Una mano tesa, un invito a portare avanti le riforme insieme. E non solo quelle. “Noi su legge elettorale e riforme costituzionali siamo pronti a vederci. Se prima ci rispondete, il dialogo sarà ancora più utile. Noi ci siamo”. È uno dei passaggi centrali della lettera che il Partito Democratico, a firma Alessandra, Debora, Matteo, Roberto ossia Moretti, Serracchiani, Renzi e Speranza (i componenti della delegazione che ha incontrato il Movimento), ha inviato nel pomeriggio al M5S sul tema delle riforme in dicussione in Parlamento. In serata è arrivata la risposta del Movimento: “Il nostro obiettivo è dare al Paese una legge elettorale entro 100 giorni che garantisca non solo governabilità, ma anche stabilità – si legge – ma vorremmo capire meglio che idea di Paese avete”.

Sono amichevoli i toni con cui il premier si è rivolto ai rappresentanti del Movimento, ma nella lettera firmata da Matteo Renzi non sono mancate le critiche. “Come forse ricorderete la nuova segreteria del Pd, eletta da un processo democratico che ha coinvolto circa tre milioni di persone, ha immediatamente tentato di aprire un canale di collegamento con voi. L’esito non è stato fortunatissimo, all’inizio. Ma non abbiamo mollato come potete vedere (intervista al “Fatto”, lettera ai partiti)», spiegano i firmatari. «Le vostre posizioni sulla legge elettorale sono state nei mesi molto diverse. Dalla mozione Giachetti in cui avete votato a favore del Mattarellum, al post di Beppe Grillo che si schierava per il voto con il Porcellum, all’altro post in cui il vostro fondatore proponeva di votare con il Consultellum. Il tutto intervallato da due progetti di legge con primo firmatario l’onorevole Toninelli – spiega la delegazione Pd – ci pare di aver capito che fa fede l’ultimo Toninelli e che siate disponibili a riflettere insieme anche sulle riforme costituzionali e istituzionali». Nella lettera il Pd elenca i 4 limiti al “Toninelli-Bis”: “Non c’è la certezza di avere un vincitore. Con il vostro sistema non c’è governabilità; le alleanze si fanno dopo le elezioni, non prima. Con il vostro sistema si istituzionalizza l’inciucio ex post”; “il sistema della preferenza negativa attraverso l’eliminazione di un nome è molto complicato. Con il vostro sistema si rende più difficile il voto“; “ci sono collegi in cui sulla scheda i nomi scritti sarebbero oltre 40. Con il vostro sistema in alcuni collegi la scheda elettorale diventa un lenzuolo”. “Avete correttivi – scrive il Pd- per questi quattro punti? Ritenete sbagliate le nostre osservazioni?». 

Il premier aggiunge, poi, altri 10 elementi per il Pd fondamentali: il ballottaggio grazie al quale M5S «ha vinto a Parma, Livorno e Civitavecchia nonostante che al primo turno abbia preso meno del 20% dei voti»; il premio di maggioranza «per chi vince, al primo o al secondo turno, non superiore al 15%, per assicurare a chi ha vinto di avere un minimo margine di governabilità?”; ridurre l’estensione dei collegi; far verificare preventivamente la legge elettorale alla Corte Costituzionale; ridurre il potere delle Regioni modificando il titolo V; abbassare l’indennità del consigliere regionale a quella del sindaco del comune capoluogo ed eliminare ogni forma di rimborso ai gruppi consiliari delle Regioni; abolire il Cnel; superare il bicameralismo perfetto «impostando il Senato come assemblea che non si esprime sulla fiducia e non vota il bilancio»; il Senato come semplice espressione delle autonomie territoriali; trovare una soluzione sul punto delle guarentigie costituzionali per i membri di Camera e Senato, individuando una risposta al tema immunità che non diventi occasione di impunità.

Un passaggio della lettera è dedicato anche alle ultime tragedie del mare consumatesi al largo delle coste siciliane: «Sarebbe bello riuscire a dimostrare all’Europa che tragiche vicende come quelle che si verificano nel Mediterraneo debbono essere affrontate tutti insieme – scrive il premier – si possono voltare le spalle all’Inno, non si possono voltare le spalle ai problemi». Quindi il ritorno alle questioni meramente politiche. “Noi su legge elettorale e riforme costituzionali siamo pronti a vederci. Se prima ci rispondete, il dialogo sarà ancora più utile. Noi ci siamo. Senza la pretesa di aver ragione. Senza l’arroganza di fare da soli. Ma anche senza alibi e senza paura. Un mese fa, oltre il quaranta per cento degli italiani ci ha chiesto di cambiare l’Italia per cambiare l’Europa. Non possiamo tradire quella speranza. Ci piacerebbe che potessimo farlo anche assieme a voi perchè pensiamo che i nostri connazionali che hanno votato per il Movimento Cinque Stelle chiedano, come tutti, un Paese più semplice ed efficace. Attendiamo le Vostre considerazioni», concludono «Alessandra, Debora, Matteo, Roberto».

“Gentile Segretario Matteo Renzi, riteniamo molto positivo il fatto che abbiate accolto la nostra richiesta di incontro per un secondo tavolo sulla legge elettorale – la risposta del M5S pubblicata sul sito di Beppe Grillo – in questo momento i cittadini italiani chiedono un dialogo produttivo ed efficace per arrivare a risultati immediati. Il nostro obiettivo è dare al Paese una legge elettorale entro 100 giorni che garantisca non solo governabilità, ma anche stabilità. Abbiamo le idee chiare e siamo contenti che il nostro confronto sia iniziato proprio dal Democratellum, la legge votata in rete da centinaia di migliaia di cittadini iscritti al portale del MoVimento 5 Stelle, quegli stessi cittadini che ratificheranno il risultato del nostro dialogo. L’argomento è molto importante e per questo non può esserci modalità migliore di un nuovo tavolo di confronto. Vorremmo che si facesse in streaming a garanzia di una trasparenza che avremmo voluto vedere anche nei vostri incontri sulle riforme con Forza Italia. Ci vediamo giovedì “senza mettere troppa carne al fuoco”, come avete detto. Se volete parlare di riforme costituzionali, vi ribadiamo la nostra disponibilità ad aprire un tavolo di confronto, ma vorremmo capire meglio che idea di Paese avete: vedere il vostro partito oggi votare l’immunità parlamentare ha lasciato sbigottiti molti italiani. Un Parlamento pulito e una Paese migliore passano anche da una buona legge elettorale. La delegazione M5S: Luigi Di Maio, Danilo Toninelli, Maurizio Buccarella, Paola Carinelli“.

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