Continuano le minacce del leader del neonato Stato Islamico e del Levante (Isil). Anche Roma – considerata come centro della cristianità e quindi degli infedeli – entra nel mirino di Abu Bakr al-Baghdadi, califfo dello Stato Islamico creato nell’Est della Siria e nell’Ovest dell’Iraq il 29 giugno. In un audio-messaggio diffuso da siti jihadisti, lo sceicco si appella ai musulmani perché nel mese del ramadan siano pronti a nuove battaglie: “Se Iddio vorrà, conquisteremo Roma e il mondo intero“. Già ieri il capo jihadista, nel primo messaggio audio dall’autoproclamazione del califfato, aveva puntato il dito contro gli Stati Uniti, minacciandogli un attacco “peggiore dell’11 settembre”.
Sul fronte delle sottese alleanze internazionali, sembra inoltre che l’Iran abbia consegnato al governo iracheno alcuni caccia di fabbricazione russa Sukhoi per fermare l’avanzata dei jihadisti dello Stato Islamico. Lo ha riferito la Bbc, ricordando come domenica anche la Russia abbia fornito alle autorità irachene i primi cinque aerei da combattimento Su-25, nell’ambito di un contratto di 500 milioni di dollari formalizzato la settimana scorsa tra il primo ministro iracheno Nuri al-Maliki e il Cremlino, per contrastare l’avanzata dello Stato Islamico.
Non è la prima volta che circola la notizia. Già a fine giugno il sito d’informazione Iraqi News aveva riferito che dalla Repubblica islamica erano decollati 88 caccia di fabbricazione russa Sukhoi diretti verso la base militare irachena Imam Ali a Nassiriya, nella provincia di Dhi Qar. Fatti confermati dalle parole del presidente iraniano Hassan Rohani, che nelle scorse settimane ha assicurato al primo ministro iracheno al-Maliki che il suo governo avrebbe garantito “pieno sostegno” a Baghdad nella battaglia contro lo Stato Islamico e che avrebbe fatto il massimo per “combattere i massacri e i crimini dei terroristi”. L’ultima notizia è di oggi, arrivata dagli esperti dell’International Institute for Strategic Studies (Iiss) di Londra che, dopo aver analizzato video che confrontano aerei iracheni e iraniani, hanno confermato l’appoggio dell’Iran a Baghdad. Per la Bbc questo significa iniziare a delineare il quadro delle alleanze sottese, visto che gli Usa – che hanno inviato a loro volta aerei all’Iraq – stanno operando al fianco dell’Iran in questo conflitto.
E che gli Usa stiano incrementando il loro sostegno all’Iraq è chiaro anche dall’arrivo sul territorio di altri 300 soldati americani, alcuni elicotteri e aerei, secondo una fonte americana citata da Iraqinews. Di fatti, poche settimane fa era stato lo stesso Barack Obama a dichiarare apertamente che il governo stava esaminando “tutte le opzioni“, dunque anche quella militare, per aiutare il governo di Baghdad contro l’avanzata dei militanti islamisti dell’Isil. Sul fronte di un imminente scontro tra lo Stato Islamico e gli Usa è anche il quotidiano libanese Assafir, che sostiene sia tutto pronto per un’operazione militare contro il Califfato da parte degli Stati Uniti. “Un rapporto dell’intelligence e informazioni sicure ci fanno dire che è già tutto scritto: manca solo l’ora x“.