Luciano Spalletti e Roberto Mancini come sogni, Massimiliano Allegri per pragmatismo. Francesco Guidolin per l’esperienza e la capacità di lavorare con i giovani, Alberto Zaccheroni come ripiego. Salvo sorprese e conigli dal cilindro, dovrebbe uscire da questa rosa di nomi il prossimo commissario tecnico della nazionale, chiamato a sostituire il dimissionario Cesare Prandelli. Il calcio italiano, però, ha perso anche il suo presidente federale: le dimissioni di Abete complicano il quadro, rallentano i tempi. Ma a settembre incombono già le prossime qualificazioni a Euro 2016 e l’Italia non può farsi trovare impreparata. Per questo il nuovo allenatore andrà scelto in tempi rapidi.
Il toto-ct è già cominciato. In cima alla lista dei desideri della Figc ci sarebbero, come detto, Spalletti e Mancini. Profili simili, svincolati, di spessore internazionale, capaci di dare continuità al progetto di Prandelli che comunque, prima della disastrosa spedizione brasiliana, aveva convinto. Di Spalletti attrae soprattutto la capacità di dare un’identità precisa alle sue squadre, e farle giocare in maniera gradevole e propositiva. Mancini, invece, dalla sua ha il merito di essere stato uno dei pochi allenatori (se non l’unico) ad essere riuscito a gestire e far rendere al meglio Mario Balotelli. Elemento non trascurabile, perché di questa nazionale – nonostante le critiche – l’attaccante del Milan resta comunque il giocatore più rappresentativo.
Entrambi, però, presentano un ostacolo, che potrebbe rivelarsi insormontabile: l’ingaggio. Prandelli, dopo il rinnovo, prendeva circa 1,7 milioni di euro netti l’anno, cifra che aveva già scatenato grandi polemiche. Oltre quella soglia proprio non si potrà andare. Nei loro ultimi contratti Spalletti e Mancini viaggiano su ben altri stipendi: 5,5 milioni allo Zenit San Pietroburgo il primo, addirittura 7 milioni al Galatasaray il secondo. Per diventare ct dovrebbero dunque fare uno sforzo notevole sul piano economico. Alcune indiscrezioni hanno tirato in ballo anche il nome di Fabio Capello, che tra l’altro ha un impegno con la Russia fino al 2018 (anche se potrebbe liberarsi in caso di eliminazione al primo turno, domani contro l’Algeria). Qui, però, parliamo addirittura del tecnico più pagato al mondo, con i suoi otto milioni l’anno.
Per questo l’ipotesi più percorribile pare quella di Massimiliano Allegri. L’ex tecnico del Milan ha uno stipendio abbordabile (in rossonero guadagnava circa 2,5 milioni) e ha i contatti più freschi col campionato italiano e i suoi giocatori. Alternative? Non abbondano. Di Francesco Guidolin intriga soprattutto la capacità di lavorare con i giovani: il suo lavoro all’Udinese è sempre stato molto apprezzato in Federazione, potrebbe essere il profilo ideale per dar vita a un nuovo ciclo, con una rifondazione radicale. Ma il tecnico veneto ha da poco lasciato la panchina dell’Udinese per ripiegare su un ruolo dirigenziale, e comunque non ha mai allenato ad alti livelli. Oppure ci sarebbe Zaccheroni, usato sicuro, stimato in Figc. Il suo nome, però, è quello che certo scalderebbe di meno l’entusiasmo dei tifosi: in Italia negli ultimi anni è stato chiamato quasi sempre per traghettare squadre a fine stagione, in Giappone ha fatto bene a livello continentale (con la vittoria in Coppa d’Asia) ma poco o nulla in campo internazionale (eliminato al primo turno in Brasile). Il successore di Cesare Prandelli dovrebbe essere uno di loro. Ma prima c’è da scegliere chi lo sceglierà: tutto passa dall’elezione del presidente Figc. E il tempo stringe.