Parte male, anzi malissimo l’iter parlamentare per la nomina dei 4 componenti dell’Autorità anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone. Ieri la commissione Affari Costituzionali della Camera ne ha bocciati due su quattro. I deputati hanno approvato i due candidati “riciclati” dalla politica ma hanno respinto le nomine dei due candidati “esterni”. “Un problema tecnico legato al sovrapporsi di impegni istituzionali di alcuni colleghi” ha tentato di spiegare Emanuele Fiano, capogruppo Pd in commissione. Ma le sue parole non sono bastate a smorzare le polemiche. I due nomi approvati con scrutinio segreto dalla Commissione sono quelli di Michele Corradino, già consigliere di Stato e più volte capo e vice capo di gabinetto di ministri di centrodestra e centrosinistra (Santagata, Scajola, Prestigiacomo, Catania) e della costituzionalista Angela Nicotra, già candidata alle politiche per il Pdl, tra i 35 saggi scelti dal Quirinale per le Riforme e membro della Fondazione Magna Carta di Gaetano Quagliariello (Ncd). Bocciati, anche se per un solo voto, sia Francesco Merloni, docente di diritto amministrativo e grande esperto di anticorruzione negli appalti, e Nicoletta Parisi, docente di diritto internazionale e membro del comitato esecutivo di Transparency International.
“Il Pd dopo tante parole e tante promesse sulla lotta alla corruzione si divide sulla nomina dei componenti dell’anticorruzione. È ridicolo” attacca la forzista Mariastella Gelmini a chiusura dei lavori. Più dure le parole dei deputati del Movimento 5 Stelle. “Ancora una volta vince la logica spartitoria fra i partiti a dispetto delle competenze e del merito” è l’accusa. “Sono passate due nomine di chiara matrice politica, che non presentano i requisiti richiesti dalla legge, mentre sono stati bocciati i profili più tecnici”. “La Nicotra non ha titoli in tema di anticorruzione, oltre a essere stata candidata alle ultime elezioni politiche nelle fila del Pdl – continuano i 5 Stelle – mentre Corradino, dal curriculum che ha fornito, non risulta avere l’esperienza internazionale esplicitamente richiesta dalla legge”.
La selezione dei nomi è avvenuta a partire da una “call” pubblica cui hanno risposto 230 candidati. Da quelli Cantone ha ricavato una short-list con una ventina di nominativi e su quella scrematura sono intervenute infine le selezioni del Governo. “Nomine di alto livello” secondo il neopresidente dell’Autorità anticorruzione Cantone, da ieri finalmente nel pieno dei suoi poteri ed operativo su Expo. Nomine che devono però fare i conti con la politica, ben disposta nei confronti dei soliti noti (approvati con scrutinio segreto), meno sulla nomina di figure più tecniche e indipendenti. “Per quel che ci riguarda, non c’è alcuna divisione nel Pd e nessun problema sui nomi” ha gettato acqua sul fuoco Fiano. In ogni caso, dopo l’incidente, l’iter delle nomine dovrà essere riavviato. E l’anticorruzione si ritroverà ad aspettare, ancora una volta.