Sul Monte dei Paschi di Siena patti chiari, amicizia lunga. Quando mancano ormai una manciata di giorni alla partenza dell’aumento di capitale da 5 miliardi, il numero uno della compagnia francese Axa, Henri de Castries, lancia un chiaro messaggio: “Non vogliamo azionisti che pesino più degli altri” rispetto alle azioni in portafoglio. La Fondazione Mps, che in passato è stata protagonista della vita della banca senese con il 51% del capitale e che poi, per via delle dissestate finanze, è stata costretta a ridurre la propria quota al 2,5 per cento stringendo un patto di ferro con Btg pactual e Fintech sul 9% della banca. “Vogliamo una governance chiara. Siamo convinti che la vigilanza e la Banca d’Italia facciano il loro lavoro – ha spiegato de Castries nel corso dell’Axa international media seminar a Suduiraut, in Francia – Non ci uniremo alla Fondazione nel patto di governo di Mps. Non siamo interessati ad accordi che ci facciano incappare in complesse normative statunitensi” che scattano quando una compagnia assicurativa ha più del 10% di un istituto di credito.

Tuttavia anche in assenza di un patto fra soci, “nulla impedisce di lavorare bene insieme sostenendo il management di Mps, Fabrizio Viola e Alessandro Profumo, e siamo pronti a fare la nostra parte nell’aumento di capitale per dare alla banca una governance chiara e trasparente”. Anche perché Axa ha una partnership molto forte con Mps attraverso i cui sportelli distribuisce le proprie polizze vita e danni, oltre ad avere Axa Assicurazioni che distribuisce prodotti con una sua rete di oltre 650 agenti. La compagnia francese che, a livello globale, ha oltre un miliardo di asset in gestione, raccoglie in Italia premi per 6,3 miliardi con il 5% del mercato e realizza 324 milioni di utili (+30% rispetto a un anno fa). La divisione italiana, guidata da Frédéric de Courtois, impiega nel nostro Paese 1.500 dipendenti diretti con un indotto da 10mila unità, ha investito 7 milioni di euro finanziando trenta progetti di ricerca sui temi dei rischi e 20 miliardi in titoli di Stato dimostrando di avere fiducia nel Paese. E nelle sue istituzioni. Controllori inclusi.

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