Li cercavano, sperando che fossero vivi, da 18 giorni. Ma i tre ragazzi israeliani spariti nel nulla il 12 giugno sono stati trovati morti. Israele promette vendetta e Hamas garantisce che “sarà un inferno”. La notizia è arrivata attraverso un tweet di Al Arabiya, a cui è seguito quello di Al Jazeera. Ma da Tel Aviv, il cui esercito era impegnato da giorni nelle ricerche, è arrivata subito una conferma: Eyal Yifrah (19 anni), Gil-Ad Shayer (16) e Naftali Yaakov Frenkel sono stati uccisi.
Israele accusa Hamas, movimento che attualmente è al governo dell’Autorità nazionale insieme ad al Fatah. Lo Stato ebraico intensificherà le richieste al presidente palestinese Mahmoud Abbas di sciogliere il governo di unità nazionale, ha annunciato il portavoce del premier israeliano Benjamin Netanyahu, Mark Regev.
Netanyahu: “Hamas pagherà”. Il governo ha convocato una riunione di emergenza. Il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu non lascia dubbi sulle conseguenze: “Hamas pagherà”. Il ministro dell’edilizia Uri Ariel, esponente di spicco della destra radicale israeliana, è netto: “Colpire i terroristi senza pietà. Dall’altro canto bisogna dare una risposta sionista”. “La fine tragica dei tre ragazzi deve essere anche la fine di Hamas” dice il viceministro della difesa Danu Danon (Likud). “È necessaria una operazione che dia a Hamas un colpo mortale. Dobbiamo sradicare il terrorismo… demolire le abitazioni degli assassini, distruggere i loro depositi di armi, bloccare i finanziamenti”. E sui siti di destra dei coloni sono apparsi subito dopo la notizia minacce di vendetta. Il portavoce di Hamas però replica con altrettanta durezza: “Ogni offensiva di Israele aprirà le porte dell’inferno”. “È stata divulgata solo la versione israeliana dei fatti. Israele sta cercando il pretesto per un’aggressione nei nostri confronti, per un’aggressione contro Hamas – dice Sami Abu Zuhr -. Respingiamo tutte le accuse israeliane e le minacce nei nostri confronti. Siamo già abituati a questo e sapremo difenderci. Nessun gruppo palestinese, Hamas o qualunque altro gruppo, si è assunto la responsabilità di questa azione e quindi non si può far fede alla versione israeliana”.
Obama: “Insensato atto di terrore”. “Un insensato atto di terrore contro contro giovani innocenti”. Con queste parole il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha condannato l’uccisione dei tre ragazzi israeliani trovati morti oggi in Cisgiordania dopo la scomparsa avvenuta lo scorso 12 giugno. Obama ha porto le condoglianze ai familiari delle tre vittime e ha offerto l’aiuto degli Stati Uniti per trovare i responsabili. Obama invita però tutte le parti ad “astenersi da passi che possano ulteriormente destabilizzare la situazione”.
I ragazzi spariti il 12 giugno, esercito israeliano impegnato nelle ricerche. I tre giovani erano spariti nel nulla a metà giugno nei pressi dell’insediamento di Gush Etzion, tra Betlemme e Hebron, nel sud della Cisgiordania, mentre facevano l’autostop. I tre adolescenti erano allievi di una scuola religiosa ebraica; quella sera avevano lasciato la loro yeshiva per far ritorno a casa in autostop come facevano tutti i fine settimana, ma di loro non si era saputo più nulla. I telefoni cellulari avevano smesso di inviare segnali nell’ultimo luogo dove erano stati visti, fra Kfar Etzion e l’insediamento di Alon Shvut.
Le forze di difesa israeliane avevano lanciato una massiccia operazione di ricerca in Cisgiordania e condotto operazioni contro Hamas, indicata da Israele come responsabile del rapimento. Cinque palestinesi sono stati uccisi dai soldati israeliani dall’inizio di questa operazione e circa 400 altri sono stati arrestati, la maggior parte dei quali esponenti del movimento palestinese. Lunedì mattina si erano verificati incidenti nel villaggio cisgiordano di Halhul (Hebron) durante perlustrazioni condotte da ingenti reparti dell’esercito israeliano: è in questa zona che sono stati individuati i cadaveri. Secondo le indagini iniziali i giovani sarebbero stati uccisi subito dopo il rapimento.
Il palestinese Abu Mazen aveva rivolto un appello per la liberazione. Nei giorni scorsi lo Shin Bet, il servizio di sicurezza interno israeliano aveva individuato in due membri attivi di Hamas i presunti rapitori. Sono entrambi sulla trentina ed erano spariti giovedì 12 giugno come denunciato dalle mogli. ”L’avevamo detto che Hamas è responsabile della vicenda” aveva commentato il premier Benyamin Netanyahu. ”Adesso – aveva ingiunto – occorre che il presidente palestinese Abu Mazen rompa con Hamas, un’organizzazione terroristica che rapisce ragazzi e che invoca la distruzione di Israele”. Abu Mazen aveva lanciato un pubblico appello per la liberazione dei ragazzi. Le ricerche a tappeto condotte nella regione di Hebron da migliaia di soldati avevano incluso setacciato invano anche pozzi d’acqua e cimiteri. Oggi la notizia del ritrovamento dei corpi.
Il cordoglio dell’Italia e di Papa Francesco. Il Consiglio dei dei ministri italiano si è aperto con un momento di raccoglimento: “Al popolo e al governo di Israele il cordoglio e lo sdegno dell’esecutivo italiano”. Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha espresso il suo “grandissimo dolore. Siamo vicini a Israele in questo momento di grave lutto. Voglio porgere al governo e al popolo israeliano le condoglianze mie e dell’intero governo italiano per questi omicidi che condanniamo nel modo più fermo”, ha proseguito. Poi la ministra ha concluso: “Mi auguro che sia fatta piena luce su quanto accaduto e che i responsabili di questo vile atto ne rispondano quanto prima davanti alla giustizia. Faccio appello a tutte le parti affinché mostrino che chi attenta alla sicurezza di Israele non potrà prevalere minando la via del dialogo, unica speranza di pace vera e duratura nella regione”. “Da Israele apprendiamo – dice Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma – con immenso dolore del brutale assassinio dei tre giovani ragazzi rapiti 18 giorni fa da un commando di terroristi. Mentre parliamo, qui in Israele, dove mi trovo per un viaggio di solidarietà alle famiglie dei seminaristi, la notizia è da pochi istanti ufficiale e il Paese è in lutto”. “Non posso dirmi dispiaciuta perché sono una donna, una mamma e abbiamo perso donne e figli e nessuno ha detto nulla. Siamo anche noi esseri umani” dice ad Aki-Adnkronos International Isra Al-Mudallal, responsabile del dipartimento relazioni del ministero dell’Informazione palestinese ed ex portavoce del precedente governo di Gaza.
La Santa Sede: “Notizie terribile”, Papa Francesco si unisce al dolore delle famiglie. “La notizia dell’uccisione dei tre giovani israeliani scomparsi è una notizia terribile e drammatica. L’assassinio di persone innocenti è sempre un crimine esecrabile e inaccettabile, e un gravissimo ostacolo sul cammino verso quella pace per la quale dobbiamo instancabilmente continuare a impegnarci e a pregare. La violenza chiama altra violenza e alimenta il circolo mortale dell’odio – dice padre Federico Lombardi, il direttore della Sala stampa della Santa Sede. Papa Francesco si unisce al dolore inenarrabile delle famiglie colpite da questa violenza omicida e al dolore di tutte le persone colpite dalle conseguenze dell’odio, e chiede a Dio di ispirare a tutti pensieri di compassione e di pace”.