Un misterioso inventore
Quattro-quattro-due, tre-quattro-tre, tre-cinque-due. Moduli calcistici, ma il più giocato è il due-cinque-tre: quello del calcio balilla. Non si conosce con certezza l’inventore del calcetto (o calcino), ma forse si è andati per gradi: l’inglese Harold S. Thornton l’avrebbe brevettato il 14 ottobre 1922; l’ingegnere francese Lucien Rosengart, allora operaio alla Citroën, ne avrebbe realizzata ancor prima una rudimentale versione; il tedesco Broto Wachter, intorno al 1930, l’avrebbe perfezionato; il galiziano Alejandro Campos Ramirez (in arte Alejandro Finisterre), fra il 1936 e il 1937, avrebbe ideato le sagome dei calciatori. C’è anche chi ha pensato a un’invenzione americana del tempo della Grande Guerra – il baby-foot sarebbe servito a rieducare i soldati che avevano riportato ferite alle mani –, chi a un tal svizzero (Mr Kicker) che ne avrebbe poi tratto i proventi per l’apertura di una società. 
Un passatempo di lusso
Se un classico del calcio balilla è la “bomba” sparata dalla mediana, per il portiere è difficile resistere alla tentazione d’insaccare a sua volta nella porta avversaria con una staffilata; un’impresa che può costar cara qualora un attaccante, che si trovi sulla traiettoria della pallina, risponda al tiro con un umiliante flash (o foto). A bigliardino (o biliardino), è risaputo, non si fan girellare le stecche, ma bandita dal gioco è altresì la manicciola (o cigno), il tiro di prima intenzione del mediano centrale, con la palla appena messa in gioco. Lo stesso dicasi, nel regolamento italiano (“tradizionale”), per il gancio, con la pallina che transita da un omino all’altro (sulla stessa stecca) senza passar per la sponda. Le quotazioni di un giocatore s’impennano con il tre-cinque (o pipe, o pistola), il retropassaggio dall’attaccante al mediano seguito da un violento tiro in porta. La versione difensiva (higuita) vede protagonisti un difensore e il portiere; nel tre-uno, invece, la pallina passa dall’attaccante al portiere (che tira). Di grande impatto la tigre (o civetta), tiro in diagonale scagliato dalla difesa verso la porta avversaria. Un capolavoro balistico, se il felino è bianco; la pallina atterra, riparte e infila l’estremo difensore.
Tante le gare disputate fra personaggi famosi, come quelle inscenate da Pelè, Maradona e Zidane in una campagna Vuitton per il lancio di un biliardino d’eccezione con manopole in pelle bianca e omini brandizzati. Straordinario anche il Gold Lux Football Table, rifinito in oro (prezzo: oltre 25.000 mila dollari) o VIP Kicker (18.000 euro): gambe in acciaio rodiato, ometti (o omini, o pupi) placcati in oro e argento, vetro in cristallo infrangibile e pallina rivestita di cristalli Swarovski. Il “cappotto”, che imporrebbe agli sconfitti di passare sotto le forche caudine (il biliardino, of course), appare meno umiliante con oggetti del genere sopra la propria testa.
Volano sassi, anziché palline

La storia del Balilla – qui è il personaggio – è stata ben ricostruita in due contributi recenti, di Luigi Peirone (Da “balla” a “Balilla”, in Id., Parola e testo, Firenze, 2003, pp. 13-16) e di Rocco Luigi Nichil (Balilla, in Itabolario. L’Italia unita in 150 parole, a cura di Massimo Arcangeli, Roma 2011, pp. 145-148).
Genova, 5 dicembre 1746. Un ragazzo del quartiere di Portoria tira un sasso a un ufficiale tedesco, che aveva preso a colpi di bastone un genovese, e scatena i rivoltosi contro gli occupanti (austro-piemontesi). Sarebbe passato alla storia proprio con il nomignolo di Balilla, un soprannone già presente in un’opera scenica stampata – sempre a Genova – alla fine del Seicento. Un secolo dopo, in pieno clima risorgimentale, quel ragazzo sarebbe diventato un simbolo: il genovese Mameli, nella prima versione (settembre 1847) del suo celebre inno, il Canto degli Italiani, lo avrebbe immortalato così: «i bimbi d’Italia / si chiaman Balilla; il suon d’ogni squilla / i Vespri suonò» (vv. 38-41). Quasi due secoli dopo la rivolta genovese, con la Legge n. 2247 (3 aprile 1926), presentata – e disegnata – da Mussolini in persona, sarebbe nata l’Opera Nazionale Balilla (ONB); il 24 settembre 1922, in un discorso pubblico in quel di Cremona, il Duce si era così rivolto ai presenti: «Principi! Triari! Avanguardisti! Balilla! Donne fasciste!».
Gli anni Trenta avrebbero salutato l’esordio della radio Balilla – una radiolina economica – e della mitica Fiat 508 Balilla (1932). Un’altra botte piccola, ma dal vino buono.
Giocabolario
Giochi quotidiani e stranezze ludiche
Piacere quotidiano - 23 Giugno 2014
Calcio balilla: piccolo, ma per piedi buoni
Un misterioso inventore
Un passatempo di lusso
Se un classico del calcio balilla è la “bomba” sparata dalla mediana, per il portiere è difficile resistere alla tentazione d’insaccare a sua volta nella porta avversaria con una staffilata; un’impresa che può costar cara qualora un attaccante, che si trovi sulla traiettoria della pallina, risponda al tiro con un umiliante flash (o foto). A bigliardino (o biliardino), è risaputo, non si fan girellare le stecche, ma bandita dal gioco è altresì la manicciola (o cigno), il tiro di prima intenzione del mediano centrale, con la palla appena messa in gioco. Lo stesso dicasi, nel regolamento italiano (“tradizionale”), per il gancio, con la pallina che transita da un omino all’altro (sulla stessa stecca) senza passar per la sponda. Le quotazioni di un giocatore s’impennano con il tre-cinque (o pipe, o pistola), il retropassaggio dall’attaccante al mediano seguito da un violento tiro in porta. La versione difensiva (higuita) vede protagonisti un difensore e il portiere; nel tre-uno, invece, la pallina passa dall’attaccante al portiere (che tira). Di grande impatto la tigre (o civetta), tiro in diagonale scagliato dalla difesa verso la porta avversaria. Un capolavoro balistico, se il felino è bianco; la pallina atterra, riparte e infila l’estremo difensore.
Tante le gare disputate fra personaggi famosi, come quelle inscenate da Pelè, Maradona e Zidane in una campagna Vuitton per il lancio di un biliardino d’eccezione con manopole in pelle bianca e omini brandizzati. Straordinario anche il Gold Lux Football Table, rifinito in oro (prezzo: oltre 25.000 mila dollari) o VIP Kicker (18.000 euro): gambe in acciaio rodiato, ometti (o omini, o pupi) placcati in oro e argento, vetro in cristallo infrangibile e pallina rivestita di cristalli Swarovski. Il “cappotto”, che imporrebbe agli sconfitti di passare sotto le forche caudine (il biliardino, of course), appare meno umiliante con oggetti del genere sopra la propria testa.
Volano sassi, anziché palline
La storia del Balilla – qui è il personaggio – è stata ben ricostruita in due contributi recenti, di Luigi Peirone (Da “balla” a “Balilla”, in Id., Parola e testo, Firenze, 2003, pp. 13-16) e di Rocco Luigi Nichil (Balilla, in Itabolario. L’Italia unita in 150 parole, a cura di Massimo Arcangeli, Roma 2011, pp. 145-148).
Genova, 5 dicembre 1746. Un ragazzo del quartiere di Portoria tira un sasso a un ufficiale tedesco, che aveva preso a colpi di bastone un genovese, e scatena i rivoltosi contro gli occupanti (austro-piemontesi). Sarebbe passato alla storia proprio con il nomignolo di Balilla, un soprannone già presente in un’opera scenica stampata – sempre a Genova – alla fine del Seicento. Un secolo dopo, in pieno clima risorgimentale, quel ragazzo sarebbe diventato un simbolo: il genovese Mameli, nella prima versione (settembre 1847) del suo celebre inno, il Canto degli Italiani, lo avrebbe immortalato così: «i bimbi d’Italia / si chiaman Balilla; il suon d’ogni squilla / i Vespri suonò» (vv. 38-41). Quasi due secoli dopo la rivolta genovese, con la Legge n. 2247 (3 aprile 1926), presentata – e disegnata – da Mussolini in persona, sarebbe nata l’Opera Nazionale Balilla (ONB); il 24 settembre 1922, in un discorso pubblico in quel di Cremona, il Duce si era così rivolto ai presenti: «Principi! Triari! Avanguardisti! Balilla! Donne fasciste!».
Gli anni Trenta avrebbero salutato l’esordio della radio Balilla – una radiolina economica – e della mitica Fiat 508 Balilla (1932). Un’altra botte piccola, ma dal vino buono.
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Renzi a Miami da Trump all’evento del fondo saudita. Calenda: “Mi vergogno di averlo fatto eleggere”
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Le parole di Meloni sull’Ucraina sono state nette e chiare in un contesto molto difficile. Le va riconosciuto". Così il segretario di Azione, Carlo Calenda, da Odessa.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Amiamo le nostre nazioni. Vogliamo confini sicuri. Preserviamo aziende e cittadini dalla follia della sinistra verde. Difendiamo la famiglia e la vita. Lottiamo contro il wokeismo. Proteggiamo il nostro sacro diritto alla fede e alla libertà di parola. E siamo dalla parte del buon senso. Quindi, in definitiva, la nostra lotta è dura. Ma la scelta è semplice. Ci arrenderemo al declino o combatteremo per invertirlo?". Lo ha detto Giorgia Meloni al Cpac.
"Lasceremo che la nostra civiltà svanisca? O ci alzeremo e la difenderemo? Lasceremo ai nostri figli un mondo più debole o più forte? Vorremo che le nuove generazioni si vergognino delle loro radici? O recupereremo la consapevolezza e l'orgoglio di chi siamo e glielo insegneremo? Ho fatto la mia scelta molto tempo fa e combatto ogni giorno per onorarla. E so che non sono solo in questa battaglia, che siete tutti al mio fianco, che siamo tutti uniti. E credetemi, questo fa tutta la differenza", ha concluso.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Quando la libertà è a rischio, l'unica cosa che puoi fare è metterla nelle mani più sagge. Ecco perché i conservatori continuano a crescere e stanno diventando sempre più influenti nella politica europea. Ed ecco perché la sinistra è nervosa. E con la vittoria di Trump, la loro irritazione si è trasformata in isteria". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac.
"Non solo perché i conservatori stanno vincendo, ma perché ora i conservatori stanno collaborando a livello globale. Quando Bill Clinton e Tony Blair crearono una rete liberale di sinistra globale negli anni '90, furono definiti statisti. Oggi, quando Trump, Meloni, Milei o forse Modi parlano, vengono definiti una minaccia per la democrazia. Questo è il doppio standard della sinistra, ma ci siamo abituati. E la buona notizia è che le persone non credono più alle loro bugie".
"Nonostante tutto il fango che ci gettano addosso. I cittadini continuano a votarci semplicemente perché le persone non sono ingenue come le considera l'ultimo. Votano per noi perché difendiamo la libertà", ha ribadito.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "La sinistra radicale vuole cancellare la nostra storia, minare la nostra identità, dividerci per nazionalità, per genere, per ideologia. Ma non saremo divisi perché siamo forti solo quando siamo insieme. E se l'Occidente non può esistere senza l'America, o meglio le Americhe, pensando ai tanti patrioti che lottano per la libertà in America Centrale e Meridionale, allora non può esistere nemmeno senza l'Europa". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Il Cpac ha capito prima di molti altri che la battaglia politica e culturale per i valori conservatori non è solo una battaglia americana, è una battaglia occidentale. Perché, amici miei, credo ancora nell'Occidente non solo come spazio geografico, ma come civiltà. Una civiltà nata dalla fusione di filosofia greca, diritto romano e valori cristiani. Una civiltà costruita e difesa nei secoli attraverso il genio, l'energia e i sacrifici di molti". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni alla conferenza dei conservatori a Washington.
"La mia domanda per voi è: questa civiltà può ancora difendere i principi e i valori che la definiscono? Può ancora essere orgogliosa di sé stessa e consapevole del suo ruolo? Penso di sì. Quindi dobbiamo dirlo forte e chiaro a coloro che attaccano l'Occidente dall'esterno e a coloro che lo sabotano dall'interno con il virus della cultura della cancellazione e dell'ideologia woke. Dobbiamo dire loro che non ci vergogneremo mai di chi siamo", ha scandito.
"Affermiamo la nostra identità. Affermiamo la nostra identità e lavoriamo per rafforzarla. Perché senza un'identità radicata, non possiamo essere di nuovo grandi", ha concluso la Meloni.
(Adnkronos) - "Il nostro governo - ha detto Meloni - sta lavorando instancabilmente per ripristinare il legittimo posto dell'Italia sulla scena internazionale. Stiamo riformando, modernizzando e rivendicando il nostro ruolo di leader globale".
"Puntiamo a costruire un'Italia che stupisca ancora una volta il mondo. Lasciate che ve lo dica, lo stiamo dimostrando. La macchina della propaganda mainstream prevedeva che un governo conservatore avrebbe isolato l'Italia, cancellandola dalla mappa del mondo, allontanando gli investitori e sopprimendo le libertà fondamentali. Si sbagliavano", ha rivendicato ancora la premier.
"La loro narrazione era falsa. La realtà è che l'Italia sta prosperando. L'occupazione è a livelli record, la nostra economia sta crescendo, la nostra politica fiscale è tornata in carreggiata e il flusso di immigrazione illegale è diminuito del 60% nell'ultimo anno. E, cosa più importante, stiamo espandendo la libertà in ogni aspetto della vita degli italiani", ha concluso.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - L'Italia è "una nazione con un legame profondo e indistruttibile con gli Stati Uniti. E questo legame è forgiato dalla storia e dai principi condivisi. Ed è incarnato dagli innumerevoli americani di discendenza italiana che per generazioni hanno contribuito alla prosperità dell'America". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac a Washington. "Quindi, a loro, permettimi di dire grazie. Grazie per essere stati ambasciatori eccezionali della passione, della creatività e del genio italiani".