Sia che l’Inghilterra perda o vinca ai Mondiali di calcio, nel Regno Unito si teme un aumento delle violenze domestiche. Lo rivela il Guardian che in questi giorni ha riportato il principale timore delle forze dell’ordine britanniche: qualunque sia il risultato finale delle partite giocate dalla Nazionale di sua Maestà, si potrebbe registrare un boom di abusi nelle case della Gran Bretagna. E nel sud del Paese – come rivela il quotidiano britannico – le forze dell’ordine hanno fatto sapere che durante il torneo brasiliano controlleranno attentamente le case dove abitano 117 persone (110 uomini e 7 donne), recentemente segnalate per abusi in famiglia.
La paura della polizia è supportata dallo studio dell’Università di Lancaster condotto dal criminologo e psicologo Stuart Kirby. L’analisi ha dimostrato come negli ultimi tre campionati del mondo (2002, 2006 e 2010) le violenze siano aumentate del 38% in caso di sconfitta dell’Inghilterra e persino di un 26% in caso di vittoria. La colpa sarebbe del troppo alcol bevuto durante le partite e dell’eccitazione alle stelle. Ma non solo. Perché lo sport più popolare del mondo è spesso una valvola di sfogo per rancori sopiti e tensioni in famiglia.
Parlando con ilfattoquotidiano.it, il professor Kirby rilancia la validità del suo studio, pubblicato sul Journal of research in Crime & Delinquency nel luglio del 2013. “Il mio lavoro si basa sulle telefonate ricevute dalla polizia nel Lancashire (nord-ovest dell’Inghilterra, ndr) durante i tre Mondiali, ma sicuramente il risultato è applicabile a tutto il paese. La cosa più sorprendente, appunto, è che anche in caso di vittoria dell’Inghilterra si registra un aumento considerevole di violenze domestiche, che crescono del 26%. Tuttavia, queste aumentano molto di più, del 38%, in caso di sconfitta”.
Ma quali sono le ragioni di questo incremento? “La criminologia – continua Kirby – sa già da tempo che la violenza aumenta nei giorni del fine settimana, quando fa caldo e quando le ferie sono vicine, tutti fattori comuni durante il campionato della Fifa. Inoltre nei weekend aumenta di gran lunga il consumo dell’alcol, specialmente se le temperature si alzano. E l’alcol è associabile agli abusi domestici. A questo – aggiunge lo studioso – possiamo legare anche uno studio americano, di non molti anni fa, che dimostrava come le coppie litighino molto di più in merito alla televisione e a quale canale guardare quando in ballo c’è lo sport. Tutte condizioni che sicuramente non aiutano e che fanno volare le mani”.
La ricerca è la prima nel suo genere in Europa e una delle prime del mondo (negli Stati Uniti la criminologia in passato ha fatto notare un aumento del 10% delle violenze domestiche durante gli eventi sportivi). Kirby, che è anche un ex poliziotto, oltre a mettere a disposizione il suo lavoro ha suggerito alcuni consigli alle autorità e alle forze dell’ordine: “Chi tende a delinquere deve sapere che non passerà impunito, quindi ben vengano tutte le campagne pubblicitarie per avvertire quei potenziali criminali delle ripercussioni legali”.
In tutti questi casi, chiaramente, più che sulla mentalità “bisogna lavorare sull’ambiente e sul contesto, in modo che le persone sappiano a cosa vanno incontro”. Un’educazione al rispetto, quindi, “che deve passare per ogni mezzo, anche sui media”. Un compito tuttavia non facile quando c’è di mezzo un pallone. Ma una cosa comunque è importante, dice Kirby, “la consapevolezza delle proprie azioni”. Intanto nel Lancashire le autorità stanno predisponendo una campagna di affissioni e pubblicità sui media: “Lasciate l’attacco ai calciatori”.
Lo speciale mondiali de ilfattoquotidiano.it
Non solo mondiali
Mondiali 2014 al via e in Uk aumentano le violenze domestiche durante i match
Secondo lo studio dell’Università di Lancaster negli ultimi tre campionati del mondo gli abusi nelle case inglesi sono aumentati del 38% in caso di sconfitta e del 26% in caso di vittoria. La colpa? Soprattutto del caldo e dell'alcol
Sia che l’Inghilterra perda o vinca ai Mondiali di calcio, nel Regno Unito si teme un aumento delle violenze domestiche. Lo rivela il Guardian che in questi giorni ha riportato il principale timore delle forze dell’ordine britanniche: qualunque sia il risultato finale delle partite giocate dalla Nazionale di sua Maestà, si potrebbe registrare un boom di abusi nelle case della Gran Bretagna. E nel sud del Paese – come rivela il quotidiano britannico – le forze dell’ordine hanno fatto sapere che durante il torneo brasiliano controlleranno attentamente le case dove abitano 117 persone (110 uomini e 7 donne), recentemente segnalate per abusi in famiglia.
La paura della polizia è supportata dallo studio dell’Università di Lancaster condotto dal criminologo e psicologo Stuart Kirby. L’analisi ha dimostrato come negli ultimi tre campionati del mondo (2002, 2006 e 2010) le violenze siano aumentate del 38% in caso di sconfitta dell’Inghilterra e persino di un 26% in caso di vittoria. La colpa sarebbe del troppo alcol bevuto durante le partite e dell’eccitazione alle stelle. Ma non solo. Perché lo sport più popolare del mondo è spesso una valvola di sfogo per rancori sopiti e tensioni in famiglia.
Parlando con ilfattoquotidiano.it, il professor Kirby rilancia la validità del suo studio, pubblicato sul Journal of research in Crime & Delinquency nel luglio del 2013. “Il mio lavoro si basa sulle telefonate ricevute dalla polizia nel Lancashire (nord-ovest dell’Inghilterra, ndr) durante i tre Mondiali, ma sicuramente il risultato è applicabile a tutto il paese. La cosa più sorprendente, appunto, è che anche in caso di vittoria dell’Inghilterra si registra un aumento considerevole di violenze domestiche, che crescono del 26%. Tuttavia, queste aumentano molto di più, del 38%, in caso di sconfitta”.
Ma quali sono le ragioni di questo incremento? “La criminologia – continua Kirby – sa già da tempo che la violenza aumenta nei giorni del fine settimana, quando fa caldo e quando le ferie sono vicine, tutti fattori comuni durante il campionato della Fifa. Inoltre nei weekend aumenta di gran lunga il consumo dell’alcol, specialmente se le temperature si alzano. E l’alcol è associabile agli abusi domestici. A questo – aggiunge lo studioso – possiamo legare anche uno studio americano, di non molti anni fa, che dimostrava come le coppie litighino molto di più in merito alla televisione e a quale canale guardare quando in ballo c’è lo sport. Tutte condizioni che sicuramente non aiutano e che fanno volare le mani”.
La ricerca è la prima nel suo genere in Europa e una delle prime del mondo (negli Stati Uniti la criminologia in passato ha fatto notare un aumento del 10% delle violenze domestiche durante gli eventi sportivi). Kirby, che è anche un ex poliziotto, oltre a mettere a disposizione il suo lavoro ha suggerito alcuni consigli alle autorità e alle forze dell’ordine: “Chi tende a delinquere deve sapere che non passerà impunito, quindi ben vengano tutte le campagne pubblicitarie per avvertire quei potenziali criminali delle ripercussioni legali”.
In tutti questi casi, chiaramente, più che sulla mentalità “bisogna lavorare sull’ambiente e sul contesto, in modo che le persone sappiano a cosa vanno incontro”. Un’educazione al rispetto, quindi, “che deve passare per ogni mezzo, anche sui media”. Un compito tuttavia non facile quando c’è di mezzo un pallone. Ma una cosa comunque è importante, dice Kirby, “la consapevolezza delle proprie azioni”. Intanto nel Lancashire le autorità stanno predisponendo una campagna di affissioni e pubblicità sui media: “Lasciate l’attacco ai calciatori”.
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Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.