La Vodafone vuole comprare l’italiana Cobra, azienda che fornisce servizi telematici e di geo-localizzazione a case automobilistiche e assicurazioni: l’operatore telefonico lancerà un’offerta pubblica di acquisto da 145 milioni di euro (1,49 euro ad azione) nelle prossime settimane alla Borsa di Milano, dove la Cobra Automotive Technologies è quotata. L’obiettivo? “Creare un nuovo provider di servizi per le automobili connesse”, ha dichiarato Erik Brenneis, direttore della sezione M2M (machine-to-machine) della Vodafone. “Prevediamo di investire per offrire ai nostri clienti dell’automotive e delle assicurazioni una gamma completa di servizi telematici”.
Nel concreto, questo significa che la Vodafine si sta preparando a soddisfare le richieste dei costruttori che, dall’ottobre 2015, saranno obbligati a immettere sul mercato europeo milioni di “auto connesse”. Vale a dire che, se il Consiglio approverà com’è probabile la legge votata dal Parlamento Europeo lo scorso febbraio, tutte le nuove auto saranno dotate di Sim card per la chiamata d’emergenza: nel caso in cui un veicolo sia coinvolto in un incidente grave, l’auto chiama automaticamente il numero 112 (valido in tutta Europa) e comunica la posizione del veicolo. Secondo la Commissione Europa, si tratta di un dispositivo di basso costo – l’installazione dovrebbe costare meno di 100 euro per auto, comunque a carico dell’acquirente – che permetterà di accelerare del 40% gli interventi dei soccorsi in città e del 50% nelle aree extraurbane. Nel 2012, sulle strade europee sono stati registrati 1,1 milioni di incidenti e 28.000 morti, che sono costati alla società 130 miliardi di euro. Quando il sistema sarà pienamente operativo, secondo la Commissione Europea, si potranno salvare fino a 2.500 vite l’anno. A chi teme che l’eCall violi la privacy, la Commissione risponde che il veicolo non è costantemente tracciato perché il sistema è “dormiente”, vale a dire che si attiva soltanto quando si verifica un incidente o se lo si aziona manualmente per parlare con gli operatori del 112.
Certo è che si apre un enorme business per le compagnie telefoniche: oggi meno del 10% delle auto che circolano in Europa sono connesse, ma secondo gli analisti di Machina Research saranno il 90% entro il 2020. Uno studio della Pyramid Research, invece, prevede che il giro d’affari del settore, in Europa, crescerà dai 226 milioni di euro del 2012 a 1,3 miliardi di euro nel 2018, ed è una stima cautelativa, in un mercato da 12 milioni di auto l’anno. Anche perché ai dispositivi obbligatori per legge si potranno aggiungere altre funzioni: la stessa Commissione Europea scrive che “si prevede che le capacità della piattaforma tecnologica eCall potrebbero essere usate per servizi addizionali, come servizi assicurativi avanzati, rintracciamento dei veicoli rubati, eccetera”. Già oggi alcuni costruttori (come BMW, Mini, Volvo e Audi) offrono dispositivi che, grazie alla Sim card dedicata alla vettura, permettono di ascoltare musica in streaming, navigare sul Web, ottenere informazioni sul traffico in tempo reale e controllare da remoto la posizione dell’auto.