Un “patto per il lavoro che sappia cogliere le opportunità offerte dalle normative nazionali ed europee”. È questa la proposta che Papa Francesco ha rivolto a Campobasso incontrando il mondo del lavoro e dell’industria. “Tanti posti di lavoro – ha spiegato Bergoglio – potrebbero essere recuperati attraverso una strategia concordata con le autorità nazionali”. E a braccio Francesco ha spiegato che “il problema più grave non è la fame, ma è non portare il pane a casa perché questo toglie la dignità”. L’emergenza lavoro, così come Bergoglio aveva già fatto nel suo viaggio a Cagliari nel settembre del 2013, è stata al centro della visita pastorale del Papa in Molise.

Appena giunto nella Regione, Francesco ha ascoltato le testimonianze di un agricoltore e di un’operaia della Fiat e ha fatto suo il loro appello affinché la terra sia custodita “perché – ha aggiunto sempre parlando a braccio – sfruttare la terra è peccato”. Francesco ha chiesto, inoltre, che la domenica sia ” libera dal lavoro, eccettuati i servizi necessari” per “affermare che la priorità non è all’economico, ma all’umano, al gratuito, alle relazioni non commerciali ma familiari, amicali, per i credenti alla relazione con Dio e con la comunità. Forse – ha aggiunto il Papa – è giunto il momento di domandarci se quella di lavorare alla domenica è una vera libertà“. Sempre l’emergenza lavoro è stata al centro dell’omelia che Francesco ha tenuto nella Messa celebrata nell’ex Stadio Romagnoli di Campobasso. Il Papa ha chiesto di diffondere “dappertutto la cultura della solidarietà” e ha ricordato che “c’è tanto bisogno di questo impegno, di fronte alle situazioni di precarietà materiale e spirituale, specialmente di fronte alla disoccupazione, una piaga che richiede ogni sforzo e tanto coraggio da parte di tutti. Quella del lavoro è una sfida che interpella in modo particolare la responsabilità delle istituzioni, del mondo imprenditoriale e finanziario. È necessario – ha aggiunto il Papa – porre la dignità della persona umana al centro di ogni prospettiva e di ogni azione. Gli altri interessi, anche se legittimi, sono secondari”.

Bergoglio ha invitato i fedeli a liberarsi dal “grigiore esistenziale”, da “ambizioni e rivalità”, dalla “sfiducia, dalla tristezza, dalla paura, dal vuoto interiore, dall’isolamento, dai rimpianti, dalle lamentale. Anche nelle nostre comunità infatti – ha sottolineato il Papa – non mancano atteggiamenti negativi, che rendono le persone autoreferenziali, preoccupate più di difendersi che di donarsi”. Dopo la Messa, l’abbraccio di Francesco con gli ammalati nella cattedrale di Campobasso e il pranzo con i poveri assistiti dalla Caritas nella “Casa degli Angeli”. Quello in Molise è il quinto viaggio pastorale del Papa in Italia dopo quelli in Sicilia, Sardegna, Umbria e Calabria. Una tappa che arriva esattamente due settimane dopo la scomunica dei mafiosi pronunciata con fermezza da Francesco nella piana di Sibari, un gesto senza precedenti della storia della Chiesa con il quale Bergoglio ha superato persino l’anatema pronunciato da Karol Wojtyla nel 1993 ad Agrigento e che ha suscitato nell’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, la proposta di abolire per 10 anni i padrini di battesimi e cresime per evitare infiltrazioni criminali nella Chiesa.

Ma la lotta alla ‘ndrangheta è presente anche in Molise, come ha sottolineato l’arcivescovo di Campobasso-Boiano, monsignor Giancarlo Maria Bregantini, presidente della Commissione della Cei per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, da sempre impegnato in prima linea nella lotta alla mafia già quando era alla guida della diocesi di Locri-Gerace. Bregantini, che ha accolto Bergoglio nella sua prima tappa in Molise e a cui il Papa ha affidato la preparazione delle meditazioni della via crucis del venerdì santo 2014 che si è tenuta al Colosseo, nel libro “Santa Malavita Organizzata” (Paoline) della giornalista di Famiglia Cristiana Annachiara Valle, scrive che “è necessario affrontare la purificazione della famosa ‘zona grigia’, che ci avvolge un po’ tutti. E che si estende anche al Molise e ad altre regioni. Dove non sai veramente dar nome ed etichetta a certe scelte. Dove i confini non sono ben precisi. Dove si ha l’impressione di procedere a tentoni, in un ‘labirinto’. Imprendibile, con muri di gomma da analizzare. In ogni ambiente, infatti, la ‘ndrangheta è brava a confondere le acque, a gettare discredito, a mettere in difficoltà chi la vuole combattere”.

Twitter: @FrancescoGrana

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