Venerdì 20 giugno, giorno di Italia-Costarica, i relatori Finocchiaro e Calderoli hanno presentato l’emendamento al testo di riforma del Senato che reintroduce l’immunità per i futuri membri dell’Aula di Palazzo Madama. Il paese ne discute da giorni, ma non sempre è stato così: più volte, con la nazionale di calcio impegnata in kermesse internazionali, i governi hanno presentato o fatto approvare quel tipo di provvedimenti che è meglio varare quando l’opinione pubblica è concentrata su altre cose: dal decreto “salva-ladri” firmato dal ministro Biondi mentre gli uomini di Arrigo Sacchi volavano verso la finale di Usa ’94, all’indulto licenziato dalle Camere pochi giorni dopo il trionfo mondiale di Germania 2006. Oggi, in attesa della firma di Giorgio Napolitano sui decreti di riforma della P.A., l’Italia di Prandelli si gioca con l’Uruguay la permanenza in Brasile. Con la nebbia che rimane fitta sui contenuti dei testi, tutti a tifare perché Balo&Co conquistino agli ottavi? L’esperienza insegna: tricolore tra le mani, dita incrociate e occhi puntati su Palazzo Chigi.
USA ’94, IL DL TREMONTI FA RISPARMIARE 243 MILIARDI A MEDIASET E’ il 10 giugno, manca poco più di una settimana all’esordio mondiale degli azzurri di Sacchi con l’Irlanda. Il governo Berlusconi I vara il decreto n. 357 (“Disposizioni tributarie urgenti per accelerare la ripresa dell’economia e dell’occupazione, nonche’ per ridurre gli adempimenti a carico del contribuente”), con il quale abbassa del 50% le tasse gli utili che le imprese reinvestono nell’“acquisto di beni strumentali nuovi”, come stabilito dall’articolo 3. Il primo contribuente a beneficiarne è Silvio Berlusconi con la neonata Mediaset, che compra diritti per programmi tv e vecchi film per 2.100 miliardi e riesce a risparmiare 243 miliardi (come risulta dal prospetto informativo per la quotazione in Borsa del giugno 1996). Un escamotage che consente a Berlusconi di contenere il livello di debiti del proprio impero mediatico. Nel decreto (convertito dalla legge 489 dell’8 agosto), però, non si fa riferimento a beni “immateriali” come i diritti in questione ma solo a beni “materiali”. Un problema cui il governo pone rimedio qualche mese dopo, con la circolare 181/E emessa dal ministero delle Finanze il 27 ottobre, in cui appare il riferimento anche ai beni “immateriali”. E il gioco è fatto.
USA ’94, ARRIVA IL DECRETO SALVA-LADRI E’ il 13 luglio. Mentre al Giant Stadium di New York Roberto Baggio stende la Bulgaria in semifinale con due magie delle sue, il governo Berlusconi fa un’altra magia e vara il decreto Biondi, che abolisce la custodia cautelare per i reati finanziari (tra cui la corruzione e la concussione) e contro la Pubblica amministrazione, limitandola ai casi di omicidio e di reati associativi come mafia e terrorismo. Una legge fatta “per i poveri cristi”, ricordava nel 1996 l’allora ministro Biondi in un’intervista al Corriere della Sera. Sarà, ma il decreto cade a fagiolo perché solo un paio di mesi prima, il 26 aprile, era scoppiato il caso Fiamme Sporche: il pool di Mani Pulite aveva scoperto che quasi tutte le grandi imprese di Milano pagavano tangenti ai finanzieri. Gli indagati erano arrivati a oltre 600, tra loro c’era anche Silvio Berlusconi. Potenza del provvidenziale decreto, i responsabili non possono essere arrestati e oltre 2.750 detenuti vengono rilasciati: in 350 erano finiti dentro per Tangentopoli. Gli italiani sono rapiti dal mondiale americano, ma qualcuno se ne accorge: il “popolo dei fax” s’infuria inondando di messaggi le redazioni di tv e giornali; per protesta il pool di Milano si scioglie; Lega e An, tremando all’idea di perdere consensi, minacciano di far cadere il governo. Il premier è all’angolo e il decreto viene lasciato decadere il 21 luglio. Quattro giorni dopo la coppa lasciata al Brasile a Pasadena, con l’Italia ancora in lacrime per l’ultimo rigore calciato da Divin Codino oltre la traversa.
GERMANIA 2006, MASTELLA VARA L’INDULTO E PREVITI VA AI SERVIZI SOCIALI Il governo-armata Brancaleone di Romano Prodi (claudicante fin dall’inizio per il risicatissimo vantaggio sulla corazzata di Berlusconi sancito dalle urne) muoveva i suoi primi incerti passi, mentre a Berlino Zinedine Zidane tentava di demolire a testate il petto di Marco Materazzi regalando all’Italia il suo quarto titolo mondiale e la corsa sotto la curva azzurra dopo l’ultimo rigore di Fabio Grosso. Al vertice del ministero della Giustizia c’era Clemente Mastella. Mentre l’ubriacatura collettiva rimediata il 9 luglio 2006 all’Olympiastadion di Berlino tardava a passare, una maggioranza trasversale portava a termine un lavoro cominciato l’8 maggio con la proposta di legge per la “Concessione di amnistia e di indulto” presentata alla Camera dall’onorevole Buemi della Rosa nel Pugno, costola dell’Unione del professore: approvava, cioè, il testo a tempo di record tra il 18 e il 29 luglio e il 31 seguente in Gazzetta Ufficiale veniva pubblicata la legge 241/2006: 3 anni di sconto di pena a chi ha commesso reati prima del 2 maggio di quell’anno. A beneficiarne fu, tra le altre decine di volti noti, anche Cesare Previti: i 6 anni di condanna appena rimediati dalla Cassazione nel processo Imi-Sir in virtù della legge Mastella diventavano 3 e l’anno successivo al ministro della Difesa nel primo governo Berlusconi veniva accordato l’affidamento ai servizi sociali.
AUSTRIA/SVIZZERA 2008, SPUNTANO IL DDL INTERCETTAZIONI… Più che di Antonio Cassano, quelli del 2008 sono gli Europei di Angelino Alfano. E’ il 13 giugno, gli italiani aspettano con l’orologio in mano che arrivino le 18: nel gruppo C l’Italia contro la Romania cerca il riscatto dopo i 3 gol rimediati all’esordio con l’Olanda. Lo stesso giorno, in mattinata, a Palazzo Chigi il Cdm aveva dato il via libera al ddl Intercettazioni, che limita all’estremo l’uso dello strumento stabilendo che “l’intercettazione può essere disposta quando sussistono gravi indizi di reato” e quando “è assolutamente indispensabile ai fini della prosecuzione delle indagini”. Con il premier Berlusconi indagato dal dicembre 2007 per la corruzione di Agostino Saccà (secondo la procura di Napoli, il presidente di Rai Fiction avrebbe usato il suo ruolo per ricevere dal premier un aiuto per la futura attività privata, mentre per Berlusconi il fine ultimo sarebbe invece quello di convincere un politico di sinistra a passare al centrodestra e dare una spallata al governo Prodi), il testo viene presentato il 30 giugno alla Camera dal ministro della Giustizia: giusto 3 giorni prima l’Espresso aveva pubblicato nuove telefonate: “Agostino, ti contraccambierò quando sarai imprenditore”, prometteva il premier. Il 17 aprile 2009 il caso sarà archiviato, il ddl verrà approvato l’11 giugno e si arenerà poi al Senato.
… E IL LODO ALFANO Angelino è scatenato e due giorni dopo, il 2 luglio, presenta a Montecitorio un altro provvedimento che passerà alla storia: il lodo Alfano, disegno di legge C.1442, un solo articolo diviso in 8 commi che prevede la “sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato”, ovvero dei presidenti della Repubblica, della Camera, del Senato e del Consiglio, e ripropone i contenuti del lodo Schifani, già bocciato dalla Corte Costituzionale nel 2004. L’intero iter di approvazione è fulmineo: alla Camera l’esame in commissione inizia l’8 e si conclude il 9 luglio; l’approvazione dell’Aula arriva il 10. Al Senato tutto si risolve tra il 14 e il 22. Berlusconi ha fretta: si avvicina a grandi falcate la conclusione del processo per corruzione dell’avvocato inglese Davis Mills (testimone corrotto), in cui Berlusconi (corruttore) è coimputato. L’anno successivo la Consulta, sentenza n. 262 del 2009, dichiarerà l’illegittimità costituzionale della legge. Ma un po’ di tempo è passato, lo scopo è raggiunto: Mills sarà condannato in primo grado e in appello a 4 anni e 6 mesi di carcere e quindi prescritto in Cassazione, il premier verrà prosciolto per prescrizione.