Per vedersi, M5S e Pd, si vedranno, ma il rischio è che diventi solo una chiacchierata a tavolino. A mettere i paletti del prossimo incontro (che sarà il 25 giugno alla Camera con una delegazione Pd) è il ministro Maria Elena Boschi: il governo non ha intenzione di cambiare partner in corsa nella danza per le riforme e ogni eventuale cambiamento dovrà essere approvato da Forza Italia e dalle altre forze politiche di maggioranza. Insomma, vogliono ascoltarli e qualche proposta si potrebbe azzardare ( ad esempio per le liste bloccate dell’Italicum), ma su Senato e modifica della legge elettorale l’accordo con Silvio Berlusconi non si tocca. “Non sono stati dati punti precisi da parte dei 5 stelle”, dice Boschi in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri, “e quindi penso sia giusto aspettare l’incontro di mercoledì. Siamo interessati a vedere le loro proposte e quindi vedremo. Valuteremo, ma non credo che sia pensabile dopo mesi di lavoro ricominciare da capo perché non sarebbe serio sia nei confronti dei parlamentari che nei confronti dei cittadini che hanno scelto un modello e lo hanno confermato con il voto di maggio”. Il patto con Forza Italia resiste, anzi sembra uscire rafforzato dalle ultime consultazioni. Il rischio è che il Movimento 5 stelle sia arrivato tardi in quella che è una lunga trattativa che Renzi i suoi non hanno intenzione di far saltare: “Esiste un accordo“, continua Boschi, “fra le forze di maggioranza e Fi ed eventuali modifiche saranno prese in considerazione solo se ci sarà condivisione con chi ha già contribuito a questo percorso. Non si cambia partner all’ultimo momento in percorso”. Intanto la ministra annuncia le prossime scadenze: il 30 giugno in Consiglio dei ministri discuterà la riforma della giustizia e il provvedimento sul terzo settore.
Per il momento il governo Renzi sembra voler continuare sulla sua strada. L’apertura a Grillo non provoca terremoti, almeno per il momento, e lo stesso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano riserva all’esecutivo ogni valutazione in merito: “Vedremo”, commenta, “vedrà e valuterà questa possibilità chi ne ha la responsabilità, cioè il governo, il presidente del Consiglio e i gruppi di maggioranza”.L’incontro tra 5 stelle e Pd nasce zoppo, in ritardo e con troppe condizioni da considerare. “Diamo a Renzi”, commenta Manlio Di Stefano, deputato M5S, “l’opportunità di uscire da quel ricatto di Berlusconi che lui stesso disse esserci quando affermò che non c’era alternativa. Noi gli diamo un’alternativa: chiarisca se preferisce continuare con lui o aprirsi ad un percorso nuovo”. Parole a cui si associa Alessandro Di Battista: “Forza Italia, lo ricordo e non temo alcuna querela, è un partito nato con il beneplacito della mafia in particolare dell’organizzazione più pericolosa, ‘Cosa Nostra’ che, grazie all’intermediazione di Dell’Utri (per questo condannato e detenuto in carcere) ha concluso svariati patti di non belligeranza con Berlusconi”. Più fiducioso invece il capogruppo grillino al Senato Maurizio Buccarella: “Non ci lasciamo scoraggiare, il nostro approccio rimarrà improntato sulla voglia di confronto“.
La porta in casa Pd resta aperta al dialogo, ma a molte condizioni: “Bisogna capire”, continua Boschi, “nella sostanza se da parte del Movimento 5 Stelle è condiviso il percorso delle riforme, se vuole partecipare al cambiamento del Paese o se rimangono su posizioni di conservazione come sulle riforme. Il presidente del Consiglio ha risposto alla lettera del M5S perché era stata indirizzata direttamente a lui, ma nel testo c’era un po’ di confusione, non si capiva se il M5S era interessato a confronto con il governo o con il Partito democratico“. La risposta è arrivata dopo qualche ora direttamente sul blog di Beppe Grillo: “La delegazione composta da Luigi Di Maio, Danilo Toninelli e i capigruppo Giuseppe Brescia e Maurizio Buccarella intendono incontrare il Partito democratico in quanto forza parlamentare”.
In particolare Boschi blinda la legge elettorale sulla quale i 5 stelle avevano chiesto una mediazione. “Le proposte di modifica alla legge elettorale saranno prese in considerazione solo se c’è condivisione con le altre forze che hanno approvato le legge alla Camera”. In particolare, Boschi ha parlato della questione delle liste bloccate: “Diversi punti possono essere messi in discussione e eventualmente anche questo. Ma c’è un impegno che il Pd ha preso con maggioranza e Fi, dobbiamo rispettare quell’impegno”. Rispetto invece al testo iniziale del governo sul nuovo Senato, Boschi annuncia che “ci sarà una riduzione della componente dei sindaci e aumenterà la componente dei consiglieri regionali”. Il ministro delle Riforme non anticipa quale sarà il numero dei componenti del nuovo Senato, ma dice: “Sarà ridotto il numero complessivo dei membri del Senato” e anche il numero dei senatori nominati dal presidente della Repubblica.
Ma l’accordo nella maggioranza sembra ormai pronto. “Questa notte”, dice il senatore Roberto Calderoli, “con la presidente Finocchiaro e altri volenterosi riformisti abbiamo percorso l’ultimo miglio. Ci manca solo l’ultimo millimetro e poi si parte per cambiare finalmente questo paese”. Intanto però qualche ora prima profetizzava che sarebbe stata Forza Italia a sfilarsi all’ultimo minuto dal patto. “Le riforme costituzionali”, aveva detto in un’intervista a La Stampa, “partiranno, ma non arriveranno al traguardo con la maggioranza dei due terzi che consente di evitare il referendum. Alla fine, nelle ultime due letture, quando sarà necessaria la maggioranza qualificata, qualcuno si sfilerà”, “la Lega certo di no. La prima cosa che mi viene in mente è Forza Italia”. E’ la convinzione del senatore del Carroccio: “Nella primavera del 2015 – spiega – può succedere di tutto. Ci potranno essere disgregazioni varie. Già assistiamo a quella di Sel. Non escludo che qualcosa del genere possa accadere in Forza Italia. Sarà il periodo in cui si comincerà a ragionare seriamente di legge elettorale e per i partiti scatterà la logica del ‘primum vivere’, delle convenienze. Non credo che Berlusconi voglia veramente regalare le riforme a Renzi”.
Nel pomeriggio sono ricominciate le consultazioni dell’esecutivo. Ncd dice sì all’elezione indiretta del Senato, e giudica “equilibrato e coerente” il testo delle riforme che emergerà dagli emendamenti dei relatori. Il ministro Boschi ha incontrato (di nuovo), Gaetano Quagliariello del Nuovo centrodestra per parlare della formazione del nuovo Senato. Anche in questo caso si è concordato sul fatto che i senatori saranno “100, più una piccola quota nominati dal Presidente della Repubblica, credo cinque”, secondo gli emendamenti dei relatori. “Dei 13 emendamenti che abbiamo presentato”, dice Quagliariello, “più della meta cadono perché assorbiti dalle modifiche dei relatori. Però vogliamo avere ancora degli approfondimenti”. Tra i “pochi” emendamenti Ncd che rimarranno in piedi – conclude il capogruppo Ncd al Senato, Maurizio Sacconi – c’è quello del ‘Fallimento politico degli amministratori locali’. “Il che vuol dire – ha spiegato – che se l’ente viene commissariato per ragioni di squilibrio finanziario, gli amministratori saranno ineleggibili in qualsiasi amministrazione pubblica”.
Politica
Riforme, Boschi: “Pronti a vedere proposte M5S, ma non si ricomincia da capo”
Il ministro per le riforme in conferenza stampa ribadisce l'intesa con Forza Italia: "Siamo interessati a vedere le proposte dei 5 stelle, ma sulla legge elettorale si parte dall'Italicum e ogni modifica dovrà essere approvata da Fi". L'incontro sarà alla Camera il prossimo 25 giugno. Napolitano: "Valuterà l'esecutivo l'apertura di Grillo". Calderoli: "Berlusconi si sfilerà dal patto"
Per vedersi, M5S e Pd, si vedranno, ma il rischio è che diventi solo una chiacchierata a tavolino. A mettere i paletti del prossimo incontro (che sarà il 25 giugno alla Camera con una delegazione Pd) è il ministro Maria Elena Boschi: il governo non ha intenzione di cambiare partner in corsa nella danza per le riforme e ogni eventuale cambiamento dovrà essere approvato da Forza Italia e dalle altre forze politiche di maggioranza. Insomma, vogliono ascoltarli e qualche proposta si potrebbe azzardare ( ad esempio per le liste bloccate dell’Italicum), ma su Senato e modifica della legge elettorale l’accordo con Silvio Berlusconi non si tocca. “Non sono stati dati punti precisi da parte dei 5 stelle”, dice Boschi in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri, “e quindi penso sia giusto aspettare l’incontro di mercoledì. Siamo interessati a vedere le loro proposte e quindi vedremo. Valuteremo, ma non credo che sia pensabile dopo mesi di lavoro ricominciare da capo perché non sarebbe serio sia nei confronti dei parlamentari che nei confronti dei cittadini che hanno scelto un modello e lo hanno confermato con il voto di maggio”. Il patto con Forza Italia resiste, anzi sembra uscire rafforzato dalle ultime consultazioni. Il rischio è che il Movimento 5 stelle sia arrivato tardi in quella che è una lunga trattativa che Renzi i suoi non hanno intenzione di far saltare: “Esiste un accordo“, continua Boschi, “fra le forze di maggioranza e Fi ed eventuali modifiche saranno prese in considerazione solo se ci sarà condivisione con chi ha già contribuito a questo percorso. Non si cambia partner all’ultimo momento in percorso”. Intanto la ministra annuncia le prossime scadenze: il 30 giugno in Consiglio dei ministri discuterà la riforma della giustizia e il provvedimento sul terzo settore.
Per il momento il governo Renzi sembra voler continuare sulla sua strada. L’apertura a Grillo non provoca terremoti, almeno per il momento, e lo stesso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano riserva all’esecutivo ogni valutazione in merito: “Vedremo”, commenta, “vedrà e valuterà questa possibilità chi ne ha la responsabilità, cioè il governo, il presidente del Consiglio e i gruppi di maggioranza”.L’incontro tra 5 stelle e Pd nasce zoppo, in ritardo e con troppe condizioni da considerare. “Diamo a Renzi”, commenta Manlio Di Stefano, deputato M5S, “l’opportunità di uscire da quel ricatto di Berlusconi che lui stesso disse esserci quando affermò che non c’era alternativa. Noi gli diamo un’alternativa: chiarisca se preferisce continuare con lui o aprirsi ad un percorso nuovo”. Parole a cui si associa Alessandro Di Battista: “Forza Italia, lo ricordo e non temo alcuna querela, è un partito nato con il beneplacito della mafia in particolare dell’organizzazione più pericolosa, ‘Cosa Nostra’ che, grazie all’intermediazione di Dell’Utri (per questo condannato e detenuto in carcere) ha concluso svariati patti di non belligeranza con Berlusconi”. Più fiducioso invece il capogruppo grillino al Senato Maurizio Buccarella: “Non ci lasciamo scoraggiare, il nostro approccio rimarrà improntato sulla voglia di confronto“.
La porta in casa Pd resta aperta al dialogo, ma a molte condizioni: “Bisogna capire”, continua Boschi, “nella sostanza se da parte del Movimento 5 Stelle è condiviso il percorso delle riforme, se vuole partecipare al cambiamento del Paese o se rimangono su posizioni di conservazione come sulle riforme. Il presidente del Consiglio ha risposto alla lettera del M5S perché era stata indirizzata direttamente a lui, ma nel testo c’era un po’ di confusione, non si capiva se il M5S era interessato a confronto con il governo o con il Partito democratico“. La risposta è arrivata dopo qualche ora direttamente sul blog di Beppe Grillo: “La delegazione composta da Luigi Di Maio, Danilo Toninelli e i capigruppo Giuseppe Brescia e Maurizio Buccarella intendono incontrare il Partito democratico in quanto forza parlamentare”.
In particolare Boschi blinda la legge elettorale sulla quale i 5 stelle avevano chiesto una mediazione. “Le proposte di modifica alla legge elettorale saranno prese in considerazione solo se c’è condivisione con le altre forze che hanno approvato le legge alla Camera”. In particolare, Boschi ha parlato della questione delle liste bloccate: “Diversi punti possono essere messi in discussione e eventualmente anche questo. Ma c’è un impegno che il Pd ha preso con maggioranza e Fi, dobbiamo rispettare quell’impegno”. Rispetto invece al testo iniziale del governo sul nuovo Senato, Boschi annuncia che “ci sarà una riduzione della componente dei sindaci e aumenterà la componente dei consiglieri regionali”. Il ministro delle Riforme non anticipa quale sarà il numero dei componenti del nuovo Senato, ma dice: “Sarà ridotto il numero complessivo dei membri del Senato” e anche il numero dei senatori nominati dal presidente della Repubblica.
Ma l’accordo nella maggioranza sembra ormai pronto. “Questa notte”, dice il senatore Roberto Calderoli, “con la presidente Finocchiaro e altri volenterosi riformisti abbiamo percorso l’ultimo miglio. Ci manca solo l’ultimo millimetro e poi si parte per cambiare finalmente questo paese”. Intanto però qualche ora prima profetizzava che sarebbe stata Forza Italia a sfilarsi all’ultimo minuto dal patto. “Le riforme costituzionali”, aveva detto in un’intervista a La Stampa, “partiranno, ma non arriveranno al traguardo con la maggioranza dei due terzi che consente di evitare il referendum. Alla fine, nelle ultime due letture, quando sarà necessaria la maggioranza qualificata, qualcuno si sfilerà”, “la Lega certo di no. La prima cosa che mi viene in mente è Forza Italia”. E’ la convinzione del senatore del Carroccio: “Nella primavera del 2015 – spiega – può succedere di tutto. Ci potranno essere disgregazioni varie. Già assistiamo a quella di Sel. Non escludo che qualcosa del genere possa accadere in Forza Italia. Sarà il periodo in cui si comincerà a ragionare seriamente di legge elettorale e per i partiti scatterà la logica del ‘primum vivere’, delle convenienze. Non credo che Berlusconi voglia veramente regalare le riforme a Renzi”.
Nel pomeriggio sono ricominciate le consultazioni dell’esecutivo. Ncd dice sì all’elezione indiretta del Senato, e giudica “equilibrato e coerente” il testo delle riforme che emergerà dagli emendamenti dei relatori. Il ministro Boschi ha incontrato (di nuovo), Gaetano Quagliariello del Nuovo centrodestra per parlare della formazione del nuovo Senato. Anche in questo caso si è concordato sul fatto che i senatori saranno “100, più una piccola quota nominati dal Presidente della Repubblica, credo cinque”, secondo gli emendamenti dei relatori. “Dei 13 emendamenti che abbiamo presentato”, dice Quagliariello, “più della meta cadono perché assorbiti dalle modifiche dei relatori. Però vogliamo avere ancora degli approfondimenti”. Tra i “pochi” emendamenti Ncd che rimarranno in piedi – conclude il capogruppo Ncd al Senato, Maurizio Sacconi – c’è quello del ‘Fallimento politico degli amministratori locali’. “Il che vuol dire – ha spiegato – che se l’ente viene commissariato per ragioni di squilibrio finanziario, gli amministratori saranno ineleggibili in qualsiasi amministrazione pubblica”.
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Germania, dall’attore Daniel Brühl al presidente del St. Pauli: la società civile contro il voto Cdu-AfD
Palermo, 31 gen. (Adnkronos) - E' l'ex prefetto di Palermo, Maria Teresa Cucinotta, la neo presidente della Fondazione Agrigento capitale della cultura 2025. Prende il posto di Giacomo Minio, che si è dimesso nei giorni scorsi. "La sua esperienza istituzionale e la sua profonda conoscenza del territorio rappresentano una garanzia di competenza e visione strategica per il rilancio delle iniziative culturali della città", dice il presidente della Regione siciliana Renato Schifani esprimendo "le più sincere congratulazioni".
"Con questa nomina si apre un nuovo corso, improntato all'efficienza e alla concretezza - aggiunge il governatore -, affinché il prestigioso riconoscimento di Agrigento come Capitale italiana della cultura possa tradursi in progetti ambiziosi e realizzazioni senza più intoppi. La Regione continuerà a essere al fianco della Fondazione per sostenere ogni iniziativa volta a valorizzare il patrimonio artistico, storico e identitario del nostro territorio".
Palermo, 31 gen. (Adnkronos) - La Regione continua a puntare i riflettori su film e audiovisivi realizzati nell'Isola per promuovere l’immagine della Sicilia. E' stato pubblicato un avviso della "Sicilia Film Commission" dall'assessorato del Turismo per la concessione di contributi a fondo perduto, a titolo di cofinanziamento, a sostegno delle produzioni cinematografiche per il triennio 2025-2027 per un ammontare complessivo di 15 milioni di euro delle risorse del Fondo sviluppo e coesione. L’obiettivo è quello di attrarre le case di produzione nazionali e internazionali, ma anche di rafforzare le imprese locali e di favorire la crescita professionale degli operatori regionali del settore, per realizzare opere in grado di diffondere la conoscenza dei contesti storici, artistici, culturali e paesaggistico - ambientali dell'Isola, anche per finalità di promozione turistica.
«Il successo delle produzioni cinematografiche ambientate in Sicilia, tra queste solo per citare un esempio il film "L'abbaglio" attualmente in tutte le sale - dice il presidente della Regione Renato Schifani - o la serie "Makari", ci ha dimostrato la bontà dell'iniziativa che la Regione ha intrapreso a favore delle produzioni di cinema e tv, nonché la strategia vincente sia sul piano culturale che su quello della promozione. Si tratta di strumenti straordinari per veicolare l’immagine della Sicilia, come testimoniano i risultati di ritorno in termini di share per le serie tv e le fiction che hanno visto protagonisti la nostra regione, coi suoi paesaggi, le storie, i personaggi. Si tratta di milioni di spettatori che diventano potenziali visitatori attratti dalla cultura e dalle immagini paesaggistiche». «Con il nuovo bando per il triennio 2025-2027 - spiega l'assessore al Turismo Elvira Amata - si conferma l'attenzione della Regione per un comparto in forte crescita che contribuisce a proporre un'offerta turistica il più possibile completa ed integrata. Con il precedente avviso sono stati 17 i progetti di film, documentari e cortometraggi che la Regione ha cofinanziato con circa tre milioni e mezzo di euro per la finestra 2024-2025, ovvero nove tra film per la televisione e serie tv, sette documentari e un cortometraggio. Vogliamo continuare a sostenere quelle opere che contribuiranno a valorizzare il territorio, la storia, la cultura e i tratti identitari della Sicilia, ma anche il massimo impatto economico e occupazionale sul territorio attraverso l'impiego di maestranze artistiche e tecniche dell’Isola».
I contributi a fondo perduto saranno destinati alle case di produzione che realizzeranno in Sicilia opere originali e di qualità come film, per il cinema o la tv, serie televisive, anche in animazione, documentari e cortometraggi. Il budget sarà così distribuito nel corso del triennio: per l'anno 2025 previsti fondi per 3,9 milioni circa di cui 3,6 milioni per film di produzione cinematografica/televisiva e serie tv, 330 mila euro circa per documentari e serie tv documentarie e 26 mila euro circa per cortometraggi. Per il 2026 previsti 5,6 milioni di cui 5,2 per film di produzione cinematografica/televisiva e serie tv, 370 mila euro per documentari e 34 mila per cortometraggi. Infine, per l'anno 2027, programmati 5,4 milioni di cui 5 per film di produzione cinematografica/televisiva e serie tv, 357 mila per documentari e 32 mila euro per cortometraggi.
L’espletamento delle procedure di cofinanziamento avverrà attraverso l’apertura di singole e autonome finestre temporali di presentazione delle istanze di candidatura per ciascun anno solare, secondo la seguente articolazione: per l'anno 2025 dal primo febbraio al 15 marzo, per il 2026 dal 2 febbraio al 16 marzo, per il 2027 dal primo febbraio al 15 marzo.
Roma, 31 gen (Adnkronos) - "‘Si fanno cose sporchissime per la sicurezza nazionale'. Commentando così il caso Almasri, ieri sera Bruno Vespa nei suoi 5 minuti ha superato se stesso. Altro che terza Camera, e’ diventato il portavoce ufficiale di Palazzo Chigi". Lo dice Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria nazionale del Pd.
Roma, 31 gen. (Adnkronos Salute) - In Italia oltre 3,7 milioni di persone vivono con un tumore. Nove pazienti su 10 cercano on line informazioni e, più in generale, il web è sempre utilizzato anche dagli anziani (il 38% dei 65-74enni). Ma nella lotta al cancro è determinante anche una corretta comunicazione dei risultati ottenuti dalla ricerca scientifica e dalle sperimentazioni cliniche. "Attenzione alle fake news - avverte Rossana Berardi, Ordinario di Oncologia all’Università Politecnica delle Marche e Direttore della Clinica Oncologica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche - ma le continue novità diagnostiche-terapeutiche vanno trasmesse in modo appropriato anche al 'grande pubblico'". E' questo il messaggio che arriva dalla seconda edizione del corso di perfezionamento universitario promosso l’Università Politecnica delle Marche e la Clinica Oncologica Ospedali Riuniti di Ancona. E' il primo del genere mai realizzato in Italia e ha visto il coinvolgimento di clinici, docenti, giornalisti e si celebra oggi ad Ancona l’evento conclusivo del corso. Obiettivo: dare un’adeguata formazione a medici, psicologi, pazienti, infermieri, manager delle aziende del farmaco che devono comunicare il cancro, la medicina e la salute.
"Abbiamo deciso di rinnovare il nostro impegno per favorire una corretta comunicazione a 360 gradi su temi molto complessi come i tumori, l’oncologia e la salute – afferma Berardi -. La richiesta di questo genere di informazioni è crescente in quanto l’incidenza delle neoplasie è in aumento in quasi tutti i Paesi occidentali. Inoltre, le novità diagnostiche e terapeutiche sono continue e vanno incessantemente comunicate anche al 'grande pubblico'. Non possono rimanere ad appannaggio solo degli 'addetti ai lavori' ma vanno promosse sui media nella più corretta modalità ed evitando i facili trionfalismi. Il nostro corso è stato quindi progettato per formare gli operatori sanitari per comunicare in maniera efficace con pazienti e caregiver, i giornalisti e i professionisti sanitari e non, per comunicare in modo appropriato alla popolazione che deve recepire sempre e solo notizie corrette e comprensibili".
Si calcola che oltre il 90% dei pazienti oncologici utilizza il web per cercare informazioni sulla propria malattia. "Internet rimane di gran lunga il media più usato per reperire notizie – sottolinea Marcello D’Errico, Comitato ordinatore corso di perfezionamento, professore ordinario di Igiene UnivPm -. Più in generale sta crescendo anche tra i 'giovani anziani' e adesso viene utilizzato da oltre il 38% degli uomini e donne d’età compresa tra i 65 e i 74 anni. E’ un dato che si triplicato negli ultimi dieci anni e quindi il web sta diventando una realtà quotidiana tra quasi tutti i cittadini. Si tratta perciò del 'luogo' dove può avvenire sia la corretta che la scorretta informazione sulla salute e il benessere".
Oggi all’Università Politecnica delle Marche (Auditorium Montessori, Polo Murri Facoltà di Medicina), alla conclusione della seconda edizione, sono consegnati gli attestati ai 24 professionisti che hanno superato il corso. L’evento si conclude con la consegna del premio nazionale 'Comunicare il cancro, la medicina e la salute'. Per il 2024 sono premiati Giovanni Leonardi (direttore Dipartimento One Health Ministero della Salute), Manuela Correra (giornalista redazione Sanità dell’Ansa), Giancarlo Laurenzi (direttore Corriere Adriatico), Nicoletta Luppi (Presidente e AD MSD Italia) e Nicoletta Carbone (giornalista Salute Radio 24 – Il Sole 24 Ore).
"Sul cancro circolano ancora troppe fake news soprattutto su alcuni portali on line e sui social media – conclude Mauro Boldrini, giornalista scientifico e direttore comunicazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) -. Al tempo stesso va aumentata la consapevolezza su un tema di salute pubblica rilevante e che presenta un impatto in costante crescita su tutta la società. Per tutti questi motivi abbiamo promosso nuovamente un corso innovativo e che intende sviluppare competenze e tecniche inerenti la comunicazione efficace in ambito clinico, scientifico, formativo e organizzativo".
Roma, 31 gen (Adnkronos) - "Meno burocrazia, ridimensionando i poteri delle Soprintendenze: la Lega accelera ed è pronta a presentare un disegno di legge con l’obiettivo di una veloce approvazione". Così fonti del partito di Matteo Salvini.
Le stesse fonti sottolineano che "l’obiettivo è limitare lo strapotere delle Soprintendenze nella vita di cittadini, imprenditori ed enti locali ma senza trascurare la tutela del patrimonio culturale".
Roma, 31 gen (Adnkronos) - "La Lega costretta a ritirare l’emendamento contro le Soprintendenze. Grazie alla ferma e tempestiva reazione delle opposizioni, il governo ha dovuto imporre il ritiro di un emendamento becero che avrebbe colpito alla radice la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico italiano e la pianificazione urbanistica". Lo fano sapere i deputati del Pd della commissione Cultura della Camera.
"Il Partito Democratico si opporrà con la stessa determinazione al Disegno di Legge annunciato, continuando a difendere un sistema di protezione dei territori e del patrimonio che il mondo intero ci invidia -proseguono gli esponenti dem-. È sbagliato considerare le Soprintendenze come un ostacolo da aggirare anziché riconoscerne l’importanza fondamentale. Il loro lavoro capillare su tutto il territorio nazionale è essenziale per garantire la salvaguardia della nostra storia, della nostra cultura e dell’identità del Paese".
"Il Pd continuerà a vigilare e a battersi affinché l’Italia non rinunci a strumenti fondamentali per la tutela del suo patrimonio", concludono.
Palermo, 31 gen. (Adnkronos) - “È inaccettabile che la Regione scarichi sui comuni il peso del trasporto pubblico locale, mettendo a rischio un servizio essenziale per migliaia di cittadini. Il governo regionale deve intervenire immediatamente per evitare il collasso del sistema”. Così il deputato regionale del Partito Democratico Dario Safina, denunciando "l’ennesima emergenza finanziaria che investe le amministrazioni locali siciliane".
"A seguito della nota inviata dall’Assessorato delle Infrastrutture e della Mobilità a circa novanta comuni siciliani (nove quelli nel trapanese: Pantelleria, Trapani, Erice, Marsala, Castellammare del Golfo, Partanna, Salemi, Favignana, Castelvetrano), la Regione ha imposto un termine perentorio: dal 1° aprile 2025, gli enti locali che non avranno concluso le gare pubbliche per l’affidamento del servizio di trasporto dovranno sostenerne i costi con risorse proprie. Una decisione che, secondo Safina, ignora le gravi difficoltà finanziarie in cui versano i comuni e rischia di paralizzare il trasporto pubblico locale, con conseguenze devastanti per lavoratori, studenti e pendolari".
“Chiediamo alla Regione di garantire i fondi necessari per l’intero 2025 e di non lasciare i comuni senza copertura finanziaria per un servizio vitale”, prosegue Safina, che ha presentato due emendamenti correttivi per scongiurare questa emergenza. Il primo emendamento stabilisce che i contributi regionali per il trasporto pubblico locale siano garantiti fino a dicembre 2025 per i comuni che abbiano avviato le procedure di gara, evitando così una pericolosa interruzione dei servizi. Il secondo emendamento propone una variazione di bilancio, destinando 50 milioni di euro aggiuntivi ai comuni per far fronte alle spese del trasporto pubblico, compensando la riduzione di altre voci di bilancio".