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Camorra, procuratore Roberti: “Casalesi non esistono più. Sconfitti dallo Stato”

In un'audizione in Senato il procuratore nazionale antimafia ha sottolineato come "20 anni di 41bis abbiano fatto molto contro le mafie". E si è detto fiducioso di un imminente arresto del boss Matteo Messina Denaro
Franco Roberti
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“Il clan del Casalesi non esiste più, è stato sconfitto dallo Stato nel suo potere militare ed economico”. Le parole del procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, pronunciate in un’audizione in Senato sul 41bis, arrivano il giorno dopo la maxi inchiesta della Guardia di Finanza sulle infiltrazioni camorristiche nella ricostruzione de L’Aquila.

Le parole del procuratore si basano sulle recenti operazioni che hanno indebolito il clan di Casal di Principe (Caserta) in molte regioni d’Italia, soprattutto in Toscana. Inoltre, il gotha dell’organizzazione composto da Francesco Schiavone, detto Sandokan, Giuseppe SetolaFrancesco Bidognetti, alias Cicciotto ‘e Mezzanotte, si trova in carcere. E le ultime dichiarazione dei pentiti Carmine Schiavone e Antonio Iovine davanti ai magistrati hanno permesso di scoprire molti dei segreti interni al clan.

Tornando alle parole di Roberti, il numero uno dell’antimafia, davanti alla commissione Diritti umani del Senato, ha sottoleneato che “in 22 anni (da quando viene applicato il regime di 41bis, ndr) abbiamo fatto molto contro le mafie”. Inoltre il capo della procura nazionale si è detto fiducioso sull’imminente arresto del boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro, “che sono certo verrà presto catturato”, ha sottolineato Roberti.

Sul 41bis, il procuratore nazionale ha auspicato “una pronuncia delle sezioni unite della Cassazione“. Il nodo essenziale riguarda la necessità, per la proroga, di dimostrare l’attualità dei collegamenti tra detenuto e organizzazione esterna. “Se il 41bis funziona – ha obiettato Roberti – non ci sono i collegamenti; ma se vengono meno i presupposti per il 41bis, può riprendere il collegamento”. Serve quindi un più chiaro orientamento per chiarire quale sia l’elemento determinate per far scattare o per revocare la proroga (un passaggio che viene esaminato dopo i primi 4 anni di detenzione in 41bis e poi ogni due anni). Secondo Roberti è necessario che le Sezioni Unite si esprimano anche su altri aspetti, quali “le regole per i colloqui visivi, telefonici con i familiari e con i legali” per i detenuti in 41bis.

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