Era chiamato ad accendere le luci sul Mondiale e così ha fatto, risollevando il Brasile nella partita inaugurale. Neymar piazza due zampate e la Selecao chiarisce subito un concetto: se è vero che la Coppa del Mondo si vince con la capacità di farcela anche nelle serate meno brillanti, Felipe Scolari può dormire sogni abbastanza tranquilli. Perché all’esordio il suo Brasile fatica e non brilla ma vince 3-1, indirizzando subito il Girone A sui binari del pronostico atteso e scontato, anche grazie a un clamoroso abbaglio dell’arbitro Nishimura. Sul risultato pesa, eccome, il rigore concesso al 69’ ai padroni di casa su un tuffo di Fred, appena sfiorato da Lovren.
Neymar trasforma, piazzando la doppietta che ribalta il risultato, sigillato al 91esimo da Oscar, la nota più positiva dei verdeoro. Se sulle prime pagine dei giornali brasiliani campeggeranno le foto dell’attaccante del Barcellona, è l’esterno offensivo del Chelsea l’uomo in più della Selecao. Forse l’unico a giocare una gara di spessore sotto il profilo tecnico, atletico e mentale. Dopo il vantaggio della Croazia al 10’ grazie a un goffo autogol di Marcelo su un cross di Olic, il Brasile appare in grave difficoltà e Oscar prende in mano la situazione. E’ dai suoi piedi che nasce la prima occasione dei verdeoro al 14’ (cross velenoso, Fred in ritardo) e il primo intervento difficile di Pletikosa, otto minuti più tardi (sventola da fuori, angolata e tesa).
E ancora lui, al 29esimo, dopo un nuovo brivido provocato dall’unico squillo di Jelavic (colpo di testa), da il là al gol del Brasile: lotta in mezzo a tre croati e riesce a servire Neymar che dalla tre quarti punta dritto la porta e piazza un tiro non irresistibile ma angolato che beffa Pletikosa. Ma chi si aspetta che lo squillo di tromba svegli il Brasile, si sbaglia. La Selecao fatica, non riesce mai a creare superiorità numerica in mezzo al campo, dove la Croazia è brava a compattare le linee impedendo alla fantasia verdeoro di sprigionarsi. E la squadra di Kovac non si limita solo a questo, avendo qualità (Olic e Rakitic su tutti) per sorprendere la difesa ballerina di Scolari. Ci prova in più occasioni nella prima mezz’ora, poi i ritmi si abbassano e la partita diventa sterile. Fino al 69’ quando l’ennesimo guizzo di Oscar scatena la simulazione di Fred e il 2-1 di Neymar su rigore.
Ti aspetti che la Croazia accusi il colpo e invece alza il baricentro: via uno spento Kovacic, dentro Brozovic, più incontrista, e Modric e Ratikic si proiettano in avanti. A quattro minuti dal fischio finale il centrocampista del Real impegna Julio Cesar e al 90esimo il Brasile rischia ancora su un tiro di Perisic. Poi la corsa in contropiede di Oscar per mettere l’autografo sul 3-1. E pensare che fino a ieri era in ballottaggio con il compagno di squadra Willian. Poi Scolari gli ha dato fiducia, la stessa che la Croazia non deve smarrire, potendo contare anche su un Mandzukic in più dalla gara con il Camerun. E’ squadra che ha le carte in regola per affacciarsi agli ottavi. Sarà lo stesso momento in cui inizieremo a testare la vera qualità di questo Brasile, ancora con la testa affollata di pensieri e le spalle un po’ ingobbite dalla pressione.