Il plenum del Csm ha archiviato l’esposto del procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo contro il capo dell’ufficio, Edmondo Bruti Liberati, che contestava i criteri di assegnazione di importanti indagini, dal caso Ruby all’inchiesta per corruzione su Expo 2015. Ma ha inviato gli atti al Pg della Cassazione, titolare dell’azione disciplinare, perchè vagli le loro condotte su alcune vicende, come quelle di Sea ed Expo, ma non sul caso Ruby. Prevista anche la trasmissione degli atti alla quinta commissione del Csm, competente per gli incarichi direttivi, per le valutazioni sulle riconferme sia di Bruti Liberati sia di Robledo nei rispettivi ruoli. L’incarico di Bruti scade a luglio. E dunque a stabilire se il procuratore debba rimanere ancora al suo posto sarà il nuovo Csm (le elezioni per il rinnovo sono proprio in quel mese). Anche per Robledo è stata disposta la trasmissione alla Direttivi, con le stesse conseguenze.
La delibera con la quale il plenum del Csm ha chiuso lo scontro alla procura di Milano è passata ad ampia maggioranza, con 16 sì. A favore hanno votato il vice presidente del Csm, Michele Vietti, i gruppi di Unicost e di Area, i laici di centro-destra (a eccezione di Ettore Albertoni e Nicolò Zanon), il laico del Pd Glauco Giostra e il togato indipendente Paolo Corder. La relazione di minoranza di Antonello Racanelli, che chiedeva la riapertura dell’istrutttoria in Prima Commissione, ha preso 4 voti (dell’intero gruppo di Magistratura Indipendente e del laico della Lega Ettore Albertoni); due invece i voti (degli stessi proponenti) al documento presentato dal laico di centro-destra Nicolò Zanon e dal togato indipendente Nello Nappi, che chiedeva l’apertura della procedura di trasferimento d’ufficio per l’aggiunto di Milano Alfredo Robledo e la non trasmissione degli atti alla Commissione direttivi per il procuratore Bruti.
“Il Csm dopo una lunga maratona ha approvato due proposte in una versione rispettosa delle indicazioni del Presidente della Repubblica e della sensibilità della grande maggioranza dei consiglieri – spiega il vicepresidente Michele Vietti – Polemiche? Non ricordo, quello che conta è il voto di oggi che ha visto i consiglieri prendere una decisione a larga maggioranza”. Vietti ha poi ricordato le due proposte alternative portate in plenum, “una contenente un’accentuazione forte del carattere gerarchico delle procure una che invece lo attenua. È prevalsa una visione equilibrata che, nel rispetto della legge, riconosce al procuratore l’esclusiva titolarità dell’esercizio dell’azione penale e il conseguente potere organizzativo in una logica di razionalità e ragionevolezza”.