Conferenza stampa no, conferenza stampa sì e poi ancora no. È diventata una sorta di telenovela l’incontro con la stampa di Matteo Renzi nel giorno dell’inizio del semestre europeo a guida italiana. Dopo un tira e molla durato tutto il giorno l’annuncio ufficiale alle 18: niente incontro con i giornalisti. Una irritualità inserita in quella che è una prassi: dibattito in aula e poi botta e risposta con la stampa del presidente di turno.
Le voci di un mancato faccia a faccia del premier italiano con i cronisti circolavano già da questa mattina: Renzi è atteso da Bruno Vespa per la registrazione di una puntata di Porta a Porta. I malumori della stampa europea avevano poi convinto tutti a una mezza marcia indietro e così era stato previsto un punto stampa fuori dell’emiciclo dopo il dibattito. Che però si è prolungato. Nel concentratissimo programma era stato alla fine introdotto un incontro con la stampa alle 17 fuori con la presenza di Renzi e Martin Schulz, neoeletto presidente europeo, ma il dibattito in aula è stato più lungo del previsto e il premier non ha potuto di fatto rispondere alle domande di chi lo attendeva.
La scelta del presidente del Consiglio italiano comunque non aveva infastidito Martin Schulz: “Non tocca a me commentare l’agenda del primo ministro. Solo eccezionalmente ed esclusivamente stavolta non si fa la conferenza stampa a causa di restrizioni di orari del primo ministro che deve tornare immediatamente in Italia” aveva risposto a chi gli chiedeva di commentare la decisione di Renzi di non tenere la conferenza stampa dopo il suo intervento davanti alla seduta plenaria a Strasburgo e a chi gli aveva fatto notare che il premier tornerà in Italia per partecipare a una trasmissione televisiva.
“Non è la prima volta che accade Renzi non si nasconde né in Italia né qui. C’è fiducia nel primo ministro. Ai miei occhi e per la mia esperienza, è un uomo che lavora in modo molto aperto con la stampa. Condividerete certamente la mia opinione che Matteo Renzi di certo – sottolinea Schulz – non si nasconde né in Italia né qui. Ho quindi piena fiducia nel primo ministro che ha certamente degli impegni e che qui ha un programma assolutamente concentrato“.