La Lega accontenta Mediaset, che a sua volta rinuncia a un pezzo di Serie A per evitare uno scontro legale con Sky. Anche il colosso di Murdoch rinuncia allo sbarco sul digitale terrestre, circostanza che le avrebbe garantito l’esclusiva sulle otto migliori squadre del campionato. E mette da parte la battaglia etica sul rispetto delle regole, evocata più volte negli scorsi giorni. Tutto e il contrario di tutto. Alla fine della battaglia sui diritti tv per la Serie A 2015-18 vincono gli interessi in gioco e la paura di strascichi legali che creano una serie di paradossi.
Ma andiamo con ordine. E partiamo dal telespettatore, l’utente finale interessato a capire in primis dove potrà vedere il campionato. Secondo quanto trapelato finora, a partire dalla stagione 2015/16 tutta la serie A sarà trasmessa da Sky; su Mediaset passeranno solo le partite delle otto squadre principali del campionato. Ma nonostante il peso specifico delle singole partite avrà un impatto differente sulle casse dei due broadcaster: l’emittente di Rogoredo spende 8 milioni in più rispetto all’attuale contratto (132 match in esclusiva), ma potrà trasmettere la bellezza di 78 partite in più rispetto ad oggi. Il Biscione, invece, è costretto a mettere sul piatto quasi 100 milioni in più per mandare in onda meno gare in esclusiva ma respinge l’attacco di Sky al digitale.
Dopo tre giorni di assemblea tra i presidenti delle squadre, trattative, diffide e controdiffide, lo scenario è questo: l’emittente di Rupert Murdoch si aggiudica il pacchetto A (tutte le partite delle 8 squadre più importanti del campionato sul satellite) per 357 milioni annui, Mediaset trasmetterà le stesse gare sul digitale terrestre per 280 milioni e prende anche il pacchetto D (comprende tutti gli altri match) per 306 milioni ma – su deroga dell’authority – si impegna a rivenderlo a Sky che sarà così l’unica ad avere tutta la Serie A. Nelle casse dei club entreranno 943 milioni a stagione, 114 in più del triennio passato ma 135 in meno rispetto al massimo che si sarebbe raggiunto assegnando i diritti sulla base delle massime offerte presentate. Un guadagno a metà che fotografa come gli unici vincitori siano stati gli interessi in gioco.
I club hanno preferito perdere una parte d’introiti pur di concedere le big del campionato a Mediaset. Dopo aver alzato le barricate in nome del rispetto delle regole, Sky rinuncia al monopolio sulle otto grandi sorelle ma ottiene d’essere l’unica a poter proporre tutta la Serie A agli appassionati. Mediaset perde un pezzo della massima serie ma piazza le telecamere anche negli stadi di Inter, Juve e Milan, cosa che non sarebbe accaduta se i pacchetti fossero stati assegnati rispettando il concetto del ‘vince chi offre di più’. E soprattutto, al momento, conserva l’esclusiva della Champions League per il triennio 2015-18, fatto che le permetterà di portare avanti il progetto di newco con Al Jazeera.
La decisione arriva dopo una serie di rinvii, figli dell’imprevisto risultato dell’asta che vedeva vincente – secondo il criterio del “chi più offre vince” – il colosso di Murdoch sui due pacchetti più pregiati, quelli che mettevano in palio l’esclusiva delle otto squadre più importanti del campionato su satellite e digitale. A Mediaset sarebbe così andato, per 306 milioni, il solo pacchetto D che comprende le partite delle squadre minori, quelle con meno appeal mediatico (circa il 14 per cento dei telespettatori). Un’offerta, quella di Cologno, comunque vincolata all’assegnazione di uno dei due pacchetti principali e quindi destinata a cadere in caso di “prendo tutto” di Sky.
Twitter: @AndreaTundo1
Home Sport
Diritti tv, la Lega rinuncia a 150 milioni di euro per non scontentare Mediaset
Secondo quanto trapelato finora dalla riunione, sarebbe stato trovato l'accordo tra Sky e Mediset: il patto prevederebbe l’assegnazione del pacchetto A a Sky, ovvero il totale delle partite di Serie A all’emittente di Murdoch per il satellite, per 572 milioni di euro. A Mediaset andrebbero le partite di 8 squadre big per il digitale terrestre per 373 milioni di euro
La Lega accontenta Mediaset, che a sua volta rinuncia a un pezzo di Serie A per evitare uno scontro legale con Sky. Anche il colosso di Murdoch rinuncia allo sbarco sul digitale terrestre, circostanza che le avrebbe garantito l’esclusiva sulle otto migliori squadre del campionato. E mette da parte la battaglia etica sul rispetto delle regole, evocata più volte negli scorsi giorni. Tutto e il contrario di tutto. Alla fine della battaglia sui diritti tv per la Serie A 2015-18 vincono gli interessi in gioco e la paura di strascichi legali che creano una serie di paradossi.
Ma andiamo con ordine. E partiamo dal telespettatore, l’utente finale interessato a capire in primis dove potrà vedere il campionato. Secondo quanto trapelato finora, a partire dalla stagione 2015/16 tutta la serie A sarà trasmessa da Sky; su Mediaset passeranno solo le partite delle otto squadre principali del campionato. Ma nonostante il peso specifico delle singole partite avrà un impatto differente sulle casse dei due broadcaster: l’emittente di Rogoredo spende 8 milioni in più rispetto all’attuale contratto (132 match in esclusiva), ma potrà trasmettere la bellezza di 78 partite in più rispetto ad oggi. Il Biscione, invece, è costretto a mettere sul piatto quasi 100 milioni in più per mandare in onda meno gare in esclusiva ma respinge l’attacco di Sky al digitale.
Dopo tre giorni di assemblea tra i presidenti delle squadre, trattative, diffide e controdiffide, lo scenario è questo: l’emittente di Rupert Murdoch si aggiudica il pacchetto A (tutte le partite delle 8 squadre più importanti del campionato sul satellite) per 357 milioni annui, Mediaset trasmetterà le stesse gare sul digitale terrestre per 280 milioni e prende anche il pacchetto D (comprende tutti gli altri match) per 306 milioni ma – su deroga dell’authority – si impegna a rivenderlo a Sky che sarà così l’unica ad avere tutta la Serie A. Nelle casse dei club entreranno 943 milioni a stagione, 114 in più del triennio passato ma 135 in meno rispetto al massimo che si sarebbe raggiunto assegnando i diritti sulla base delle massime offerte presentate. Un guadagno a metà che fotografa come gli unici vincitori siano stati gli interessi in gioco.
I club hanno preferito perdere una parte d’introiti pur di concedere le big del campionato a Mediaset. Dopo aver alzato le barricate in nome del rispetto delle regole, Sky rinuncia al monopolio sulle otto grandi sorelle ma ottiene d’essere l’unica a poter proporre tutta la Serie A agli appassionati. Mediaset perde un pezzo della massima serie ma piazza le telecamere anche negli stadi di Inter, Juve e Milan, cosa che non sarebbe accaduta se i pacchetti fossero stati assegnati rispettando il concetto del ‘vince chi offre di più’. E soprattutto, al momento, conserva l’esclusiva della Champions League per il triennio 2015-18, fatto che le permetterà di portare avanti il progetto di newco con Al Jazeera.
La decisione arriva dopo una serie di rinvii, figli dell’imprevisto risultato dell’asta che vedeva vincente – secondo il criterio del “chi più offre vince” – il colosso di Murdoch sui due pacchetti più pregiati, quelli che mettevano in palio l’esclusiva delle otto squadre più importanti del campionato su satellite e digitale. A Mediaset sarebbe così andato, per 306 milioni, il solo pacchetto D che comprende le partite delle squadre minori, quelle con meno appeal mediatico (circa il 14 per cento dei telespettatori). Un’offerta, quella di Cologno, comunque vincolata all’assegnazione di uno dei due pacchetti principali e quindi destinata a cadere in caso di “prendo tutto” di Sky.
Twitter: @AndreaTundo1
Articolo Precedente
Diritti tv, rimandata la riunione. Sky e Mediaset cercano l’intesa
Articolo Successivo
Calcio in tv: a Sky tutta la Serie A, Mediaset si accontenta delle “big”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Ultimi articoli di FQ Sport
Sport
Morto Andrej Lazarov, il calciatore che ha tentato di salvare le persone nell’incendio di una discoteca in Macedonia del Nord. “Un eroe”
Calcio
Juventus, la doppia umiliazione Atalanta-Fiorentina allontana Thiago Motta dalla conferma (anche col quarto posto)
Calcio
La rivincita di Italiano: comunque finisca la stagione del Bologna, ha dimostrato di essere un allenatore da grande squadra
Genova, 18 mar. (Adnkronos) - Tragedia nella notte a Genova in via Galliano, nel quartiere di Sestri Ponente, dove un ragazzo di 29 anni è morto in un incendio nell'appartamento in cui abitava. L'incendio ha coinvolto 15 persone di cui quattro rimaste ferite, la più grave la madre del 29enne, ricoverata in codice rosso al San Martino. Altre tre persone sono state ricoverate in codice giallo all'ospedale di Villa Scassi. Sul posto la polizia che indaga sulla dinamica.
Dalle prime informazioni si sarebbe trattato di un gesto volontario del giovane che si sarebbe dato fuoco.
Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Bergamo, 18 marzo 2020: una lunga colonna di camion militari sfila nella notte. Sono una decina in una città spettrale, le strade svuotate dal lockdown decretato ormai in tutta Italia per provare ad arginare i contagi. A bordo di ciascun veicolo ci sono le bare delle vittime di un virus prima di allora sconosciuto, Sars-CoV-2, in uscita dal Cimitero monumentale.
Quell'immagine - dalla città divenuta uno degli epicentri della prima, tragica ondata di Covid - farà il giro del mondo diventando uno dei simboli iconici della pandemia. Il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Sono passati 5 anni da quegli scatti che hanno sconvolto l'Italia, un anniversario tondo che si celebrerà domani. Perché il 18 marzo, il giorno delle bare di Bergamo, è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.
La ricorrenza, istituita il 17 marzo 2021, verrà onorata anche quest'anno. I vescovi della regione hanno annunciato che "le campane di tutti i campanili della Lombardia" suoneranno "a lutto alle 12 di martedì 18 marzo" per "invitare al ricordo, alla preghiera e alla speranza". "A 5 anni dalla fase più acuta della pandemia continuiamo a pregare e a invitare a pregare per i morti e per le famiglie", e "perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza senza dimenticare la lezione di quella tragedia". A Bergamo il punto di partenza delle celebrazioni previste per domani sarà sempre lo stesso: il Cimitero Monumentale, la chiesa di Ognissanti. Si torna dove partirono i camion, per non dimenticare. Esattamente 2 mesi fa, il Comune si era ritrovato a dover precisare numeri e destinazioni di quei veicoli militari con il loro triste carico, ferita mai chiusa, per sgombrare il campo da qualunque eventuale revisione storica. I camion che quel 18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo furono 8 "con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
E la cerimonia dei 5 anni, alla quale sarà presente il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, sarà ispirata proprio al tema della memoria e a quello della 'scoperta'. La memoria, ha spiegato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale di Bergamo, "come atto necessario per onorare e rispettare chi non c'è più e quanto vissuto". La scoperta "come necessità di rielaborare, in una dimensione di comunità la più ampia possibile, l'esperienza collettiva e individuale che il Covid ha rappresentato".
Quest'anno è stato progettato un percorso che attraversa "tre luoghi particolarmente significativi per la città": oltre al Cimitero monumentale, Palazzo Frizzoni che ospiterà il racconto dei cittadini con le testimonianze raccolte in un podcast e il Bosco della Memoria (Parco della Trucca) che esalterà "le parole delle giovani generazioni attraverso un'azione di memoria". La Chiesa di Ognissanti sarà svuotata dai banchi "per rievocare la stessa situazione che nel 2020 la vide trasformata in una camera mortuaria". Installazioni, mostre fotografiche, momenti di ascolto e partecipazione attiva, sono le iniziative scelte per ricordare. Perché la memoria, come evidenziato nella presentazione della Giornata, "è la base per ricostruire".
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.