Il Fondo monetario internazionale chiede al governo Renzi di fare di più per la crescita. Sì a “un riequilibrio di bilancio”, ma che sia “volto a ridurre le aliquote fiscali e ad aumentare la spesa produttiva” in modo da “sostenere la ripresa”. La politica di gestione dei conti pubblici, in particolare, deve sicuramente puntare a ridurre il rapporto debito-Pil e possibilmente arrivare all'”avanzo del saldo strutturale di bilancio il prossimo anno”, senza attendere il 2016 come previsto nel Documento di economia e finanza. Ma facendo attenzione a “evitare una stretta eccessiva”. Avanti tutta, poi, con la riforma della giustizia (compresa la reintroduzione del falso in bilancio) e il Jobs act. E iniziare a spostare risorse dalle pensioni d’oro – leggi rendite – all’istruzione, che è un investimento per il futuro.
A illustrare la ricetta, molto meno improntata al rigore rispetto a quelle usualmente impartite da Bruxelles, è stata la delegazione dell’istituto di Washington che ha appena concluso la consueta visita annuale in Italia, durata quasi due settimane. Il vicedirettore del dipartimento europeo del Fmi, Aasim Husain, e il capo divisione per l’Italia, Kenneth Kang, dopo aver incontrato rappresentanti delle istituzioni e del mondo economico, martedì hanno presentato le loro conclusioni in una conferenza stampa congiunta con il ministro Pier Carlo Padoan, il direttore generale del Tesoro Vincenzo La Via e il rappresentante italiano presso il Fondo, Andrea Montanino. Positivo, con qualche riserva, il giudizio sull’agenda delle riforme, compreso il Jobs Act. Anche se ora occorre tradurre i propositi in misure concrete e strutturali. Abbastanza per far dire a Padoan che i voti ricevuti, pur non “pieni”, sono “buoni”. E “c‘è un grande riconoscimento dell’enorme sforzo in politica strutturale e finanziaria e anche dell’aggiustamento fiscale da parte del governo”.
Rendere permanenti gli 80 euro e incentivare le imprese ad aumentare il capitale – Nella dichiarazione finale della missione si legge che l’esecutivo dovrebbe puntare a ottenere “maggiori risparmi dalla revisione della spesa pubblica” e concedere al tempo stesso “minori agevolazioni fiscali”. Le maggiori risorse che resterebbero nelle casse pubbliche andrebbero poi indirizzate ad “aumentare e rendere permanenti le riduzioni della tassazione sul lavoro” e dare “maggiori agevolazioni per l’Aiuto alla crescita economica per lo stimolo degli investimenti”. Il riferimento è all'”Ace”, l’incentivo alla patrimonializzazione (sotto forma di una deduzione fiscale) introdotto dal governo Monti.
Spostare le risorse dalle pensioni alte all’istruzione e alle politiche attive – Nel breve termine, serve poi “spostare le risorse dalle pensioni più elevate all’istruzione e alle politiche attive del lavoro” anche per ridurre “l’ampio squilibrio intergenerazionale”.
Bene il programma di riforme, ma più impegno per creare lavoro – Positivo il giudizio sull’agenda delle riforme, per quanto in gran parte ancora sulla carta: “Il presidente del Consiglio Renzi ha definito un programma ambizioso per riformare la legge elettorale, il mercato del lavoro, il sistema giudiziario e il settore pubblico”, scrivono gli economisti del Fondo. Bene anche l’approvazione della delega fiscale, che “fornisce un quadro apprezzabile per semplificare e migliorare il sistema fiscale”. Ma all’Italia servono ulteriori “riforme strutturali per creare posti di lavoro e sostenere gli investimenti”. Non solo: occorre anche “innalzare la qualità delle politiche attive del lavoro”.
E tra le indicazioni spunta una nuova gabbia salariale – Il livello della disoccupazione è “inaccettabile” e rende necessari “interventi di politica economica rapidi e coraggiosi”. Tra l’altro sarebbe opportuno “promuovere un maggiore utilizzo della contrattazione salariale a livello di impresa, insieme a una maggiore flessibilità dei contratti collettivi nazionali. Anche la differenziazione dei salari pubblici a livello regionale potrebbe contribuire a migliorare il legame tra produttività e salari nel settore privato”. Insomma, una specie di nuova gabbia salariale. Ma Padoan ha subito chiarito che l’affermazione va letta “con gli occhiali di oggi”: “Il termine gabbie salariali è demodé. Evoca un periodo nel quale non si parlava di riforma della P.a. e di meccanismi di incentivi”.
Giustizia più efficiente necessaria con urgenza per promuovere crescita – Tra le tante riforme che sarebbe opportuno portare a termine in fretta, quella della giustizia è particolarmente urgente agli occhi degli uomini di Christine Lagarde. “Un sistema giudiziario più efficiente” in Italia è “necessario con urgenza per promuovere la crescita, l’occupazione e il credito”, scrivono, ricordando che ”occorrono ancora più di 1.000 giorni per far rispettare un contratto” nonostante il fatto che sono stati compiuti ”progressi nell’ampio numero di casi pendenti davanti alle Corti”. “Proseguendo sulla scia delle recenti riforme occorrerebbe considerare la possibilità di rivedere le spese processuali, limitare l’eccessivo ricorso in appello, sviluppare indicatori di performance per tutte le Corti e incentivare l’utilizzo della mediazione”. Tra i suggerimenti, anche la promozione delle migliori pratiche regionali, come il Programma Strasburgo della Corte di Torino, per ridurre il divario di performance.
Norme anticorruzione efficaci, ma vanno rafforzate. E reintrodurre il falso in bilancio – “Le norme anti-corruzione varate dall’Italia nel 2012 sono efficaci”, ha detto Kang. Apparentemente incurante degli scandali delle ultime settimane, dalla cupola Expo al Mose fino ai finanzieri corrotti. Subito dopo, però, ha in parte corretto il tiro dicendo che le leggi approvate durante il governo Monti sono state solo “un passo in avanti nella direzione giusta, ma c’è spazio per rafforzare le regole in materia”. “Apprezzate” le misure approvate per fornire maggiori poteri all’Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone. Ma “l’ordinamento giuridico potrebbe essere ulteriormente migliorato, in particolare tramite l’introduzione del reato di falso in bilancio e la modifica delle norme sulla prescrizione”.
Aumentare la concorrenza nei servizi – Il governo viene anche invitato a tradurre in legge entro settembre 2014 le raccomandazioni dell’Autorità garante della concorrenza: “Sarebbe un importante primo passo per aumentare la concorrenza e incoraggiare nuovi entranti riducendo il costo dei servizi”.
Promosso il Jobs Act. Sì al contratto a tutele crescenti – Per quanto riguarda gli interventi sul mercato del lavoro, promosso il Jobs act, che “delinea un insieme di proposte volte ad accrescere la partecipazione e risolvere il dualismo”. Una volta tradotte in misure concrete, “si rafforzerà l’incentivo ad assumere e investire nei lavoratori. In particolare, un contratto a tutele crescenti aumenterebbe l’equità tramite la riduzione del dualismo e, specialmente se dovesse sostituire gli attuali contratti a tempo indeterminato”, conclude la delegazione del Fmi. La sperimentazione di una forma contrattuale che tuteli i lavoratori in modo più completo mano a mano che aumenta la loro anzianità aziendale è in effetti previsto nel Ddl delega sul lavoro, in discussione alla commissione Lavoro del Senato.
Cambiamenti strutturali per attrarre imprese innovative – “Cambiamenti strutturali profondi sono necessari per rendere l’Italia un Paese più dinamico, che si adatti rapidamente a un mondo in continua evoluzione e che sia capace di attrarre imprenditori innovativi”, si legge ancora nel documento. “Il mercato del lavoro, la politica della concorrenza, le piccole e medie imprese e il sistema giudiziario sono quattro aree connesse”, e con una loro riforma “si libererebbe un notevole potenziale di crescita.
Le banche devono smaltire più rapidamente i crediti in sofferenza – Gli economisti di Washington indirizzano un avvertimento anche alle banche italiane: i loro crediti in sofferenza “continuano a crescere, raggiungendo il livello record del 16% dei prestiti”, e gli istituti non tengono il passo nel cancellare i crediti rispetto alle nuove sofferenze. “Serve maggiore pressione allo smaltimento dei crediti in sofferenza al fine di liberare risorse e favorire nuovi prestiti durante la ripresa”.
Per arrivare al saldo strutturale di bilancio “intervenire in modo graduale” – Sul fronte dei conti pubblici le dichiarazioni finali riconoscono che “dopo parecchi anni di difficile risanamento, l’Italia ha conseguito uno degli avanzi primari più elevati dell’area euro”. Non per niente si tratta di uno dei risultati più spesso rivendicati al Paese dal ministro Padoan. “Tuttavia, occorre fare di più per ridurre l’alto livello di debito pubblico e rafforzare la resilienza delle finanze pubbliche”. Ma, “a breve termine, la politica di bilancio deve assicurare il delicato equilibrio tra collocare il rapporto debito/Pil su un sentiero di riduzione ed evitare una stretta eccessiva che faccia deragliare la fragile ripresa economica”. Come arrivarci? “A condizione che la ripresa si rafforzi, sarebbe opportuno un contenuto avanzo del saldo strutturale di bilancio il prossimo anno al fine di ridurre il debito più velocemente. Questo obiettivo verrebbe meglio conseguito se si intervenisse in modo graduale, al fine di evitare un aggiustamento ampio”. Come dire che occorre fare il possibile per evitare pesanti manovre.
Economia
Fondo monetario a Renzi: “Ridurre tasse e più investimenti per sostenere ripresa”
Una delegazione del Fmi ha concluso la consueta missione annuale in Italia. La dichiarazione finale riconosce al governo Renzi di aver "definito un programma ambizioso su legge elettorale, mercato del lavoro, sistema giudiziario e settore pubblico". Tra le prescrizioni illustrate in conferenza stampa con il ministro Padoan anche l'invito a rivedere al ribasso le aliquote e contenere il debito ma evitando "una stretta eccessiva". Norme anticorruzione "efficaci", ma da rafforzare. E reintrodurre falso in bilancio
Il Fondo monetario internazionale chiede al governo Renzi di fare di più per la crescita. Sì a “un riequilibrio di bilancio”, ma che sia “volto a ridurre le aliquote fiscali e ad aumentare la spesa produttiva” in modo da “sostenere la ripresa”. La politica di gestione dei conti pubblici, in particolare, deve sicuramente puntare a ridurre il rapporto debito-Pil e possibilmente arrivare all'”avanzo del saldo strutturale di bilancio il prossimo anno”, senza attendere il 2016 come previsto nel Documento di economia e finanza. Ma facendo attenzione a “evitare una stretta eccessiva”. Avanti tutta, poi, con la riforma della giustizia (compresa la reintroduzione del falso in bilancio) e il Jobs act. E iniziare a spostare risorse dalle pensioni d’oro – leggi rendite – all’istruzione, che è un investimento per il futuro.
A illustrare la ricetta, molto meno improntata al rigore rispetto a quelle usualmente impartite da Bruxelles, è stata la delegazione dell’istituto di Washington che ha appena concluso la consueta visita annuale in Italia, durata quasi due settimane. Il vicedirettore del dipartimento europeo del Fmi, Aasim Husain, e il capo divisione per l’Italia, Kenneth Kang, dopo aver incontrato rappresentanti delle istituzioni e del mondo economico, martedì hanno presentato le loro conclusioni in una conferenza stampa congiunta con il ministro Pier Carlo Padoan, il direttore generale del Tesoro Vincenzo La Via e il rappresentante italiano presso il Fondo, Andrea Montanino. Positivo, con qualche riserva, il giudizio sull’agenda delle riforme, compreso il Jobs Act. Anche se ora occorre tradurre i propositi in misure concrete e strutturali. Abbastanza per far dire a Padoan che i voti ricevuti, pur non “pieni”, sono “buoni”. E “c‘è un grande riconoscimento dell’enorme sforzo in politica strutturale e finanziaria e anche dell’aggiustamento fiscale da parte del governo”.
Rendere permanenti gli 80 euro e incentivare le imprese ad aumentare il capitale – Nella dichiarazione finale della missione si legge che l’esecutivo dovrebbe puntare a ottenere “maggiori risparmi dalla revisione della spesa pubblica” e concedere al tempo stesso “minori agevolazioni fiscali”. Le maggiori risorse che resterebbero nelle casse pubbliche andrebbero poi indirizzate ad “aumentare e rendere permanenti le riduzioni della tassazione sul lavoro” e dare “maggiori agevolazioni per l’Aiuto alla crescita economica per lo stimolo degli investimenti”. Il riferimento è all'”Ace”, l’incentivo alla patrimonializzazione (sotto forma di una deduzione fiscale) introdotto dal governo Monti.
Spostare le risorse dalle pensioni alte all’istruzione e alle politiche attive – Nel breve termine, serve poi “spostare le risorse dalle pensioni più elevate all’istruzione e alle politiche attive del lavoro” anche per ridurre “l’ampio squilibrio intergenerazionale”.
Bene il programma di riforme, ma più impegno per creare lavoro – Positivo il giudizio sull’agenda delle riforme, per quanto in gran parte ancora sulla carta: “Il presidente del Consiglio Renzi ha definito un programma ambizioso per riformare la legge elettorale, il mercato del lavoro, il sistema giudiziario e il settore pubblico”, scrivono gli economisti del Fondo. Bene anche l’approvazione della delega fiscale, che “fornisce un quadro apprezzabile per semplificare e migliorare il sistema fiscale”. Ma all’Italia servono ulteriori “riforme strutturali per creare posti di lavoro e sostenere gli investimenti”. Non solo: occorre anche “innalzare la qualità delle politiche attive del lavoro”.
E tra le indicazioni spunta una nuova gabbia salariale – Il livello della disoccupazione è “inaccettabile” e rende necessari “interventi di politica economica rapidi e coraggiosi”. Tra l’altro sarebbe opportuno “promuovere un maggiore utilizzo della contrattazione salariale a livello di impresa, insieme a una maggiore flessibilità dei contratti collettivi nazionali. Anche la differenziazione dei salari pubblici a livello regionale potrebbe contribuire a migliorare il legame tra produttività e salari nel settore privato”. Insomma, una specie di nuova gabbia salariale. Ma Padoan ha subito chiarito che l’affermazione va letta “con gli occhiali di oggi”: “Il termine gabbie salariali è demodé. Evoca un periodo nel quale non si parlava di riforma della P.a. e di meccanismi di incentivi”.
Giustizia più efficiente necessaria con urgenza per promuovere crescita – Tra le tante riforme che sarebbe opportuno portare a termine in fretta, quella della giustizia è particolarmente urgente agli occhi degli uomini di Christine Lagarde. “Un sistema giudiziario più efficiente” in Italia è “necessario con urgenza per promuovere la crescita, l’occupazione e il credito”, scrivono, ricordando che ”occorrono ancora più di 1.000 giorni per far rispettare un contratto” nonostante il fatto che sono stati compiuti ”progressi nell’ampio numero di casi pendenti davanti alle Corti”. “Proseguendo sulla scia delle recenti riforme occorrerebbe considerare la possibilità di rivedere le spese processuali, limitare l’eccessivo ricorso in appello, sviluppare indicatori di performance per tutte le Corti e incentivare l’utilizzo della mediazione”. Tra i suggerimenti, anche la promozione delle migliori pratiche regionali, come il Programma Strasburgo della Corte di Torino, per ridurre il divario di performance.
Norme anticorruzione efficaci, ma vanno rafforzate. E reintrodurre il falso in bilancio – “Le norme anti-corruzione varate dall’Italia nel 2012 sono efficaci”, ha detto Kang. Apparentemente incurante degli scandali delle ultime settimane, dalla cupola Expo al Mose fino ai finanzieri corrotti. Subito dopo, però, ha in parte corretto il tiro dicendo che le leggi approvate durante il governo Monti sono state solo “un passo in avanti nella direzione giusta, ma c’è spazio per rafforzare le regole in materia”. “Apprezzate” le misure approvate per fornire maggiori poteri all’Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone. Ma “l’ordinamento giuridico potrebbe essere ulteriormente migliorato, in particolare tramite l’introduzione del reato di falso in bilancio e la modifica delle norme sulla prescrizione”.
Aumentare la concorrenza nei servizi – Il governo viene anche invitato a tradurre in legge entro settembre 2014 le raccomandazioni dell’Autorità garante della concorrenza: “Sarebbe un importante primo passo per aumentare la concorrenza e incoraggiare nuovi entranti riducendo il costo dei servizi”.
Promosso il Jobs Act. Sì al contratto a tutele crescenti – Per quanto riguarda gli interventi sul mercato del lavoro, promosso il Jobs act, che “delinea un insieme di proposte volte ad accrescere la partecipazione e risolvere il dualismo”. Una volta tradotte in misure concrete, “si rafforzerà l’incentivo ad assumere e investire nei lavoratori. In particolare, un contratto a tutele crescenti aumenterebbe l’equità tramite la riduzione del dualismo e, specialmente se dovesse sostituire gli attuali contratti a tempo indeterminato”, conclude la delegazione del Fmi. La sperimentazione di una forma contrattuale che tuteli i lavoratori in modo più completo mano a mano che aumenta la loro anzianità aziendale è in effetti previsto nel Ddl delega sul lavoro, in discussione alla commissione Lavoro del Senato.
Cambiamenti strutturali per attrarre imprese innovative – “Cambiamenti strutturali profondi sono necessari per rendere l’Italia un Paese più dinamico, che si adatti rapidamente a un mondo in continua evoluzione e che sia capace di attrarre imprenditori innovativi”, si legge ancora nel documento. “Il mercato del lavoro, la politica della concorrenza, le piccole e medie imprese e il sistema giudiziario sono quattro aree connesse”, e con una loro riforma “si libererebbe un notevole potenziale di crescita.
Le banche devono smaltire più rapidamente i crediti in sofferenza – Gli economisti di Washington indirizzano un avvertimento anche alle banche italiane: i loro crediti in sofferenza “continuano a crescere, raggiungendo il livello record del 16% dei prestiti”, e gli istituti non tengono il passo nel cancellare i crediti rispetto alle nuove sofferenze. “Serve maggiore pressione allo smaltimento dei crediti in sofferenza al fine di liberare risorse e favorire nuovi prestiti durante la ripresa”.
Per arrivare al saldo strutturale di bilancio “intervenire in modo graduale” – Sul fronte dei conti pubblici le dichiarazioni finali riconoscono che “dopo parecchi anni di difficile risanamento, l’Italia ha conseguito uno degli avanzi primari più elevati dell’area euro”. Non per niente si tratta di uno dei risultati più spesso rivendicati al Paese dal ministro Padoan. “Tuttavia, occorre fare di più per ridurre l’alto livello di debito pubblico e rafforzare la resilienza delle finanze pubbliche”. Ma, “a breve termine, la politica di bilancio deve assicurare il delicato equilibrio tra collocare il rapporto debito/Pil su un sentiero di riduzione ed evitare una stretta eccessiva che faccia deragliare la fragile ripresa economica”. Come arrivarci? “A condizione che la ripresa si rafforzi, sarebbe opportuno un contenuto avanzo del saldo strutturale di bilancio il prossimo anno al fine di ridurre il debito più velocemente. Questo obiettivo verrebbe meglio conseguito se si intervenisse in modo graduale, al fine di evitare un aggiustamento ampio”. Come dire che occorre fare il possibile per evitare pesanti manovre.
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Todde al Fatto: “Rimango presidente. Soltanto il Consiglio può farmi decadere” – L’intervista. I 7 punti contestati: anche fatture da 153 euro
Milano, 5 gen. (Adnkronos) - Sono in corso le indagini dei carabinieri per fare luce sulla morte di un 28enne marocchino trovato morto ieri sera a Cisliano in provincia di Milano. E' stato un passante ieri a chiamare il 112 dopo aver notato un uomo riverso sul ciglio della strada in via Regina Elena, quasi all'incrocio con una strada provinciale. Sul posto sono intervenuti, insieme al 118, i carabinieri di Bareggio e Magenta che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. A quanto si apprende si indaga per omicidio perché, da una prima ispezione del medico legale, è emersa sul cadavere una lesione all'addome inferiore compatibile con un'azione violenta. Tuttavia sarà l'autopsia a fare definitivamente chiarezza.
Roma, 5 gen. (Adnkronos) - Visita lampo di Giorgia Meloni a Mar-a-Lago, dove la premier ha incontrato il presidente eletto degli Usa Donald Trump. Dopo circa 5 ore dal suo arrivo a Palm Beach, la premier è risalita sul volo che la sta riconducendo a Roma.
(Adnkronos) - Il Napoli vince 3-0 in casa della Fiorentina oggi 4 gennaio 2025 nel match valido per la 19esima giornata della Serie A. La formazione di Conte passa al Franchi con i gol di Neres (29'), Lukaku (54' su rigore) e McTominay (68'). Il successo consente al Napoli di salire a 44 punti e di conquistare il primo posto solitario in classifica con 3 punti di vantaggio sull'Atalanta e 4 sull'Inter. Bergamaschi e milanesi hanno una partita in meno.
Il Napoli parte bene e al 15' Olivera va in gol dopo lo scambio con Lukaku, ma l'azione del Napoli è viziata da due posizioni di fuorigioco dei due protagonisti dell'azione. Al 18' altro squillo del Napoli con Spinazzola che impegna De Gea. La Fiorentina non riesce ad essere pericolosa e la squadra di Conte al 26' ci prova con Neres che converge e ci prova con il mancino.
Al 29' Napoli in vantaggio: combinazione tra Neres e Lukaku, con il brasiliano che in area danza sul pallone, salta gli avversari e di destro da posizione laterale infila De Gea sotto la traversa per l'1-0. Immediata la reazione viola che al 35' manda Kean in gol, ma l'attaccante prima del tiro in porta tocca il pallone con una mano e la rete viene annullata dopo il consulto con il Var. Al 39' ancora Fiorentina pericolosa con la conclusione verso la porta di Mandragora, parata in tuffo da Meret.
Ad inizio ripresa ancora Napoli protagonista. Al 53' Neres serve McTominay ma lo scozzese in area non inquadra la porta. Il raddoppio arriva un minuto dopo. Al 54' intervento in ritardo di Moreno su Anguissa e calcio di rigore trasformato da Lukaku, per il 2-0. Palladino cambia faccia alla squadra inserendo Gosens e Colpani e al 61' arriva una clamorosa doppia occasione: prima Meret respinge il tiro da centro area di Mandragora, poi si salva anche sul tentativo di Beltran. Poi sul cross di Dodò, svetta ancora Beltran ma il pallone esce di poco a lato.
I viola riversati in avanti lasciano ampi spazi alle ripartenze del Napoli che al 63' sfiora il tris sull'asse Lukaku-Neres, ma questa volta il brasiliano conclude sull'esterno della rete. Al 68' il Napoli trova il terzo gol: ennesimo errore viola a centrocampo con Anguissa che ruba palla e si invola, sul suo cross in area Comuzzo non riesce a liberare, e McTominay arriva da dietro e mette il pallone alle spalle di De Gea per il 3-0. La Viola non si arrende nonostante il pesante passivo e al 70' arriva il tiro a giro di Sottil dal limite dell'area che esce fuori di poco. Con il passare dei minuti la pressione della Fiorentina si affievolisce con il Napoli che controlla il possesso del pallone senza correre altri rischi.
Roma, 4 gen. (Adnkronos) - 'TMZ Presents' e 'Nightline' sono stati i primi: nel 2024 si sono affrettati a produrre speciali sulla storia del magnate P.Diddy, ma a quanto pare sono in arrivo altre serie che promettono ulteriori indagini e scoop. Peacock, lo streamer di proprietà della Nbc Universal ha fatto scalpore giovedì pubblicando il trailer del suo prossimo 'Diddy: The Making of a Bad Boy'. Lo speciale documentario di 90 minuti, previsto per il 14 gennaio, promette di scavare in profondità nelle rivelazioni esplosive che Sean 'Diddy' Combs sta affrontando, tracciando l'ascesa al potere del musicista e imprenditore e facendo parlare addetti ai lavori, l'ex marito della fidanzata di lunga data di Comb, Kim Porter, un'ex guardia del corpo, una truccatrice, una stagista, una vincitrice di Making the Band e un'amica d'infanzia.
Il progetto Peacock sarà presto seguito da altri che sicuramente faranno notizia. Il manager del rapper Curtis “50 Cent” Jackson e i produttori del colosso degli ascolti del 2024 'Quiet on Set: The Dark Side of Kids TV', ad esempio, stanno lavorando su progetti separati. E la saga non è ancora finita: Combs resta in carcere a New York in attesa del processo, che è attualmente fissato per maggio. Il magnate si è dichiarato non colpevole delle accuse di traffico sessuale, associazione a delinquere e trasporto per dedicarsi alla prostituzione. Il team legale di Combs ha dichiarato in una nota al The Hollywood Reporter che i documentari già usciti includono “affermazioni non verificate” e “teorie del complotto infondate”. Combs "nega inequivocabilmente queste false accuse, che sono dannose, diffamatorie e supportate da prove credibili", ha affermato il team, aggiungendo che in tribunale prevarranno i fatti.
Palermo, 4 gen. (Adnkronos) - Alla vigilia del 45esimo anniversario dell'omicidio dell'ex Presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella ci potrebbe essere una svolta nell'inchiesta. La Procura di Palermo, come scrive oggi Repubblica, avrebbe iscritto nel registro degli indagati due persone indicate come i sicari del politico democristiano ucciso sotto la sua abitazione il 6 gennaio del 1980, sotto gli occhi della moglie e dei due figli. Anche se gli inquirenti, interpellati dall'Adnkronos, non confermano. Mentre la famiglia, che sulle vicende giudiziarie e sulle indagini, ha sempre mantenuto il massimo riserbo, continua su questa linea e preferisce non commentare le ultime novità.
Un politico, Piersanti Mattarella, fratello del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che alla fine degli anni Settanta aveva provato ad attuare una politica di rinnovamento, lasciando fuori dai palazzi gli intrecci con la mafia. Proprio come scrivevano i giudici nelle sentenze che si sono susseguite negli anni nei processi sugli omicidi politici. L’attività dell'ex presidente della Regione siciliana, Piersanti Mattarella, "appariva assai pericolosa", "in quanto ispirata a una genuina politica di rinnovamento, anche in virtù del controllo che aveva cominciato ad esercitare nei confronti del Comune" di Palermo. "Fra le iniziative più innovative e rischiose adottate da Piersanti Mattarella vi era stata l’acquisizione dell’elenco dei funzionari regionali nominati collaudatori di opere pubbliche, che gli consentiva di verificare quali gruppi controllassero la materia dei pubblici appalti e di intervenire di conseguenza nel modo più efficace al fine di renderli trasparenti", si legge nella sentenza sulla strage di Bologna, nel capitolo relativo all'omicidio del Presidente "dalle carte in regola".
E ancora: con l’avvento di Piersanti Mattarella alla presidenza della Regione siciliana, "per la prima volta gli interessi affaristico-mafiosi, che col tempo si erano consolidati in seno al potere politico in sede comunale e regionale, erano stati messi in discussione (ed erano a rischio), e proprio ad opera di un esponente della Democrazia Cristiana, il partito che fino ad allora aveva detenuto il potere in Sicilia in forma indiscussa e aveva assicurato alla mafia, in un regime di sostanziale egemonia, la gestione di tutti i più importanti affari della vita economica siciliana, a cominciare dagli appalti delle opere pubbliche". In questo contesto, "la assoluta indisponibilità di Mattarella a qualsiasi tipo di compromesso poneva a repentaglio quegli equilibri tra le amministrazioni pubbliche e gli interessi mafiosi che attraverso altri soggetti era stato ormai da tempo possibile creare e mantenere".
Era la mattina del 6 gennaio 1980, quando l’onorevole Piersanti Mattarella, presidente della Regione Siciliana, in occasione dell'Epifania, uscì di casa con la famiglia per recarsi a messa. Come d’abitudine, ogni volta che usciva per ragioni di carattere privato, non aveva (in quanto non voleva) la scorta. Alle 12.45, insieme al figlio Bernardo, di vent’anni, scendeva nel garage della propria abitazione, posto in fondo a uno scivolo che dava su via Libertà, distante da casa circa quindici metri, per prelevare la propria auto Fiat 132. In retromarcia si portava sul passo carraio per far salire la moglie Irma Chiazzese sul sedile anteriore e la suocera sui sedili posteriori. Il figlio stava chiudendo le porte del garage e del cancello che dallo scivolo immetteva sulla pubblica via.
"All’improvviso un giovane dell’età apparente di 20-25 anni, che indossava un piumino azzurro o blu ed era a volto scoperto, si accostava al lato sinistro della vettura e, dopo avere invano tentato di aprire la portiera anteriore, esplodeva alcuni colpi d’arma da fuoco contro l’on. Mattarella, che, seduto alla guida, si accasciava verso destra e veniva parzialmente coperto dalla moglie, che si era piegata su di lui poggiandogli le mani sul capo al fine di fargli da scudo", si legge nelle carte. "Il giovane si dirigeva verso una Fiat 127 bianca sulla quale si trovava un complice armato, con il quale parlava in modo concitato e dal quale riceveva un’altra arma, indi tornava a sparare sull’on. Mattarella dal finestrino posteriore destro della Fiat 132- si legge ancora con il freddo linguaggio burocratico - I due assassini si davano quindi alla fuga e la Fiat 127 veniva ritrovata alle successive ore 14:00, distante poche centinaia di metri dal luogo del delitto. Risultava rubata verso le ore 19:30 del giorno precedente".
Per l’omicidio fu usato, per primo, un revolver calibro 38, la cui rigatura era basata su otto righe destrorse (di possibile provenienza americana o tedesca o spagnola), e per secondo un revolver cal. 38 Special Colt, con sei impronte di rigatura sinistrorse. Come dà atto anche la sentenza di primo grado sugli omicidi politici, Mattarella era "riuscito inoltre a far varare la legge sulla programmazione regionale della spesa pubblica, attraverso la quale poteva razionalizzare e rendere costanti, ancorandoli a criteri oggettivi e di carattere generale, i vari flussi di spesa". "Tutto questo (e altro), se da un lato impediva arbitrarie attribuzioni di spesa, dall’altro andava a ledere interessi consolidati in seno alla mafia e al contesto che intorno ad essa gravitava- si legge -Posto che l’eliminazione di Mattarella era nell’interesse comune di tutte le famiglie mafiose a causa della politica che egli perseguiva, di rinnovata trasparenza nell’assegnazione degli appalti".
Negli anni, dopo l'assoluzione di Gilberto Cavallini e Valerio 'Giusva' Fioravanti, era stato fatto da alcuni collaboratori di giustizia anche il nome di un boss mafioso, Nino Madonia. Oggi ergastolano.
Il collaborante Francesco Di Carlo, sentito in sede di riapertura dell’istruzione dibattimentale, ha rivelato di avere appreso da Bernardo Brusca "che il killer che aveva esploso i colpi di arma da fuoco all’indirizzo del Mattarella si identificava nella persona di Nino Madonia… Non bisogna dimenticare che tutti i collaboranti che hanno reso dichiarazioni sugli esecutori materiali del delitto sono concordi nell’indicare il Nino Madonia come uno dei killer del Presidente della Regione siciliana. Ma quel che è più rilevante è il fatto che il Di Carlo ha riferito di avere, vedendo la fotografia sui giornali di Valerio Fioravanti, commentato con lo stesso Brusca il fatto, rilevando come il Nino Madonia somigliasse moltissimo al terrorista nero", dice la sentenza.
E oggi, a distanza di 45 anni dal terribile omicidio, si potrebbe essere a una svolta. Anche se il condizionale è d'obbligo. (di Elvira Terranova)
Washington, 3 gen. (Adnkronos/Afp) - Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, condannato in primavera da un tribunale penale di New York per aver effettuato pagamenti occulti alla pornostar Stormy Daniels, conoscerà la sua pena il 10 gennaio, ossia 10 giorni prima del suo insediamento alla Casa Bianca (previsto per il 20 gennaio). Lo ha deciso il giudice della Corte suprema statale, Juan Merchan, il quale ha dichiarato che non intende condannare Trump al carcere.
Trump dovrà "comparire in aula il 10 gennaio 2025", ha ordinato Merchan in un'ordinanza nella quale ha specificato di non essere "propenso a imporre una sentenza di incarcerazione" all'uomo che diventerà il 47esimo presidente degli Stati Uniti.
La decisione del giudice di New York "è un attacco all'immunità presidenziale", ha affermato un portavoce del tycoon repubblicano, Steven Cheung.
Palermo, 4 gen. (Adnkronos) - “Grazie per il vostro affetto e per quello che fate tutti i giorni per noi cittadini”. Sono le parole di ringraziamento che la signora Aurora ha rivolto agli agenti della Polizia di Stato di Catania al termine di un incontro, tra ricordi e racconti condivisi, per iniziare in modo diverso il nuovo anno. Per non trascorrere da sola il giorno di Capodanno, l’anziana di Adrano ha chiamato, nel primo pomeriggio, i poliziotti del locale Commissariato per chiedere un supporto morale e per avere un po' di compagnia a casa sua. Al telefono la donna ha raccontato di trovarsi in uno stato di particolare sconforto per aver trascorso le giornate di festa senza incontrare persone, dal momento che, per la sua età e per qualche problema di salute, preferisce non uscire di casa, pur avendo qualche parente residente nei comuni vicini.
L’accorato appello della signora non è rimasto inascoltato e, in pochi minuti, due agenti del Commissariato di Adrano hanno raggiunto la sua abitazione per verificare, prioritariamente, le sue effettive condizioni di salute. Alla vista dei poliziotti, la donna non ha nascosto la sua felicità per la gradita sorpresa e ha subito spalancato le porte di casa, chiedendo loro di accomodarsi in salone per poter parlare insieme per qualche minuto, rivolgendo, in più momenti, parole di sincera e profonda gratitudine agli agenti del Commissariato.
La donna è apparsa in forma, con un progressivo mutamento del suo stato d’animo, caratterizzato da un evidente entusiasmo e da una contagiosa solarità. La signora Aurora, insegnante in pensione, spegnerà tra qualche settimana le ottanta candeline e ai poliziotti ha raccontato diversi aneddoti della sua vita, rivivendo, così, alcuni episodi piacevoli della sua giovinezza. Inoltre, ha mostrato alcune foto del periodo dei suoi studi e poi della sua carriera tra le aule scolastiche, sottolineando di avvertire molto la mancanza dell’affetto e del calore che, per anni, le hanno dimostrato diverse generazioni di alunni. Dopo circa un’ora di ricordi e sorrisi, i due agenti del Commissariato di Adrano si sono congedati con la promessa di un nuovo incontro nelle prossime settimane, non prima di esaudire la richiesta della signora Aurora di una foto insieme per ricordare questo momento così importante del nuovo anno.