“Esposito è cosciente, ma sedato farmacologicamente” Ciro Esposito, il tifoso napoletano gravemente ferito a colpi di pistola a Roma prima della partita di Coppa Italia Napoli-Fiorentina e ricoverato dal 3 maggio scorso nella terapia intensiva del Policlinico Gemelli, nella Capitale. Lo ha comunicato nel tardo pomeriggio il professor Massimo Antonelli, direttore del Centro di Rianimazione del Policlinico Gemelli. In tarda mattinata era circolata la notizia che Esposito fosse deceduto, poi la notizia è stata smentita a più riprese, prima dalla famiglia, quindi dall’ospedale. “Ciro non è morto. Il suo cuore batte ancora”, hanno spiegato il fratello Michele Esposito e il sacerdote don Mariano, che da questa mattina è in ospedale al capezzale del tifoso, vicino alla madre Antonella Leardi. “E’ ancora vivo, anche se in coma irreversibile”, ha ribadito all’Ansa lo zio del tifoso, Vincenzo Esposito. “A nome di tutta la famiglia – ha aggiunto – dico a tutti basta violenza”. I parenti di Esposito si dicono “molto infastiditi dalle false notizie sulla morte di Ciro. Il suo cuore batte ancora anche se è in coma profondo, quindi, chi può pregare preghi per la sua salute. Non sappiamo cosa accadrà nelle prossime ore, ma ci sentiamo di fare un appello ad evitare ogni forma di violenza nel nome e nel rispetto di Ciro Esposito”.

Dopo le voci circolate in mattinata, nel pomeriggio l’ospedale ha fatto chiarezza: “Le condizioni si sono ulteriormente aggravate nelle ultime 36 ore e i supporti vitali non riescono a tenere sotto controllo la funzionalità degli organi”, si legge nel bollettino diramato dal Gemelli attorno alle 18,30. Le condizioni del sostenitore del Napoli hanno fatto registrare un peggioramento nelle ultime ore a causa di un’infezione polmonare che si è innestata in un quadro clinico già compromesso. Esposito aveva subito alcune operazioni, la prima al polmone; è in dialisi e ha un’attività epatica non pienamente efficiente. L’ultimo intervento lo aveva subito il 19 giugno, la prognosi è rimasta sempre riservata. 

A Roma le forze dell’ordine sono in allerta per l’eventuale arrivo di gruppi isolati di tifosi napoletani: si temono raid e vendette nei confronti della tifoseria romanista. A sparare a Ciro sarebbe stato infatti un ultrà giallorosso, Daniele De Santis. Secondo Il Messaggero gruppi di ultrà si stanno radunando, a Napoli, per decidere se partire alla volta di Roma, con destinazione il Policlinico Gemelli. La tifoseria organizzata della curva B per il momento smentisce.

“Non vogliamo Marino, è una persona indegna”
“Tutta Napoli – dichiara il sindaco di Napoli Luigi De Magistris – Si stringe intorno alla famiglia di Ciro in queste ore drammatiche. La famiglia ci ha ribadito che Ciro è in gravissime condizioni ma il suo cuore batte ancora. Ci uniamo tutti all’appello che, proprio in questi momenti, la famiglia sta rivolgendo perché non si commettano violenze”. Giovanni Esposito, il padre di Ciro, rifiuta una visita del sindaco di Roma, Ignazio Marino, al Policlinico Gemelli. “E’ una persona indegna – ha detto a un medico che gli comunicava l’intenzione di Marino di venire – in 50 giorni non si è mai fatto vedere, adesso non lo vogliamo. E’ del mio partito ma è indegno”.

Il Pd: “Gli azzurri si ricordino di lui”
“Non si può morire per una partita di calcio. Spero gli Azzurri lancino un forte segnale oggi pomeriggio durante il match con l’Uruguay”: così Laura Coccia, giovane deputato del Partito Democratico, ex atleta disabile, che chiede di dedicare la partita a Ciro Esposito. “Dobbiamo sensibilizzare l’opinione pubblica e gli atleti stessi sul tema. Vorrei che Prandelli e i suoi ragazzi dessero un forte segnale al mondo intero durante questo torneo, al di là del risultato sportivo”.

La madre: “Resto con lui fino alla fine”
Accanto al giovane in queste c’è ore la madre, Antonella Leardi, che è rimasta sempre al capezzale del figlio nelle ultime settimane. Al Gemelli sono arrivati altri familiari del supporter napoletano. «Resto qui fino all’ultimo, non me ne vado», ha detto a parenti e amicila Leardi. La donna è uscita in lacrime dalla sala di rianimazione dove si trova il figlio. “Fino a qualche ora fa Ciro diceva ‘Non ce la faccio più, voglio che finisca questa storia’”, ha raccontato Damiano De Rosa, legale e amico della famiglia Esposito, parlando del giovane in fin di vita al Gemelli. Al capezzale del ragazzo oltre alla madre, il padre e la fidanzata, con altri parenti ed amici.

Gli scontri a Tor di Quinto prima della finale di coppa
Esposito era stato ferito il 3 maggio a Roma. Durante scontri scoppiati con ultrà romanisti nella zona di Tor di Quinto, l’uomo era stato raggiunto da diversi colpi di pistola un dei quali, entrato dal torace, è arrivato alla colonna vertebrale. Per l’accaduto era finito in manette Daniele De Santis, detto “Danielino” o “Gastone”, ex ultrà giallorosso proveniente dall’estrema destra, titolare di un chiosco nelle vicinanze del luogo in cui si sono verificatii tafferugli.  Secondo gli inquirenti, l’ultrà romanista ha fatto fuoco in direzione di alcuni tifosi del Napoli, tra cui Esposito, nel corso di una rissa scoppiata dopo che De Santis, assieme ad altre tre persone ancora da identificare, aveva provocato alcuni tifosi del Napoli a bordo di un bus con lanci di oggetti e fumogeni. Nei confronti dei tre tifosi partenopei rimasti feriti, il pm Eugenio Albamonte contesta il reato di rissa. Per questa vicenda nelle scorse settimane si è svolto un incidente probatorio per raccogliere la testimonianza di Raffaele Puzone, il supporter napoletano che ha confermato di aver visto De Santis fare fuoco. Nel corso della sua ricostruzione però il superteste è caduto in contraddizioni.

De Santis potrebbe essere trasferito
Potrebbe essere trasferito già nelle prossime ore in una struttura protetta Daniele de Santis, l’ultrà romanista accusato di aver sparato a Ciro Esposito il 3 maggio. De Santis, detenuto in un reparto del Policlinico Umberto I, per questioni di sicurezza potrebbe essere quindi destinato dal magistrato ad una struttura carceraria che abbia un reparto ospedaliero. Struttura che potrebbe essere anche fuori Roma. 

Il legale di De Santis: “Spero migliori”
“Ho appreso da poco che si sono aggravate le condizioni di Ciro Esposito. Provo dispiacere, come tutti, per questo ragazzo, prima che un avvocato sono un uomo. Mi auguro che le sue condizioni possano migliorare». Così l’avvocato Tommaso Politi, difensore di Daniele De Santis, l’ultrà giallorosso accusato di tentato omicidio dopo gli scontri per la finale di Coppa Italia, commenta l’aggravarsi delle condizioni di Esposito. L’avvocato riferisce che incontrerà De Santis nei prossimi giorni. «Daniele non sta bene, deve essere rioperato – aggiunge – ha una infezione importante alla gamba».

Il padre e il fratello di Gabbo al Gemelli
Il padre e il fratello di Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio ucciso a novembre 2007 in una stazione di servizio da un colpo di pistola sparato da un agente di polizia, sono arrivati alcuni minuti fa al Policlinico Gemelli per visitare Ciro Esposito. A riferirlo è Padre Mariano Palumbo, cappellano dell’ospedale Cristo Re di Roma e membro del club “Roma azzurra” che raccoglie i tifosi napoletani a Roma. Padre Palumbo ha anche riferito che il papà di Ciro Esposito ha accusato un lieve malore. 

Italia-Uruguay, niente maxi-schermo a Scampa
Niente maxi schermo stasera a Scampia per la partita dell’Italia, dopo l’aggravarsi delle condizioni di salute di Esposito. La decisione è stata presa dalla Municipalità. Per la sfida con l’Uruguay dell’ex Cavani, la Municipalità aveva organizzato un evento nella villa comunale di Scampia, con l’installazione del maxi schermo.

Maxischermo a Roma, i tifosi: “Basta violenza”
Tifano per l’Italia ma guardano anche il telefonino per conoscere le condizioni di Esposito. In migliaia, davanti al maxi schermo di via dei Fori Imperiali a Roma, i tifosi non dimenticano l’aspetto violento del calcio. “Mi piacerebbe – spiega Barbara, madre di due figli che assistono alla partita insieme al papà – che il calcio torni ad essere sport e non guerra”.  

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