“Mortificate, umiliate, ma ancora pronte a combattere”. Sentono di aver perso una battaglia ma non vogliono rinunciare alla guerra le insegnanti di Bologna, dopo che il Consiglio comunale ha approvato l’introduzione dell’Istituzione scuola, l’organismo pubblico ma ad autonomia organizzativa, gestionale, di bilancio, che sostituirà l’amministrazione al timone dei servizi educativi e della scuola dell’infanzia. Se il voto in aula di una delle principali delibere dell’attuale legislatura ha malridotto la maggioranza di Palazzo d’Accursio, con Sinistra Ecologia e Libertà che si è schierata accanto alle maestre, il Pd che è riuscito a strappare il ‘via libera’ al provvedimento grazie a Lega Nord e Forza Italia, e il sindaco democratico Virginio Merola che si è visto costretto a minacciare le dimissioni in caso di bocciatura, le dade, principali detrattrici della riorganizzazione, sono pronte a combattere sui dettagli, a partire dal contratto di assunzione. “Il sindaco Merola ha umiliato le maestre e tuttavia – sottolinea Alessandra Cenerini, presidente dell’Associazione docenti italiani – continueremo a lottare per tutelare la professionalità delle insegnanti in una città che un tempo vantava una scuola dell’infanzia fiore all’occhiello. A partire dal prossimo incontro con l’amministrazione, il 26 giugno, dove chiederemo che alle dade sia riconosciuto il contratto scuola”.
Secondo il piano approvato il 23 giugno dal Comune, l’Istituzione scuola comprenderà i 48 nidi d’infanzia cittadini, i 9 centri per bambini e genitori, e le 69 scuole d’infanzia del Comune, in tutto circa 1.600 lavoratori. Il nuovo ente definirà l’organizzazione dei servizi, il programma educativo e didattico, il piano per lo sviluppo qualitativo. Ma la novità, che poi è la ragione che ha dato il via al progetto, sarà rappresentata dallo sblocco delle assunzioni: la giunta Merola ne ha promesse 310, di cui 53 educatori, per i quali è già uscito il bando, 158 insegnanti della scuola d’infanzia e 205 tra collaboratori di nidi e materne. Al totale si aggiungono i 72 lavoratori di Asp Irides. Dopo l’ok in consiglio comunale, quindi, si procederà alla nomina del consiglio di amministrazione, eletto dal sindaco, che dovrebbe avvenire entro luglio, e del direttore, un tecnico del Comune. E tuttavia, la prospettiva non basta a tranquillizzare chi, a tutti gli effetti, con l’Istituzione dovrà fare i conti: le dade, appunto.
“Abbiamo fatto un referendum in 70 materne e 50 nidi —spiega Vilma Fabiani dell’Usb, sindacato contrario al progetto, che in aula per protesta ha intonato Bella Ciao per poi voltare le spalle all’assessore alla Scuola Marilena Pillati durante il suo intervento — e hanno votato 822 lavoratori su 1.533”. Il progetto ideato dal Comune di Bologna allo scopo di rilanciare il comparto dei servizi educativi e dell’infanzia prima attraverso una Asp unica, che racchiudesse al suo interno tutti i servizi alla persona, poi attraverso una Asp specifica, e successivamente via Fondazione, le maestre l’hanno sempre visto come “un tentativo di svendere la scuola pubblica”, che fino ad oggi era, per quanto riguarda la fascia d’età 0 – 6 anni, a gestione comunale. Per varie ragioni: il cambio di contratto, da ‘scuola’ a ‘enti locali’, il timore che la qualità dell’insegnamento, già reso difficoltoso dalla mancanza di risorse, ne risentisse, o la preoccupazione per il piano di stabilizzazione del precariato, che ci sono dade in graduatoria da 15 anni e non si sa a chi verrà data la priorità. Per fare qualche esempio.
“Non ci hanno mai parlato in modo chiaro – spiega Cenerini – hanno motivato la scelta di creare un organismo pubblico ma autonomo con l’esigenza di stabilizzare i precari, ma senza spiegarci i dettagli del progetto, lasciandoci nella più totale incertezza”. Un conflitto, quello tra le dade, genitori, Adi e Usb, da un lato, con l’appoggio di Articolo33, Movimento 5 Stelle e Sel, e la giunta Merola, spalleggiata dai sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, dall’altro, cresciuto manifestazione dopo manifestazione, senza mai sfociare in un vero dialogo. “Io credo che una persona sensibile all’importanza del settore educazione sappia che si devono coinvolgere gli insegnanti quando si tratta di riforme – spiega Adi – invece il sindaco non ci ha mai ascoltate, anzi ci ha insultate”. Il riferimento è alla frase con cui Merola ha gelato la protesta di Adi e Usb in aula durante il voto: “C’è chi si oppone, in difesa di privilegi e diritti acquisiti, ad un piano di assunzione di 300 persone, ma non ci fermeranno – ha detto il sindaco – le corporazioni hanno finito, comprese quelle rappresentate da sindacati sempre più estremisti quanti più privilegi hanno da difendere”.
“Quella di Merola è una scelta politica e, ironia della sorte, è la stessa presa dal sindaco leghista Flavio Tosi a Verona – sottolinea Cenerini – peccato che Tosi abbia già incassato 4 sconfitte al Tar e una in Corte d’Appello, perché i giudici hanno riconosciuto, per le dade, il diritto ad avere lo stesso contratto, con le stesse tutele, delle insegnanti di Stato. E’ una vergogna, e se la giunta non ci verrà incontro sul contratto siamo pronte a tornare in piazza. E’ assurdo che, a livello nazionale, il premier Matteo Renzi tenti di chiudere le istituzioni inutili e dispendiose, e Merola, che è dello stesso Partito, ne stia avviando una”.
Emilia Romagna
Scuola infanzia, Pd con Forza Italia e Lega per la riorganizzazione. Maestre: ‘Umiliate’
Il Comune ha approvato la nascita dell'istituzione scuola che sostituirà l'amministrazione al timone dei servizi educativi e della scuola dell'infanzia. Ma le dade annunciano nuove proteste: "Pretendiamo che sia riconosciuto il contratto scuola"
“Mortificate, umiliate, ma ancora pronte a combattere”. Sentono di aver perso una battaglia ma non vogliono rinunciare alla guerra le insegnanti di Bologna, dopo che il Consiglio comunale ha approvato l’introduzione dell’Istituzione scuola, l’organismo pubblico ma ad autonomia organizzativa, gestionale, di bilancio, che sostituirà l’amministrazione al timone dei servizi educativi e della scuola dell’infanzia. Se il voto in aula di una delle principali delibere dell’attuale legislatura ha malridotto la maggioranza di Palazzo d’Accursio, con Sinistra Ecologia e Libertà che si è schierata accanto alle maestre, il Pd che è riuscito a strappare il ‘via libera’ al provvedimento grazie a Lega Nord e Forza Italia, e il sindaco democratico Virginio Merola che si è visto costretto a minacciare le dimissioni in caso di bocciatura, le dade, principali detrattrici della riorganizzazione, sono pronte a combattere sui dettagli, a partire dal contratto di assunzione. “Il sindaco Merola ha umiliato le maestre e tuttavia – sottolinea Alessandra Cenerini, presidente dell’Associazione docenti italiani – continueremo a lottare per tutelare la professionalità delle insegnanti in una città che un tempo vantava una scuola dell’infanzia fiore all’occhiello. A partire dal prossimo incontro con l’amministrazione, il 26 giugno, dove chiederemo che alle dade sia riconosciuto il contratto scuola”.
Secondo il piano approvato il 23 giugno dal Comune, l’Istituzione scuola comprenderà i 48 nidi d’infanzia cittadini, i 9 centri per bambini e genitori, e le 69 scuole d’infanzia del Comune, in tutto circa 1.600 lavoratori. Il nuovo ente definirà l’organizzazione dei servizi, il programma educativo e didattico, il piano per lo sviluppo qualitativo. Ma la novità, che poi è la ragione che ha dato il via al progetto, sarà rappresentata dallo sblocco delle assunzioni: la giunta Merola ne ha promesse 310, di cui 53 educatori, per i quali è già uscito il bando, 158 insegnanti della scuola d’infanzia e 205 tra collaboratori di nidi e materne. Al totale si aggiungono i 72 lavoratori di Asp Irides. Dopo l’ok in consiglio comunale, quindi, si procederà alla nomina del consiglio di amministrazione, eletto dal sindaco, che dovrebbe avvenire entro luglio, e del direttore, un tecnico del Comune. E tuttavia, la prospettiva non basta a tranquillizzare chi, a tutti gli effetti, con l’Istituzione dovrà fare i conti: le dade, appunto.
“Abbiamo fatto un referendum in 70 materne e 50 nidi —spiega Vilma Fabiani dell’Usb, sindacato contrario al progetto, che in aula per protesta ha intonato Bella Ciao per poi voltare le spalle all’assessore alla Scuola Marilena Pillati durante il suo intervento — e hanno votato 822 lavoratori su 1.533”. Il progetto ideato dal Comune di Bologna allo scopo di rilanciare il comparto dei servizi educativi e dell’infanzia prima attraverso una Asp unica, che racchiudesse al suo interno tutti i servizi alla persona, poi attraverso una Asp specifica, e successivamente via Fondazione, le maestre l’hanno sempre visto come “un tentativo di svendere la scuola pubblica”, che fino ad oggi era, per quanto riguarda la fascia d’età 0 – 6 anni, a gestione comunale. Per varie ragioni: il cambio di contratto, da ‘scuola’ a ‘enti locali’, il timore che la qualità dell’insegnamento, già reso difficoltoso dalla mancanza di risorse, ne risentisse, o la preoccupazione per il piano di stabilizzazione del precariato, che ci sono dade in graduatoria da 15 anni e non si sa a chi verrà data la priorità. Per fare qualche esempio.
“Non ci hanno mai parlato in modo chiaro – spiega Cenerini – hanno motivato la scelta di creare un organismo pubblico ma autonomo con l’esigenza di stabilizzare i precari, ma senza spiegarci i dettagli del progetto, lasciandoci nella più totale incertezza”. Un conflitto, quello tra le dade, genitori, Adi e Usb, da un lato, con l’appoggio di Articolo33, Movimento 5 Stelle e Sel, e la giunta Merola, spalleggiata dai sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, dall’altro, cresciuto manifestazione dopo manifestazione, senza mai sfociare in un vero dialogo. “Io credo che una persona sensibile all’importanza del settore educazione sappia che si devono coinvolgere gli insegnanti quando si tratta di riforme – spiega Adi – invece il sindaco non ci ha mai ascoltate, anzi ci ha insultate”. Il riferimento è alla frase con cui Merola ha gelato la protesta di Adi e Usb in aula durante il voto: “C’è chi si oppone, in difesa di privilegi e diritti acquisiti, ad un piano di assunzione di 300 persone, ma non ci fermeranno – ha detto il sindaco – le corporazioni hanno finito, comprese quelle rappresentate da sindacati sempre più estremisti quanti più privilegi hanno da difendere”.
“Quella di Merola è una scelta politica e, ironia della sorte, è la stessa presa dal sindaco leghista Flavio Tosi a Verona – sottolinea Cenerini – peccato che Tosi abbia già incassato 4 sconfitte al Tar e una in Corte d’Appello, perché i giudici hanno riconosciuto, per le dade, il diritto ad avere lo stesso contratto, con le stesse tutele, delle insegnanti di Stato. E’ una vergogna, e se la giunta non ci verrà incontro sul contratto siamo pronte a tornare in piazza. E’ assurdo che, a livello nazionale, il premier Matteo Renzi tenti di chiudere le istituzioni inutili e dispendiose, e Merola, che è dello stesso Partito, ne stia avviando una”.
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Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.