di una specifica petizione, su cui sono stati raccolti circa 1500 pareri contrari.
Ha invece ricevuto molti pareri favorevoli l’idea di abrogare l’istituto del trattenimento in servizio per liberare oltre 10mila posti per l’ingresso di nuovi assunti. Progetto che rientra in quella “staffetta generazionale” annunciata dal ministro Madia e che ha suscitato scontri anche all’interno dello stesso governo. Come l’Autorità anticorruzione, anche i dipendenti pubblici denunciano nelle loro risposte la scarsa efficacia delle valutazioni della performance di amministrazioni e dirigenti. Secondo gli “interni” il problema nasce spesso dalla fissazione falsata degli obiettivi da raggiungere, spesso non veri o di routine. Tali per cui, come ha denunciato anche dall’Autority anticorruzione, tutti i dirigenti della pubblica amministrazione ottengono facilmente pagelle da super eroi.
Anche la riduzione del 50% del monte ore dei permessi sindacali nel pubblico impiego ottiene risultati positivi, con proposte che addirittura avanzano riduzioni di entità anche maggiore (75-100%). Sempre a proposito di sindacati, i dipendenti pubblici chiedono per essi un maggiore obbligo di trasparenza, non solo sui bilanci, “ma anche tutte le spese, i rimborsi personali, le diarie mensili e chilometriche, i trasferimenti dal livello nazionale al livello regionale”. Viene inoltre proposta l’eliminazione della ritenuta alla fonte per il pagamento delle quote di iscrizione al sindacato. Infine la trasparenza e gli Open data, che raccolgono pareri positivi, e la proposta di accelerazione della riforma fiscale con le relative misure di semplificazione. Anche su quest’ultimo punto viene raccolto un consenso “decisamente ampio”. Tra le proposte più specifiche, quella più ricorrente è la richiesta di un sistema di fattura/scontrino digitalizzato che faccia automaticamente confluire le spese (a seconda del caso) nella dichiarazione fiscale per le detrazioni, nel redditometro e nelle altre dichiarazioni obbligatorie.